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Biathlon – Pidruchnyi dopo le gioie di Oberhof: “Grazie alla famiglia del biathlon, noi ucraini sentiamo che non siamo soli”

Foto Credits: Dmytro Yevenko

Per l’ucraino Dmytro Pidruchnyi lo scorso fine settimana a Oberhof è stato sicuramente uno di quelli da ricordare per molto tempo. A distanza di quasi sei anni dall’essere diventato Campione del Mondo nella pursuit di Oestersund 2019, Pidruchnyi ha eguagliato il suo secondo miglior risultato in carriera, con il quarto posto nella Sprint di Oberhof, seguito da una seconda apparizione alla Flower Ceremony per il sesto posto nell’inseguimento.

Per il 33enne ucraino gli ultimi anni sono stati caratterizzati da risultati non all’altezza delle aspettative, gravi infortuni, allenamenti lontano da casa e dalla famiglia e la guerra in Ucraina che ha reso la sua vita personale e sportiva tutt’altro che normale. Tuttavia, Pidruchnyi ha perseverato grazie al sostegno della sua federazione, del suo allenatore, della sua famiglia e di tutto il mondo del biathlon.

Alla vigilia delle gare di Ruhpolding, Pidruchnyi ha rilasciato un’intervista a BiathlonWorld, canale ufficiale dell’IBU, parlando del suo momento speciale e del suo percorso in questi anni. Sul fatto che Oberhof sia per lui una località fortunata in termini di risultati ha dichiarato: “Mi piace sempre gareggiare davanti a tribune piene. E Oberhof non fa eccezione. L’atmosfera è davvero fantastica. I tifosi sono molto appassionati. Non importa che tempo faccia allo stadio, loro sostengono i biatleti. È davvero meraviglioso. È anche bello che i tifosi ucraini abbiano trovato il modo di venire a tifare per noi a Oberhof. Sento il loro sostegno e vedo le bandiere ucraine. Mi motivano a gareggiare e mi ispirano a dare il mio meglio in pista. Forse i miei buoni risultati sono in qualche modo legati all’incredibile sostegno e all’atmosfera”.

Sui progressi dimostrati al poligono in questa stagione, ha affermato: “È bello riuscire a fare ottime prestazioni al tiro . Durante l’estate ho cambiato sia il fucile che il calciolo. Ho lavorato molto con il mio allenatore e rendendomi conto che senza una buona stabilità di tiro è difficile lottare per ottenere risultati importanti in Coppa del Mondo. Ecco perché ci siamo concentrati molto su questo aspetto durante l’estate“.

Nonostante non siano arrivati altri podi individuali dopo l’oro mondiale del 2019, ha tracciato un bilancio complessivo positivo delle ultime stagioni: “Negli ultimi cinque anni ho disputato molte buone gare, sia in staffetta che individuali. Certo, nella maggior parte dei casi non si tratta di gare da medaglia o di piazzamenti sul podio. Ma ricordo Nové Město nella stagione 2019/2020, dove siamo arrivati secondi nella staffetta maschile. È stata una gara straordinaria! In ogni caso sono arrivato tra i primi 6 e ho partecipato alla Flower Ceremony diverse volte”.

Per lui anche difficoltà anche dal punto di vista fisico, che ne hanno penalizzato sicuramente le prestazioni: “Negli ultimi due anni ho avuto gravi infortuni: prima un problema alla gamba e un’operazione al ginocchio, poi un infortunio alla mano. In un certo senso, ho avuto la possibilità di riposare un po’, visto che non sono stato in grado di competere pienamente nelle ultime due stagioni. Ma questo ha solo alimentato la mia motivazione ad allenarmi più duramente e a fare un altro passo avanti.

L’atleta ucraino ha voluto riconoscere il ruolo fondamentale del suo tecnico, nel suo percorso sportivo: “Juraj Sanitra è una persona molto importante nella mia carriera sportiva. Tutti i miei migliori risultati sono arrivati sotto la sua guida. Abbiamo una forte comprensione reciproca e ci sosteniamo a vicenda. Certo, a volte è stato difficile allenarmi da solo, ma abbiamo pianificato i nostri campi di allenamento in modo da poterci incontrare con altre squadre in luoghi diversi. Abbiamo anche cercato di organizzare sessioni insieme a squadre molto forti, per aumentare il livello. Vedo molti vantaggi nell’allenarmi con una squadra più piccola perché l’allenatore è concentrato su di me, può vedere meglio quello che mi succede e può dedicarmi più attenzione. Credo che questo abbia un impatto significativo sui miei risultati”.

Sul sostegno ricevuto durante la premiazione ad Oberhof, dove tutti gli altri atleti hanno sventolato una grande bandiera ucraina in suo onore, ha affermato emozionato: “È stato fantastico e del tutto inaspettato che i ragazzi si siano fatti una foto con me e la bandiera del mio paese. L’iniziativa è stata di Sturla Laegreid e gli altri norvegesi – Tarjei e Johannes Boe – hanno aderito volentieri, insieme ai francesi Perrot e Fillon Maillet. È un messaggio forte al mondo, non solo a quello del biathlon, che l’Ucraina non è sola e che i migliori atleti del mondo sostengono il nostro Paese”.

Su questo aspetto ha voluto parlare del suo progetto di solidarietà per i bambini ucraini: “È particolarmente piacevole che i migliori biatleti di diversi Paesi stiano aderendo alla mia iniziativa, con la quale sto raccogliendo fondi per i rifugi per bambini nella regione di Kharkiv, vicino al confine, dove sono in corso intensi combattimenti. I biatleti donano i loro pettorali di gara, che io metto in palio per le donazioni sulla mia pagina Instagram. Non hanno paura di esprimere apertamente la loro posizione e il loro sostegno all’Ucraina. Questo è meraviglioso e molto importante per noi. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare nuovamente i ragazzi per questo gesto e per il loro sostegno. Grazie alla famiglia del biathlon, gli ucraini sentono che non siamo soli“.

Un commento finale sul fatto di aver trascorso finalmente una sosta natalizia “normale” insieme ai suoi cari: “La cosa più bella è che abbiamo potuto festeggiare insieme il Natale, il Capodanno e il compleanno di mio figlio. Mia moglie, mia figlia, mio figlio e io abbiamo sciato, camminato e giocato insieme. Ogni giorno trascorso con loro è stato impagabile. Mi hanno riempito di energia positiva e questo ha avuto un grande impatto su di me durante le gare a Oberhof. È stato un periodo indimenticabile insieme alla mia famiglia”.

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