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Biathlon – Campbell Wright all’IBU: “Uscire in testa al secondo poligono è un test per la pazienza. Ho fatto un ottimo lavoro”

credits: Yevenko

Biathleta degno di nota già quando indossava la tuta “all black” della Nuova Zelanda, trovando il 15esimo posto nell’individuale ad Anterselva nella stagione 2022/23 di Coppa del Mondo, il nativo “kiwi” Campbell Wright è esploso definitivamente una volta effettuato il passaggio al team degli Stati Uniti la scorsa estate, entrando nella top 10 l’anno scorso e trovando la top 6 nella gara di “casa” a Soldier Hollow (Stati Uniti). Ieri, nel corso della sprint maschile, il 22enne Wright ha migliorato ancora il suo piazzamento migliore, sfiorando il podio a Kontiolahti (Finlandia) grazie ad una prestazione perfetta al poligono e un’altra altrettanto solida sugli sci.

“È una sensazione fantastica!” ha confidato ai microfoni dell’IBU al termine della gara Credevo che sarei stato abbastanza lento questa settimana, ho avuto la febbre un paio di settimane fa ed ero sotto antibiotici, quindi pensavo che forse avrei potuto essere più veloce ad Hochfilzen, ma anche oggi (venerdì, ndr) sono stato veloce quindi sono davvero molto felice!”

Solo Emilien Jacquelin, Sebastian Samuelsson e Philipp Nawrath sono stati meglio di lui, ma per il giovane biathleta, reduce da qualche malanno e una performance non eccelsa nella Short Individual di apertura, questo risultato è assolutamente positivo e sorprendente.

“Sono abbastanza abituato ad andare piano nella prima Individuale della stagione, ogni anno è così, non sono mai al top nella prima gara ed è qualcosa a cui ho fatto l’abitudine ormai. L’anno scorso credo di aver fatto qualcosa come il 100esimo tempo sugli sci nella prima gara, quest’anno il 40esimo, quindi ero già sorpreso di non essere proprio tra i peggiori. Ad ogni modo la prestazione di ogni è stata comunque una sorpresa”

Lasciando il poligono senza mai dover passare per l’anello di penalità, la sfida vera per il neozelandese naturalizzato statunitense, che ha grandi legami con l’Italia essendo cresciuto sportivamente nel biathlon in quel di Livigno e allenato oggi dal tecnico altoatesino Armin Auchentaller, papà dell’azzurra Hannah, è arrivata nell’ultimo giro, quando sono arrivate le prime indicazioni in merito alla sua leadership della classifica provvisoria. 

“Onestamente è una sensazione magnifica. Quando ho saputo di essere primo dopo il tiro in piedi continuavo a ripetermi ‘Campebell scia piano, Campbell scia piano’ perché ero così eccitato e volevo solo andare a tutta, ma poi avrei rischiato di scoppiare. Quando ti danno dei buoni intermedi diventa un buon test per la pazienza, perché vorresti sciare il più veloce possibile ma devi solo calmarti e stare tranquillo perché hai 3km da fare. Oggi sono stato in grado di farlo. Di solito quando vedo il numero 1 al traguardo di fianco al mio nome è perché sono partito tra i primi, ma oggi avevo il pettorale 49, quindi sapevo che poteva essere una grande giornata”

La conferma dell’ottimo lavoro Wright la avuta partecipando alla Flower Ceremony, quando ha incontrato Johannes Boe e Vetle Christiansen e si è accorto di averli alle sue spalle.

“Non sono abituato a partecipare alla flower ceremony, non so neanche quando inizia. (Boe e Christiansen) mi hanno detto che avevo fatto un buon lavoro allora ho chiesto loro se li avessi battuti e quando hanno detto di sì ho pensato ‘Wow! Allora sono andato veramente bene!’ perché averli battuti significa aver fatto davvero un ottimo lavoro, loro esprimono il biathlon migliore”

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