“Poverina, so cosa sta provando”. Dal poligono di Hochfilzen, Dorothea Wierer guardava con comprensione e dispiacere quanto stava accadendo a Venla Lehtonen in occasione della serie in piedi della staffetta femminile. La ventinovenne finlandese era lì ferma con la carabina pronta a rilasciare i propri colpi, ma non riusciva a sparare, completamente bloccata, proprio come capitò alla campionessa azzurra alcuni anni fa a Östersund.
2’20” ferma al poligono, tanto ci aveva messo Lehtonen nel rilasciare i sette colpi che le erano serviti per coprire i cinque bersagli. Un’eternità che era costata cara a tutta la squadra. Una volta terminata la propria frazione, la finlandese era scoppiata in lacrime tra le braccia dell’estone Regina Ermits, corsa subito a consolarla, in un gesto di grande sportività e amicizia.
Pochi giorni, appena quattro, e come per magia Lehtonen ha ottenuto il suo miglior risultato in carriera, giungendo 13ª nella sprint di Le Grand Bornand, migliorando notevolmente il suo precedente personal best, un 36° posto a Pokljuka nel 2019. Ed oggi le cose sono andate ancora meglio, perché la biondissima ventinovenne è riuscita addirittura a fare meglio e con quattro zero ha terminato la propria prova in settima piazza, migliorandosi ancora.
Un sorriso contagiante quello di Lehtonen, che si è presentata in mixed zone per rispondere alle domande dell’IBU e successivamente parlare all’ufficio stampa della nazionale finlandese, che segue tutta la Coppa del Mondo. Lehtonen con gentilezza si è poi fermata a parlare anche con noi, felice di descrivere le proprie emozioni, consapevole di vivere finalmente un sogno: «Sto provando delle sensazioni fantastiche. Sono tanto orgogliosa di me, perché sono stata in grado di sistemare il tiro tra Hochfilzen a qui. Mi sono concentrata soltanto sull’essere coraggiosa e sparare, senza pensare troppo. Ora che le mie prestazioni sugli sci sono migliorate, so che per me è possibile ottenere dei buoni risultati».
In pochi giorni la situazione si è capovolta rispetto a Hochfilzen: «In questi giorni i miei allenatori mi hanno aiutata a fidarmi del lavoro che ho svolto nel corso della preparazione. Ha funzionato, ora posso vedere che se faccio le cose normali, posso lottare per delle posizioni davvero molto buone. Per me è sempre stato un sogno lottare per questi risultati. È difficile descrivere le mie sensazioni, è solo fantastico».
La sua storia è la spiegazione del perché chi scopre il biathlon se ne innamora perdutamente. È uno sport durissimo, che mette costantemente alla prova gli atleti dal punto di vista mentale, non permette a nessuno di abbassare mai la guardia e spesso regala delle cocenti delusioni. Dall’altra parte è anche lo sport che consente un pronto riscatto nel momento meno atteso, risollevarsi proprio nel momento più difficile. Dal punto di vista umano, qualcosa di unico. «Credo che tanti biatleti, me compresa, abbiano un rapporto di amore ed odio per il nostro sport – ha ammesso Lehtonen – penso che sia una disciplina folle, ma è bellissimo farne parte. Ora credo di aver avuto la mia personale favola. Sono così felice di aver cambiato le cose prima della pausa natalizia. Ora spero di continuare così a gennaio e magari avrò anche una nuova opportunità domani. Intanto mi sono fatta un bel regalo di natale».
Da parte di tutti gli appassionati solo un grazie, per aver ricordato per l’ennesima volta quanto sia bello questo sport.