In questo inizio di stagione di Coppa del Mondo uno dei nomi nuovi nelle parti alte della classifica nelle gare di Ruka, Lillehammer e Davos, è stato senz’altro Andreas Fjorden Ree, ennesimo prodotto di quell’inesauribile fucina di talenti dello sci di fondo che è la Norvegia.
Quelle finlandesi sono state le prime gare in assoluto nel massimo circuito della disciplina per il classe 2000 norvegese che si è meritato la convocazione grazie alla vittoria della 10km in tecnica libera all’opening di Beitostølen a novembre. Dopo tre tappe si trova al settimo posto della generale di Coppa e nelle cinque gare distance a cui ha partecipato ha già colto due quinti posti, avendo finora come peggior risultato il 13simo della gara d’esordio a Ruka.
Grazie a questi ottimi piazzamenti Ree ha conquistato la non semplice convocazione da parte della Norvegia per il prossimo Tour de Ski, che inizierà questo sabato a Dobbiaco, e sarà per lui il primo della carriera.
Il giovane scandinavo era prepotentemente uscito alla ribalta in patria nel marzo 2022, quando ancora ventunenne aveva stravinto la 50km dei campionati norvegesi, arrivando solo al traguardo e lasciando a debita distanza atleti del calibro di Holund, Krueger e Amundsen. Da allora due stagioni tra Coppa Di Norvegia e Scandinavian Cup con risultati piuttosto altalenanti, fino all’esplosione di quest’anno.
Negli ultimi giorni, Ree ha parlato al podcast Afterski della testata Adresseavisen di quelli che sono stati i suoi problemi con il peso, iniziati proprio dopo quella clamorosa vittoria ai campionati nazionali: “Quel periodo è stato uno shock per me, dalle analisi che feci per un controllo emerse che ero malnutrito. Io non mi rendevo conto della mia situazione, ma a posteriori posso dire che c’erano dei segnali molto evidenti”.
Ma anche se dai medici era arrivato un messaggio chiaro, il norvegese non aveva colto la gravità del suo stato e delle conseguenze a cui sarebbe andato incontro, e non aveva allo stesso tempo recepito i consigli che gli erano stati dati. Stando alle attuali dichiarazioni il problema alla base della sua condizione era il deficit calorico esagerato, visto l’enorme consumo giornaliero dovuto alla preparazione: “All’epoca ho mentito anche al mio allenatore, facevo molte più ore di quanto dichiarassi sul mio diario di allenamento”.
Un duro colpo per il tecnico Magnus Stensås che per molto tempo si è sentito responsabile della situazione in cui il suo atleta versava: “Si trattava di una cosa che metteva a rischio la carriera e che richiedeva molto tempo per essere risolta. Nemmeno io avevo molte conoscenze. Sentivo un grande senso di responsabilità. È stato un messaggio difficile da ricevere e fonte di una grande incertezza. In quel momento continuavo a chiedermi, cosa posso fare per lui ora?”.
Dalla primavera del 2022 Ree ha iniziato un percorso che l’ha portato a prendere ben 7 chili per arrivare a una situazione buona, che gli permettesse di reggere l’urto degli sfiancanti allenamenti. Tutto questo facendo molta più attenzione all’alimentazione. Proprio di questo ha parlato Stensås: “Il problema fondamentale è la mancanza di conoscenza. Andreas ha mangiato correttamente in termini di salute. La Norvegia sportiva è stata cresciuta con l’idea che si debba mangiare pane integrale e che un terzo del piatto debba essere costituito da verdure. Ma con la quantità di allenamento che un professionista fa, non si può mangiare come una persona normale. Anzi, bisogna fare l’esatto contrario”.
Ree purtroppo non è l’unico fondista che in patria ha sofferto di problematiche di questo tipo, come testimonia il caso recente di Ingvild Flugstad Østberg. L’argomento è diventato particolarmente attuale in Norvegia da quando, lo scorso 5 dicembre, l’ex fondista e triatleta, ultimamente maratoneta nella corsa, la 39enne Marthe Katrine Myhre, è morta per l’aggravarsi dei disturbi alimentari di cui soffriva da tempo.