Per la Francia quella da poco iniziata rappresenta una stagione dal look del tutto inedito, considerando che per la prima volta dopo tantissimi anni l’inverno inizia senza Maurice Manificat all’interno del gruppo nazionale. Il fondista transalpino, punta di diamante della sua nazione per lungo tempo, ha infatti deciso lo scorso anno di abbandonare la carriera agonistica, chiudendo in grande stile in occasione della 50 km di Oslo, tra gli applausi del pubblico e i tributi dei compagni. Ora, all’alba di una nuova stagione, Manificat veste i panni di spettatore e per la prima volta guarda le gare da un punto di vista esterno.
Così è successo a Lillehammer, dove nello scorso weekend ha fatto tappa la Coppa del Mondo di sci di fondo e dove Manificat era presente al seguito della nazionale dei Bleus. Al seguito dei suoi ex compagni, il francese ha così potuto seguire le prestazioni della squadra, facendosi un’idea sulla condizione dei vari Hugo Lapalus, Jules Lapierre, Flora Dolci e Delphine Claudel, ma tenendo anche d’occhio anche la crescita dei giovani e le prestazioni offerte dalle altre squadre. A interpellarlo su quanto visto a Lillehammer è Nordic Magazine, che ne approfitta per fare il punto con lui sulla squadra francese e sulle prime uscite della stagione di Coppa del Mondo.
In apertura, Manificat si rallegra per il ritorno delle gare di Lillehammer sui tracciati, seppur rivisti recentemente, delle Olimpiadi del 1994: “Quello di Lillehammer è stato un grande fine settimana per diversi motivi. In primo luogo, è stato il ritorno della Coppa del Mondo nello stadio originale della Birkebeinerrennet, il Birkebeineren Stadion. Si tratta delle piste olimpiche che sono state modificate qualche anno fa. […] Da diversi anni gareggiavamo sulle piste delle competizioni di biathlon perché non c’era abbastanza neve e gli organizzatori non volevano usare la neve artificiale. Le piste erano belle, ma non erano abbastanza selettive. Non era possibile fare uno skiathlon come quello di questo fine settimana”.
Nel dare un giudizio delle prove, Manificat si sofferma sullo skiathlon, che a suo dire rappresenta uno dei format più spettacolari: “Lo skiathlon è davvero uno degli eventi più belli dello sci di fondo. Lo abbiamo detto tutti tra di noi. È una buona rappresentazione del nostro sport, con le due tecniche: il classico e lo skating. C’è anche il cambio dei materiali, con un percorso da 20 chilometri introdotto solo da pochi anni, che permette di rimanere su un format relativamente breve e dinamico. E in più è a mass start. Abbiamo assistito a un grande spettacolo, davvero incredibile”.
A proposito delle prove dei suoi connazionali nello skiathlon, il francese ha commentato: “Gli uomini distance erano in buona posizione con Hugo Lapalus e Mathis Desloges, che fa molto piacere vedere giocarsi la maglia verde con Edvin Anger. La gara si è svolta ad un ritmo frenetico con i norvegesi, quindi è stata molto dura per chi era al limite”. Riguardo alla squadra femminile, ha poi aggiunto: “Flora Dolci ha iniziato la stagione in modo molto costante ed è la francese meglio piazzata. È in buona forma e questo fa ben sperare per Davos e il Tour de Ski. Delphine Claudel è un po’ più indietro, ma è sulla stessa lunghezza d’onda delle altre atlete francesi, a cui manca un po’ di grinta. Questa potrebbe arrivare nel corso della stagione. Durante il periodo scandinavo non siamo a casa e questo ha un effetto che si sente molto. Tornando sulle Alpi, passare uno o due giorni a casa restituirà energie”.
Interessante anche il giudizio sul ritorno glorioso di Therese Johaug e sulla grande lotta per la classifica generale al femminile: “Tra le ragazze, è vero che Therese Johaug ha fatto un po’ di danni alla gara (ride, ndr). Ha aperto dei varchi fin dall’inizio e questo rende sicuramente le gare femminili un po’ meno interessanti di un tempo. In ogni caso, c’è una bella sfida dietro nel gruppo con Heidi Weng, Jonna Sundling, Ebba Andersson, Astrid Oeyre Slind, le tedesche ma anche Jessie Diggins che ha il pettorale giallo. C’è una vera e propria battaglia per la classifica generale. Ora bisognerà vedere come Therese gestirà la sua stagione e se sarà presente a tutte le gare o meno per prepararsi a Trondheim”.
Nell’attenta analisi di Manificat, spazio anche ad alcune riflessioni sulle difficoltà incontrate dai francesi al maschile nelle sprint, dove solitamente il contingente transalpino era tra i più performanti: “La sprint è stata un po’ deludente. Negli ultimi anni ci siamo abituati ad avere molti corridori francesi, soprattutto a skating. Dopo di che, le cose sono andate così e, da quello che ho sentito, c’è ancora una mancanza di watt all’inizio della stagione e molti di loro la sentono. È difficile spiegarne il motivo, ma sono convinto che la forma arriverà un po’ più avanti!”
Tanti spunti di riflessione, da uno che di piste da fondo ne ha calcate molte nel corso della sua lunga e brillante carriera. Ora, Manificat si prepara a spostarsi a Davos, dove assisterà a un nuovo weekend di gare, prima di lanciarsi nell’inedito ruolo di commentatore per la tv francese, a partire dall’inizio del Tour de Ski.