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Sci di fondo

Sci di fondo – Stefania Belmondo alla Gazzetta dello Sport: “Ho vissuto anni irripetibili. Milano-Cortina? Avremo grossi risultati”

Dieci medaglie olimpiche e uno status da icona dello sci di fondo italiano. Ripensando ai tanti successi, le emozioni tornano a galla per Stefania Belmondo, intervistata dalla Gazzetta dello Sport in un lungo e approfondito contenuto che ripercorre le fasi salienti della sua carriera fino ad arrivare ai temi legati alla vita quotidiana e ai progetti futuri: “Sarebbe bello potersi fermare ogni tanto e pensarci, siamo sempre di corsa. Ma quando pulisco le bacheche con le medaglie allora le tocco e volo con la fantasia. Mi rendo conto di aver vissuto anni irripetibili, i momenti più belli della mia vita insieme alla nascita dei miei figli”.

Ritiratasi dalla scena nel 2002, ancora oggi Belmondo è celebrata e riconosciuta dai tanti appassionati della disciplina: “Ogni tanto qualcuno mi riconosce, mi ferma, mi dice che l’ho fatto emozionare. Si ricordano soprattutto di Salt Lake City, quando vinsi con il bastoncino rotto, battendo anche la sfortuna. Questo è bellissimo, quando succede capisco di aver fatto qualcosa di buono”. E infatti la sua vita da sportiva le manca e non poco: “Nostalgia? Tantissima. Invidio chi fa sport ad alto livello: sono anni duri, molto duri a volte, però sei giovane, e c’è la passione”.

Ora però la sua vita è ben diversa e il focus è sul suo impiego nella forestale che le permette – in alcuni frangenti – di rimanere a contatto anche con il mondo dello sport: “Sono carabiniere forestale a Cuneo: di solito in ufficio, ogni tanto faccio vigilanza sulle piste da sci di Limone Piemonte. Controlliamo che le persone si comportino correttamente, che non vadano troppo veloci, che non abbiano bevuto. Interveniamo in caso di incidenti: l’altro giorno un bambino ha perso gli sci e sono arrivata io ad aiutarlo”.

Guardandosi alle spalle, Belmondo non può non nutrire un po’ di risentimento nei riguardi della piaga del doping, ostacolo che – attraverso alcune delle avversarie – le ha impedito di vincere ancora di più di quanto ha effettivamente fatto: “Su questo punto non mollo. Sarei per la radiazione di chi bara: se è sicuro al cento per cento che c’è stato doping, allora via il pettorale, basta. Lo sport è salute: deve far bene, non uccidere. Lo dico anche da tifosa del ciclismo, uno sport che ha pagato molto in termini di reputazione: io lo adoro, non mi perdo una tappa, vado anche in bici. E poi sono nata lo stesso giorno di Pantani, a un anno di distanza. Quanto ho pianto per Marco, lo vedevo simile a me: anch’io nelle salite mi esaltavo. Ogni tanto penso che vorrei scrivere alla sua mamma, forse lo farò”.

Dopo qualche accenno sulla rivalità – ormai superata – con Manuela Di Centa, Belmondo si concentra sul sentimento che la pervade ogni volta che, vedendo qualche sportivo che mette fine alla propria carriera, si rispecchia in quella storia: “Sento tanta tristezza tutte le volte che leggo di qualcuno che smette. Sono tifosa di MotoGp, all’ultimo giro di pista di Espargaro ho pianto. Mi emoziono, penso a quanto sono stata male quando ho smesso io. Col senno di poi avrei potuto fare anche le Olimpiadi di Torino. Però mi dispiace anche quando vedo qualcuno ripensarci e tornare, mi fa tristezza. Guarda quello che è successo a Hirscher, che si è fatto male”.

All’alba dei 56 anni (che compirà il prossimo 13 gennaio ) Belmondo veste con disinvoltura i panni da tifosa e appassionata di sport a 360 gradi, tanto che non nasconde la volontà di tornare a commentare lo sci di fondo in televisione: “Mi piacerebbe commentare ancora le gare in tv, chissà se mi richiamano, magari per Milano-Cortina. In nazionale ci sono giovani che stanno lavorando molto bene, avremo grossi risultati”.

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