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Rubriche , Sci di fondo

Lo spunto di Zorro – Zorzi dopo Dobbiaco: “Tour de Ski aperto al maschile, decisivo lo skiathlon. Slind e Johaug quasi irraggiungibili.”

Primo appuntamento di questo 2025 con la nostra rubrica Lo spunto di Zorro, dedicata al commento delle questioni più rilevanti relative allo sci di fondo. Abbiamo approfittato della compagnia Cristian Zorzi per fare il punto della situazione su quanto visto nella tappa del Tour de Ski di Dobbiaco: nel settore maschile la situazione è ancora abbastanza aperta, complice anche il ritiro di Amundsen, mentre al femminile due norvegesi sembrano aver allungato in maniera piuttosto decisa. Spazio anche per qualche riflessione sulle prove degli atleti italiani alla viglia della decisiva tappa preolimpica in Val di Fiemme

L’EXPLOIT DI ANGER E LA SITUAZIONE AL MASCHILE: “Come avevo già detto prima del Tour, mi aspettavo un Anger tra i possibili favoriti in questo Tour. L’andamento dello svedese in questo inizio di stagione era in continuo miglioramento, in entrambe le tecniche e un po’ su tutte le distanze. Ribadisco che per me è un prototipo di atleta completo, che sta iniziando a crederci sempre di più. Sicuramente non gli si addice l’ultima tappa e per questo motivo potrebbe non entrare nella top 3; tanto dipenderà dal tipo di gara che verrà impostato nello Skiathlon, se ci sarà gara dura o meno da parte degli inseguitori. Nonostante il ritiro di un atleta come Amundsen, attualmente il vantaggio di Klæbo e Anger non li mette al sicuro da un possibile rientro di Vermeulen Lapalus. Si tratta di una situazione ancora tutta da definire”. 

UNA 20 KM PARTICOLARE: “Mi aspettavo distacchi molto più pesanti nella 20 km a skating, ma si è creata una sorta di gara da Granfondo: ne hanno approfittato anche gli italiani di questi trenini, Barp attaccandosi a Ree e Pellegrino a un Nyenget che però non era in grande giornata; al femminile Diggins si è salvata grazie alla compagna che le ha tirato il passo in discesa. Tuttavia, non mi sento di dire che le gare siano state ‘falsate’ dalla start list e dal fatto di avere o meno un traino in discesa. Si è formata una classifica molto più ristretta del solito a livello di tempi, ma alla fine i migliori, a parte qualche eccezione, sono comunque arrivati davanti”. 

PRONOSTICI PER IL TOUR FEMMINILE: “Forse Diggins ha dato un po’ troppo all’inizio ma sappiamo bene che è sempre dura a morire. È pienamente consapevole che la sprint e la scalata del Cermis le si addicono molto, quindi la vedo ancora pretendente almeno per il podio, eventualmente ai danni di una Niskanen. Al contrario, vedo quasi irraggiungibili Johaug e una brillantissima Slind che sta dimostrando di non avere alcun timore o reverenza nei confronti della connazionale. Sono curioso di vedere la sprint di domani, perché su un tracciato del genere potrebbe starci una zampata di Johaug, dato che la stessa discesa finale è tutta da lavorare e anche un’atleta leggera come lei potrebbe avere qualche carta da giocare. Conteranno tanto le energie rimaste piuttosto che essere atleta sprinter o meno”. 

IL COMPORTAMENTO DELL’ITALIA, VERSO LA VAL DI FIEMME: “Avevo anticipato che nella sprint di Dobbiaco mi sarei aspettato di trovare tanti italiani qualificati, ma quando nelle batterie ti ritrovi contro i più forti la situazione cambia rapidamente. Anche io sono rimasto molto impressionato dalla qualifica di Cassol, mentre in batteria l’ho vista meno lucida e poco brillante a livello di gambe, ma fa parte del gioco. Sono contento di Carollo, che si sta dimostrando abbastanza regolare in una buona area di piazzamento. Pensando alla sprint di domani, mi sento di dire che mi aspetto qualcosa in più dalle donne piuttosto che dagli uomini: ho solo un piccolo punto interrogativo sulla condizione di Monsorno, che non so se nell’ultima gara a Dobbiaco si sia risparmiata o abbia fatto fatica, ma penso che le donne possano fare una bella prova di squadra. Al maschile, oltre a Pellegrino, non saprei su chi puntare: lo stesso Barp, che io ritengo molto forte, lo sto vedendo meglio nelle gare sull’uomo e su piste più pedalabili rispetto a quella di Lago di Tesero. In generale, mi sembra di vedere tanti atleti italiani molto irrobustiti nella parte superiore del corpo, mentre mi sembra che sia stata un po’ trascurata la componente gambe”.

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