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Biathlon , Pianeta Italia

Pellegrino e Wierer, due campioni senza tempo e sempre affamati che continuano a regalare emozioni

Dopo le prime due settimane di Coppa del Mondo, dallo sci di fondo e dal biathlon le notizie più belle arrivano dai due veterani: Federico Pellegrino e Dorothea Wierer. Due campioni che, dopo aver vinto tanto, nonostante siano entrambi classe 1990, hanno deciso di mettersi ancora in gioco, di sfidare avversari e avversarie più giovani di loro, continuare a fare mille sacrifici, dedicarsi anima e corpo alla propria carriera agonistica, e stupire ancora fino alle Olimpiadi del 2026, quando entrambi hanno già deciso di mettere la parola fine.

Entrambi sono riusciti a trovare motivazioni, consapevoli che affrontare le Olimpiadi in casa sia il sogno di ogni atleta, anzi nel caso della biatleta di Anterselva, proprio nella località dove è nata. A spingerli non sono gli sponsor o le pressioni che si possono avere dall’ambiente, ma la voglia di porsi sempre nuove sfide, anche quando tutto potrebbe suggerire di fermarsi, perché ormai da dimostrare non c’è più nulla. I veri campioni però non si trascinano avanti, vogliono essere sempre lì a lottare non per un piazzamento ma per vincere. Sono così diversi caratterialmente, eppure sono accumunati dalla stessa voglia di curare ancora ogni particolare, stare attenti al minimo dettaglio, non lasciare mai nulla al caso, consapevoli che a 34 anni bisogna essere bravi a crearsi e poi cogliere ogni opportunità.

Federico Pellegrino studia tutto. Lo si può vedere fare i calcoli prima di un’individuale per capire già in anticipo chi incontrerà poi nel proprio secondo giro, oppure quale avversario potrebbe agganciarsi a lui alla partenza. Nelle sprint studia la pista in ogni dettaglio e in questo è d’aiuto anche ai compagni, nel dare suggerimenti, consigliare loro cosa fare in determinate situazioni, dove spingere al massimo e dove risparmiarsi, oppure in che posizione trovarsi in una determinata parte del tracciato durante la batteria di una sprint. Una testa che non smette mai di ragionare, di leggere le situazioni sul momento e trovare immediatamente la soluzione migliore, cogliere le azioni in anteprima, come i grandi quarterback del football americano. Pochi, poi, sanno organizzarsi come lui, riuscire a programmare tutto nei minimi dettagli. Il resto è frutto della natura, quella velocità che nonostante l’età c’è sempre, anche contro avversari più giovani, come si è visto questo weekend a Lillehammer, dove ha chiuso al terzo posto la sprint forse più difficile della stagione, regalando allo sci di fondo italiano il primo podio stagionale.

Dorothea Wierer non è da meno. Ogni giorno di allenamento cerca una nuova sfida da affrontare, ponendosi un nuovo obiettivo da raggiungere. Nel corso di una sessione d’allenamento al poligono mantiene un dialogo costante con il suo allenatore, un continuo confronto, cercando di carpire ogni dettaglio, anche quello all’apparenza più inutile. I maligni potevano pensare andasse avanti senza grandi motivazioni, che fosse distratta dalle già tante cose pianificate per il suo futuro o dall’esperienza televisiva vissuta con Discovery nel corso dell’estate, invece Wierer ha immediatamente dimostrato di essere determinatissima, sempre a caccia del massimo risultato. La mattina successiva alla short individual e cinque errori al poligono, causati anche dai problemi alla schiena che non le consentono di avere la giusta stabilità nelle serie in piedi, Wierer era lì ad allenarsi, serie a ripetizione, cercando di ritrovare subito certezze al tiro. E nei due giorni successivi si è visto, prima con una sprint chiusa 11ª con l’errore proprio all’ultimo colpo, poi con una mass start nella quale ha emozionato, arrivando in testa all’ultima serie per poi chiudere sesta sprintando su Magnusson. Due gare che potevano essere da podio e già oggi si rivedeva nel suo sguardo quella voglia di andare a caccia del risultato, con l’orgoglio per la prestazione ma anche quel pizzico di amarezza per il mancato podio.

Due campioni che continuano ad emozionare e che in queste prime due settimane della stagione hanno dimostrato di essere ancora una certezza. Allora godiamoceli per questi due anni che restano, perché hanno già dimostrato in questi giorni di avere ancora tanto da dare. Lo faranno fino alla fine, poi sarà solo gratitudine.

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