Mathis Desloges è stato l’unico francese, oltre a Hugo Lapalus (terzo della generale), a concludere il Tour de Ski terminato due giorni fa. La squadra transalpina è stata decimata dall’influenza durante le gare italiane e nonostante questo è riuscita a mettere nella top 10 due atleti.
Il classe 2002 ha concluso all’ottavo posto questa Tournèe, primo della sua annata nella classifica finale, con due piazzamenti nei primi dieci nella 20km skating e nella 15km mass start di Dobbiaco e confermandosi anche nelle due distance della Val di Fiemme. Il giovane francese ha esordito in Coppa del Mondo meno di un anno fa ad Oberhof e sempre nello scorso inverno ha conquistato la medaglia d’oro ai Mondiali U23 di Planica nella 20km mass start in skating. In questo inizio di stagione aveva già dimostrato il suo valore con una top 10 e diversi piazzamenti nei primi venti tra Ruka, Lillehammer e Davos.
Nella giornata di ieri Desloges ha rilasciato un’intervista alla testata Nordic Magazine, poco dopo essere rientrato a casa dalle fatiche del Tour: “Sapevo che avrei potuto fare bene visti i risultati delle prime gare dell’inverno e che ero in buona forma per confermare quanto fatto in precedenza. Quindi l’obiettivo principale era la classifica generale. Dovevo solo fare quello che ho fatto dall’inizio della stagione e questo significava divertirsi e guardare davanti. È davvero bello aver ottenuto due piazzamenti tra i primi 10 e aver concluso all’ottavo posto in classifica generale. È stato un grande Tour”.
Il transalpino è entrato nel dettaglio delle varie tappe italiane: “Il punto di svolta del Tour è stata la 20km individuale di Dobbiaco. In questa gara ho voluto impegnarmi un po’ di più rispetto alle altre. In seguito, le sensazioni sono state generalmente buone. Ma le gare sono tante e il tempo di recupero tra una gara e l’altra è breve. La condizione con il passare dei giorni si deteriora e dire che ho finito il Tour in buona forma non sarebbe vero [ride]”.
Quello appena concluso è stato per il francese il primo Tour de Ski della carriera: “È molto diverso dalla Coppa del Mondo. C’è un’atmosfera davvero speciale intorno a noi e non pensavo che sarebbe stato così duro. Non si può capire cosa significhi finché non lo si è fatto. Non siamo affatto abituati a fare sette gare in nove giorni, ed è per questo che è speciale. Ma credo che con il passare della gara le cose siano andate sempre meglio e sono arrivato in Val di Fiemme più in forma che a Dobbiaco. Credo che negli anni a venire potrò esprimermi al 100% in questo Tour of Ski e potrò divertirmi”.
Ha commentato anche il suo 13simo posto sull’Alpe del Cermis: “All’inizio del Tour non la temevo più di tanto. Sapevo che era uno sforzo che mi avrebbe soddisfatto visto che sono un fondista abbastanza leggero. In seguito, quando ho fatto un bilancio delle mie condizioni fisiche domenica mattina, ero decisamente spaventato [ride]”.
Il giudizio complessivo sul suo Tour è ovviamente positivo ma, ancor più conscio delle sue capacità, guarda avanti: “Devo ammettere che quando guardo il post della FIS su Instagram con la classifica finale e vedo i primi dieci, penso di essere l’unico a non essere ancora salito su un podio di Coppa del Mondo. Sono circondato da grandi nomi che mi hanno entusiasmato quando li ho visti in TV. Questo mi dà la motivazione giusta per credere in grandi prestazioni e in un podio in Coppa nel resto della stagione”.
In questi giorni un po’ di meritato relax, ma la sua mente va già alle gare in casa della prossima settimana: “Prima di tutto, mi riposerò perché è stato un grande sforzo negli ultimi dieci giorni. Dopodiché, penseremo a Les Rousses. Sarà una Coppa del Mondo a casa mia, con tutta la mia famiglia e i miei amici che saranno presenti in pista. Credo che ci sarà un’atmosfera pazzesca. È un grande obiettivo per la mia stagione”.