Per la Francia dello sci di fondo il Tour de Ski appena concluso è stato accompagnato da emozioni e riscontri sicuramente contrastanti. Tra successi e intoppi di percorso, l’umore in casa Francia ha oscillato tra gioia e rammarico, in un periodo molto importante in quanto appena precedente alla tappa di casa, quella di Les Rousses. Dalle belle sensazioni legate al podio di Hugo Lapalus e alle belle prestazioni di Mathis Desloges, passando per i malanni che hanno decimato la squadra, a tracciare un bilancio complessivo – proiettandosi anche ai prossimi obiettivi – è Alexandre Rousselet, capo allenatore della nazionale francese, intervenuto ai microfoni di Nordic Magazine.
Pur ammettendo le complicazioni legate ai numerosi casi d’influenza nel gruppo, Rousselet dà un giudizio generalmente positivo: “Abbiamo comunque avuto qualche spavento. Abbiamo iniziato il Tour de Ski con tredici atleti e l’abbiamo concluso con due fondisti in cima alla salita finale. Ogni giorno ci chiedevamo se tutti sarebbero arrivati alla fine. È stato psicologicamente complicato anche per loro. Ma alla fine ce l’hanno fatta. Abbiamo conquistato il podio assoluto e il pettorale viola con Hugo, che è sempre importante. Mathis ha confermato il suo posto e non è cosa da poco farlo al Tour quando sei un atleta giovane come lui”.
Per i due atleti giunti al traguardo finale (3° Lapalus e 8° Desloges), i bei risultati sono sinonimo di ottime capacità di polivalenza, considerando che per eccellere al Tour de Ski è sicuramente necessario sapersi esprimere bene su tutti i format e in tutte le tecniche: “Da qualche anno lavoriamo sulla versatilità. Certo, non abbiamo un re come Klæbo che si esprime ovunque, ma credo che a Hugo questo lavoro abbia permesso di completare la sua ‘tavolozza’. Certo, per lui è ancora difficile eccellere nelle fasi di qualificazione di una sprint, ma nel resto, come nelle volate, è migliorato”.
Spazio poi a un commento sul pettorale da scalatore, vinto proprio da Lapalus, che secondo le opinioni di Rousselet rappresenta un giusto incentivo per gli atleti: “Tutti questi piccoli dettagli sono estremamente importanti in un Tour de Ski. Bisogna anche essere dei buoni scalatori e lo abbiamo visto anche quest’anno. Questa maglia è una buona cosa che viene dalla FIS. È qualcosa in più e mette in evidenza gli scalatori del gruppo”.
Al femminile, tuttavia, permangono alcune difficoltà: “Con Delphine (Claudel, ndr) infortunata e Flora (Dolci, ndr) malata, lo slancio si è un po’ perso. Nella tappa di Davos ci sono stati motivi di soddisfazione, soprattutto per Léna (Quintin, ndr), Mélissa (Gal, ndr) e Julie (Pierrel, ndr). Dopo di che, ci aspettiamo qualcosa di più anche da loro. Abbiamo standard più elevati. Hanno lavorato bene, ma per il momento è ancora fragile. La situazione è meno chiara rispetto ai ragazzi”.
L’allenatore francese, indugia poi sul tema malattia, un nemico non da poco che ha messo a dura prova i transalpini in quest’ultimo periodo: “È complicato perché, quando una malattia o un virus entra nel team, abbiamo dei protocolli e siamo attenti. Cerchiamo di isolare i pazienti il prima possibile. Indossiamo maschere e non mischiamo le persone a tavola. Cerchiamo di fare le cose per bene, ma in realtà si tratta di un virus che colpisce ogni persona una dopo l’altra. In un gruppo, questo può portare a tensioni, anche se le cose sono andate bene per noi. Può causare tensioni, quindi manteniamo un alto livello di vigilanza”.
Ora l’obiettivo rimane quello di rimettersi in sesto nel più breve tempo possibile, per poter puntare con determinazione sulla tappa casalinga di Les Rousses, in programma dal 17 al 19 gennaio: “Ora c’è un periodo di recupero. Tutti ne approfitteranno per curarsi e ricaricare le batterie. Il fine settimana a Les Rousses arriverà velocemente. E dopo, il nostro obiettivo principale restano i Mondiali di Trondheim. Le apsettative per Les Rousses? Due anni fa c’era un’atmosfera fantastica. Speriamo di ritrovare tutto questo e di fare ancora meglio quest’anno. Anche la pista è cambiata, soprattutto la pista sprint. Siamo molto contenti di questo. I risultati di Mathis e Hugo al Tour sono motivanti. Oltre al gruppo attuale, arriveranno molti giovani atleti che potranno scoprire il circuito. Saremo orgogliosi di esibirci davanti al pubblico di casa”.