Harald Østberg Amundsen fa la voce grossa nell’individuale a skating di 20 km a Dobbiaco. Il ventiseienne norvegese si è messo in testa fin dai 5.6 km e ha fatto la differenza nella prima parte in salita, per poi difendersi egregiamente anche in discesa. Seconda piazza per Simen Hegstad Krueger, con un distacco piuttosto significativo di 21.2’’. Bel podio, il primo in questa stagione, per il britannico Andrew Musgrave. Johannes Høsflot Klæbo si difende in una gara ostica e termina in 5a posizione (46.4’’). L’Italia non è mai stata protagonista e i nostri atleti hanno faticato tanto: il migliore è un buon Elia Barp, 23° con un bel recupero finale.
È stata una gara d’altri tempi e suggestiva la 20 km individuale a skating di Dobbiaco. Tanta fatica per gli atleti in gara, ma anche panorami mozzafiato come quelli circostanti alle Tre Cime di Lavaredo a fare cornice. Una 20 km dalle due facce ben distinte: era necessario far bene nella prima metà di salita, ma fondamentale per molti atleti in gara aver potuto sfruttare trenini soprattutto negli ultimi 10 km in discesa, dove si è fatta tanta differenza. La Start List forse ha avuto un ruolo fin troppo determinante nel definire le posizioni, anche se va detto che nella Top 10 odierna troviamo quasi tutti i migliori.
In questa terza tappa del Tour de Ski la vittoria ha sorriso al norvegese Harald Østberg Amundsen, vincitore dello scorso Tour e attuale pettorale viola di Best Climber. Amundsen rientra prepotentemente in corsa nella classifica generale, dopo aver parzialmente deluso nella sprint inaugurale, perdendo tanti preziosi secondi da Klæbo. In una gara a skating tutta in falsopiano non poteva che mettersi in evidenza uno specialista come Simen Hegstad Krueger, che poi avrà nel Cermis uno dei suoi punti di forza; oggi per Kruger un bel secondo posto, distante 21.2’’ da Amundsen, a precedere un ottimo Andrew Musgrave, che rovina la festa ai norvegesi, che altrimenti avrebbero monopolizzato podio e top 5: infatti dietro il britannico troviamo Andreas Fjorden Ree (4°) e Johannes Klæbo (5°), attuale leader del tour. Klæbo ha impostato fin da subito una gara molto regolare e in progressione, come se fosse partito per difendersi; possiamo dire che c’è riuscito.
Splendida prestazione della squadra francese: magari non sarà contento fino in fondo Hugo Lapalus, con il suo 7° posto, ma sicuramente il 2002 Mathis Desloges può ritenersi davvero soddisfatto della sua gara e della sua 8a posizione, soprattutto perché non ha mai beneficiato della scia di nessun atleta in pista. Se ancora non lo si fosse saputo, abbiamo trovato un altro giovane da tenere d’occhio. Chiudono la top 10 l’americano Ben Ogden, molto constante in queste prime prove del Tour, e l’austriaco Mika Vermeulen, che conferma la sua competitività in pattinaggio.
Nonostante il bel sole di Dobbiaco, la prestazione degli italiani è connotata quasi esclusivamente da “ombre”. Il migliore al traguardo è stato Elia Barp, 23° e soprattutto bravo negli ultimi 10 km a sfruttare al meglio il traino di due ottime locomotive come Ree e Maloney-Westgard; il giovane atleta veneto ha dichiarato ai nostri microfoni di essere anche caduto nella prima parte di gara. Avrebbe meritato di più Lorenzo Romano, autore di una convincente prima parte di gara, ma penalizzato tanto da non aver trovato traini negli ultimi 20 minuti di discesa; per lui un discreto 38° posto. Buona anche la 40ma piazza di Giovanni Ticcò, che sta gradualmente trovando la sua dimensione in World Cup anche nelle prove distance. Non esaltante la 43ma posizione di Paolo Ventura, mentre c’è un po’ di rammarico per la 44ma di Martino Carollo, che ha scollinato a metà gara in compagnia di Amundsen (partito 60’’ dopo), ma purtroppo non è riuscito a tenere le sue code in discesa. Simone Daprà è 45°, qualche posizione avanti a Federico Pellegrino (51°), che oggi non è sembrato trovare fin dall’inizio il giusto passo; il campione valdostano perderà posizioni nella classifica del Tour, dove fino a stamani occupava la terza piazza. Seguono nell’ordine: Martin Coradazzi (57°), Davide Graz (63°), un buon Michael Hellweger (66°) per i suoi standard nelle distance, Giacomo Gabrielli (80°).
Tra i delusi di giornata, chiamati a una rimonta importante nella pursuit di domani se vogliono tenere vivi i sogni di podio, troviamo sicuramente Martin Løwstrom Nyenget. Il vincitore della 20 km in classico di Davos stavolta patisce molto la gara di Dobbiaco nella tecnica meno amica e termina in 22ma posizione appena davanti a Elia Barp. Prestazione interlocutoria per lo svedese Edvin Anger (14°), che dovrà difendersi nuovamente domani per poi liberare i suoi cavalli nella sprint della Val di Fiemme. Segnaliamo anche che Amundsen mantiene il pettorale viola di best climber e che lo svizzero Janik Riebli si è aggiudicato i 15 punti bonus per la classifica sprint.
CLASSIFICA FINALE (TOP 10)
1. H. Ø. Amundsen (NOR) 44:05.3
2. S. H. Krueger (NOR) + 21.2
3. A. Musgrave (GBR) + 28.4
4. A. F. Ree (NOR) + 37.4
5. J. H. Klæbo (NOR) + 46.4
6. J. T. Jenssen (NOR) + 48.3
7. H. Lapalus (FRA) + 50.5
8. M. Desloges (FRA) + 53.4
9. B. Ogden (USA) + 59.4
10. M. Vermeulen (AUT) + 59.6
Gli italiani in gara
23. E. Barp + 1:37.0
38. L. Romano + 2:11.5
40. G. Ticcò + 2:16.0
43. P. Ventura + 2:19.1
44. M. Carollo + 2:19.7
45. S. Daprà + 2:22.0
51. F. Pellegrino + 2:37.0
57. M. Coradazzi + 2:45.3
63. D. Graz + 3:18.2
66. M. Hellweger + 3:39.8
80. G. Gabrielli + 4:55.3
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