Mentre il Tour de Ski va avanti sulle nevi di Dobbiaco, località assoluta protagonista di questa fine di 2024, c’è chi si pone legittimi interrogativi e accenna riflessioni riguardo alla disputa di tutte le competizioni su territorio italiano. Tra questi c’è Mika Vermeulen, talento austriaco, che attraverso il podcast Skirious Problems che condivide con il britannico James Clugnet ha voluto dire la sua riguardo alla scelta di limitare il Tour de Ski 2024/25 alle località di Dobbiaco e della Val di Fiemme. La proposta di Vermeulen? Ampliare il bacino d’utenza del Tour de Ski a località di altri paesi come l’Austria e la Slovenia.
Se nelle sue prime 19 edizioni il Tour ha toccato soltanto 4 paesi, ovvero Germania, Svizzera e Repubblica Ceca oltre all’Italia, nelle riflessioni di Vermeulen si fa spazio l’idea di allargare l’assegnazione delle tappe anche ad altri paesi vicini, che permetterebbero di limitare gli spostamenti, mantenendo intatta però la filosofia di “Tour” alla base della kermesse. “Non lontano da Dobbiaco – spiega Vermeulen – abbiamo Obertilliach dove ci sono piste omologate e semplicemente tutto quello che serve per organizzare una tappa di Coppa del Mondo. Le squadre non dovrebbero praticamente viaggiare, perché si trova praticamente a 30 minuti da qui. Perché non gareggiamo lì?”
E’ chiaro che alla base della scelta di disputare tutte le gare in Italia vi sono motivazioni ben più complesse e non si tratta di una semplice imposizione calata dall’alto dalla FIS, ma piuttosto di una scelta obbligata in questa stagione e dettata dall’indisponibilità di altre località. Un aspetto che non sfugge a Vermeulen, il quale elenca diverse venues che avrebbero potuto ospitare alcune gare del Tour de Ski, pur riconoscendo il merito di Dobbiaco che – accettando di prendersi in carico 4 gare – ha di fatto salvato la disputa del Tour: “Secondo me non ci sono motivi ragionevoli per cui Dobbiaco debba ospitare quattro gare, mentre in posti come Obertilliach, Seefeld, Ramsau, ma anche in Germania Oberhof, Oberstdorf non è possibile. In realtà è possibile, l’unica cosa che manca in queste località e in queste federazioni è la voglia di affermarsi. […] Noi come sport dovremmo essere felici dell’esistenza di Dobbiaco, perché praticamente ha salvato il Tour de Ski“.
In queste riflessioni, non può non rientrare un accenno a quelle che possono essere le indubbie difficoltà dell’ospitare un evento della portata del Tour de Ski in un periodo dell’anno piuttosto delicato. Il fatto che il Tour si disputi proprio durante le feste natalizie e a cavallo dell’anno nuovo, mette in evidenza il nodo legato alle strutture alberghiere e a tutti i servizi che indubbiamente si legano all’arrivo della carovana della Coppa del Mondo in una determinata località. Atleti, staff tecnici, accompagnatori, tifosi: chi ospita il Tour de Ski deve certamente mettere in conto di garantire un’ampia disponibilità di alloggi, con inevitabile reindirizzamento di energie, strutture e forza lavoro che normalmente sono votati alla gestione dell’offerta turistica. E poi c’è la questione piste da non trascurare, visto che la disputa di una gara di Coppa del Mondo porta con sé anche il completo monopolio degli stadi del fondo, con chiusura al pubblico dei tracciati. Sacrifici che non tutte le località sono disposte a fare, considerando che in molte delle sopra citate sedi alternative vengono comunque disputati altri eventi di spicco – come ad esempio la Tournée dei Quattro Trampolini a Oberstdorf – sui quali sono concentrate molte energie.
Quel che appare chiaro, guardando il quadro più generale, è l’importanza del Tour de Ski per la cultura dello sci di fondo e per la stessa Coppa del Mondo. Non a caso la FIS ha sempre sottolineato quanto questo appuntamento sia fondamentale non solo per il prestigio che lo accompagna, ma anche per l’attenzione che attira a livello internazionale. E infatti la leggendaria salita del Cermis è ogni anno la gara più seguita in tv, con numeri che superano di gran lunga quelli di altre tappe. Un patrimonio dello sci di fondo e degli sporti invernali, che va tutelato e valorizzato, sempre rimarcando l’impegno di località come Dobbiaco e la Val di Fiemme che da sempre si occupano di portare avanti questa grande manifestazione.