Dalla brutta caduta in mountain bike nel corso del raduno estivo a Passo di Lavazè, con conseguente rottura del radio sinistro e lo stop di quaranta giorni, alla convocazione in Coppa del Mondo alla prima occasione utile. Giovanni Ticcò è stato più forte della sfortuna, non si è abbattuto e, nonostante anche alcuni malanni di stagione che avevano reso ancora più complicato il suo rientro, è riuscito a partire subito forte, guadagnandosi la convocazione in Coppa del Mondo per Davos, grazie al successo nella sprint di FESA Cup.
«Sono veramente contento di questa convocazione – ha affermato il fassano delle Fiamme Oro a Fondo Italia – per me è anche un riscatto dopo tutti i problemi avuti nel corso della preparazione estiva ed autunnale. Non mi aspettavo di partire subito così bene, non era scontato. Sapevo di aver lavorato comunque nel migliore dei modi, tenendo duro, e sentivo di poter fare bene. Sono veramente contento di esserci riuscito».
Ma Ticcò non si accontenta. Il giovane trentino sembra molto deciso a cogliere gli obiettivi ambiziosi che si è posto. Non a caso in estate si era anche allenato con Federico Pellegrino, insieme all’amico Michael Hellweger, in Valle d’Aosta. «Questa convocazione rappresenta un piccolo passo verso gli obiettivi principali – ha sottolineato l’azzurro del gruppo Milano-Cortina 2026 – che è andare in Coppa del mondo in occasione del Tour de ski, ma per fare bene e portare a casa risultati molto soddisfacenti. L’obiettivo principale della stagione rimane provare a strappare un biglietto per il Mondiale di Trondheim. So che sono obiettivi ambiziosi, ma la voglia di fare bene e migliorarsi c’è».
Infine un ringraziamento a coloro che lo hanno aiutato a recuperare subito al meglio, dall’allenatore Fulvio Scola e tutto lo staff medico della nazionale Milano Cortina 2026, alle Fiamme Oro e alla sua famiglia: «Se sono arrivato qui è merito di tutta la squadra, lo staff e coloro che mi sono stati vicino».