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Sci di fondo

Sci di fondo – Pellegrino festeggia il podio in Val di Fiemme: “È stato emozionante condividerlo con gli skiman, che come me vivono per questi momenti”

Foto credits Newspower.it

Il lungo rettilineo finale, la linea del traguardo tagliata con il sorriso, poi la gioia condivisa con i suoi skiman. L’abbraccio con Cramer e lo staff tecnico, quello sentitissimo con Ronc Cella e tutti gli altri skiman, ancora più emozionante dopo le tante critiche da loro ricevute dopo la sprint, poi quello con il presidente della FISI, Flavio Roda. Federico Pellegrino ha regalato a sé stesso e allo sci di fondo italiano l’ennesima gioia di una carriera straordinaria, alla quale mancava ancora un podio in Val di Fiemme. Dopo la festa del podio, il campione valdostano ha iniziato a bagnare con lo champagne il pubblico presente, nella sua voglia di condividere un secondo posto bellissimo, 46° podio individuale in Coppa del Mondo, 57° se si sommano anche le gare di squadra, il 50° individuale assoluto se si considerano anche Mondiali e Olimpiadi.
L’azzurro si è poi fermato a parlare in mixed zone al microfono di Fondo Italia.

Dopo la sprint di ieri, hai detto che ora potresti iniziare a vederla come un obiettivo per le Olimpiadi. A questo punto diventa un obiettivo anche lo skiathlon, anche se il prossimo anno la pista sarà diversa e leggermente più semplice (oggi si è gareggiato solo sul percorso a skating, ndr)?

«In teoria il tracciato del prossimo anno dovrebbe essere anche meglio (ride, ndr). No, non rimane assolutamente nei miei piani, posso dire che al novanta per cento è stato l’ultimo skiathlon della mia carriera ed è stato bello viverlo così, godermelo. A volte, quanto non ti aspetti troppo le cose, poi capitano. Se si presenta l’opportunità, come continuo sempre a dire ai miei compagni, bisogna farsi trovare pronti. Non sempre capita, ma quando ciò accade bisogna esserci. Io oggi c’ero».

Descrivici le emozioni vissute oggi per il primo podio in Val di Fiemme, davanti ai tifosi azzurri e anche al presidente Roda.

«Qui non ero mai salito sul podio ed è stato veramente bello. È sempre una grande soddisfazione quando non ti aspetti nulla e le cose arrivano.
Questo podio è stato sicuramente emozionante, soprattutto condividerlo con chi so che soffre insieme a me quando le cose non vanno come ci aspettiamo. Noi viviamo per questo. Gli skiman che subiscono spesso critiche pesanti, anche quando le cose vanno in realtà bene, vivono per questi momenti. Non lo fanno per lo stipendio o altri benefit, loro vivono per un abbraccio dopo un grande risultato di un atleta. Per me è bello pensare di farli godere con risultati del genere. Poi anche l’abbraccio con il presidente è stato emozionante, perché lui è contento quando tutte le discipline riescono a far vedere che la federazione lavora bene, spesso e volentieri lontano dai riflettori. È bello che anche la FISI abbia poi questi risultati che ripagano gli investimenti, non solo economici, ma anche in termini di energie e rispetto nei confronti di una disciplina che storicamente ha dato tanto allo sport italiano, ma non solo, dà tanto alla società perchè lì dove si può sciare, si sta bene».

Puoi descriverci il finale di gara a iniziare da quelle discesa dove ci sei sembrato uscire largo.

«Per tutta la gara ho avuto problemi in discesa, di spigoli, ma probabilmente perché ho sciato poco a skating con le scarpe da classico e l’assetto in discesa cambia tanto. Tutta la gara ho sempre avuto grandi problemi nelle discese, anche nell’ultima, ma alla fine ero nel posto giusto al momento giusto e i metri di distacco che avevo da Klæbo a inizio salita, sono rimasti identici in cima. Non so cosa sia successo dietro, ho visto solo qualche atleta distance fare del suo meglio, ma non abbastanza nei miei confronti. Ho preso anche un crampetto al quadricipite sull’ultima discesa, ma ho spinto fino alla fine. Quando ho visto che Klæbo si rialzava abbastanza facilmente, ho pensato che forse anche io fossi abbastanza tranquillo, mi sono girato e ho visto che era così. Sicuramente è stato un rettilineo finale più divertente di ieri».

Domani il Cermis. Peccato per l’individuale perché il podio del Tour nemmeno è lontano.

«Il Tour de Ski è così nei suoi alti e bassi. Qualcuno era vicino alla testa ed è tornato a casa perché si è ammalato. Adesso l’obiettivo è partire domani, che tutto vada bene, ripetere la prestazione già fatta in passato. Con tanto rispetto nei confronti di quella che è difficile definire una gara di fondo, definiamola idea, non so quanto necessaria, ma che è da fare perché importante nell’economia della classifica generale».

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