Un altro Tour de Ski è giunto al termine e ora, dopo le fatiche della Final Climb, consegnati i trofei e stappato lo champagne, è tempo di tirare le somme dell’edizione numero 19, che ci ha regalato diverse novità e gare spettacolari. Nella sua prima versione tutta italiana, tra l’Alto Adige con la Nordic Arena di Dobbiaco – e la spettacolare incursione nella Valle di Landro verso le Tre Cime di Lavaredo – e il Trentino, sulle piste che il prossimo anno ospiteranno le gare di sci di fondo delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026, gli atleti si sono dati battaglia fino all’ultimo metro per la conquista dei tre pettorali più ambiti: quello oro di leader della Classifica Generale, quello argento per il Miglior Sprinter e quello viola, istituito proprio in questa edizione del tour, per il Miglior Scalatore.
Come sappiamo, per ciò che concerne la Classifica Generale, al maschile la lotta è stata tutta riservata al secondo e al terzo posto, con Johannes Hoesflot Klaebo che non ha indossato il pettorale dorato al termine della sprint inaugurale e non l’ha mai più levato, incrementando il proprio vantaggio di gara in gara e limitando i danni quando non era possibile ambire a salire sul podio. Battaglia apertissima con almeno 5 o 6 atleti in grado di poter salire sul quel podio al termine della scalata della “Monsterbakken” del Cermis, come la chiamano i norvegesi. Tra i pretendenti anche l’azzurro Federico Pellegrino, ma festeggiare, alla fine, sono stati Mika Vermeulen, con il miglior risultato al Tour per un austriaco, e il francese Hugo Lapalus, che si conferma sul podio dopo lo scorso anno. L’italiano ha dovuto invece accontentarsi del podio “di legno”, con un quarto posto agrodolce.
Al femminile il podio è stato apertissimo invece fino alla skiathlon di sabato, quando solo Therese Johaug, che con una vittoria imperiosa si è impossessata del pettorale dorato, e Astrid Oeyre Slind erano rimaste le pretendenti alla vittoria, con la prima delle due litiganti in netto vantaggio per la salita del Cermis. La 36enne di Dalsbygda non ha disatteso le aspettative, e l’attenzione – oltre alla sua impresa – oggi era sul gruppo delle inseguitrici, dove la battaglia per il podio vedeva interessate Slind, Jessie Diggins su un terreno a lei più favorevole e Kerttu Niskanen, in difficoltà dopo lo stage di Dobbiaco. Al termine dell’impegnativa gara odierna, a sorridere sono state la norvegese e la statunitense, che ha stretto i denti nonostante il problema al piede che l’ha affaticata negli ultimi giorni.
Per quanto riguarda il pettorale argentato di miglior sprinter, Klaebo si è imposto anche in questa classifica, davanti allo svedese Edvin Anger e allo svizzero Janik Riebli. Ancora una volta quarto l’azzurro Pellegrino. La Svizzera si prede il pettorale al femminile, con Nadine Faehndrich ad imporsi nella classifica sprint su Jasmi Joensuu e Jessie Diggins.
Unica classifica in cui Klaebo ha concesso spazio ai suoi avversari è quella “Best Climber”: la maglia viola è andata al francese Lapalus, seguito da Krueger e Mika Vermuelen. Al femminile, la vincitrice del Tour si è portata a casa anche questa “decorazione” ulteriore, precedendo le maggiori avversarie della competizione, Astrid Slind e Kerttu Niskanen. Fuori dal podio Diggins, quarta.