E’ stato un inizio di stagione in crescendo quello di Lucas Chanavat che dopo una prima sprint a Ruka un po’ in sordina (fuori nelle qualifiche) ha visto migliorare la sua forma arrivando in finale a Lillehammer (5°) e trovando il primo podio di quest’inverno a Davos, dove ha ceduto solo all’extraterrestre Klaebo.
Lo sprinter francese, dopo essersi allenato a Le Grand Bornand insieme a Petter Northug nei giorni delle gare di Coppa del Mondo di biathlon, è giunto ieri a Dobbiaco per iniziare da domani il Tour de Ski. Il transalpino ha parlato al Magazine Ski Chrono della testata francese Le Dauphinè Libèrè delle prossime gare italiane, facendo un bilancio di queste primo mese di competizioni: “Non è stato un inizio di stagione complicato nel complesso. A Ruka non è andata bene, ma la cosa non mi ha preoccupato. Poi le cose sono andate meglio a Lillehammer, anche se non stavo benissimo. Contavo su quella tappa per riprendere fiducia e ritrovare il podio. Quel giorno ero molto arrabbiato perché non ero andato bene in qualifica. È stato frustrante non essere tra i primi tre alla fine, ma la direzione era quella giusta. La settimana prima di Davos invece non mi sentivo molto bene. In qualifica non ero completamente rilassato e fiducioso e inoltre tossivo spesso. Dopo il quarto di finale, tutto è cambiato e mi sono sentito molto meglio. Ho potuto vivere una giornata più vicina ai miei standard e sono riuscito a dare il massimo anche in finale. Quella gara mi ha ridato la giusta fiducia sulla mia condizione”.
Chanavat è pronto a mettere in pista tutti i suoi cavalli già nella prima gara di domani, quella a lui più congeniale, la sprint a skating: “Non vedo l’ora di iniziare questo Tour, è un appuntamento che mi ha sempre portato bene. Una volta fatte le due sprint (Dobbiaco domani e quella in classico in Val di Fiemme il 3 gennaio), vedrò a che punto sono. Se avrò il pettorale di miglior sprinter, come l’anno scorso quando ho vinto la classifica dedicata, andrò fino in fondo, altrimenti mi fermerò. La salita del Cermis non mi si addice e la farò solo se sarò il leader delle sprint. È come quando al Tour de France i velocisti che si giocano la maglia verde devono superare le tappe di montagna. All’ultimo Tour de Ski mentre salivo al traguardo, ero felice di sentire che Julo (Lapierre) stava vincendo la tappa, ma l’unica cosa che mi ripetevo in continuazione era quella di darmi una mossa per concludere la gara entro il tempo massimo!”.