Dopo il “bando” degli atleti russi, nelle ultime due stagioni lo sci di fondo ha perso sicuramente una delle squadre più numerose e allo stesso tempo competitive nel circuito della Coppa del Mondo, soprattutto tra gli uomini.
A beneficiarne maggiormente, in termini di risultati, la nazionale che più di tutte rappresenta l’elite della disciplina, la Norvegia, che nelle singole gare può schierare ben otto atleti, tutti di primissimo livello, vista l’altissima concorrenza e tradizione che c’è all’interno del paese scandinavo.
Se la mancanza dei russi ha sicuramente abbassato il livello della concorrenza e reso meno attraenti le competizioni dello sci nordico, per quanto riguarda la gestione dell’andamento delle gare, in primis in quelle con partenza di massa, questa assenza ha generato nel team norvegese degli screzi e delle rivalità in precedenza meno evidenti.
Questo si è visto anche nella 20km a skating di ieri con Andreas Fjorden Ree che a un certo punto ha provato ad andarsene dal gruppone di testa, venendo però immediatamente rincorso e ripreso dai compagni di squadra Martin Løwstrøm Nyenget e Harald Østberg Amundsen. La cosa è sembrata andare un po’ contro alla “regola non scritta” che sembra esistere all’interno del Team Norway, di non prendere direttamente l’iniziativa per ricucire il gap quando un compagno è in fuga.
Al termine della gara lo stesso Ree, quinto poi al traguardo, non è sembrato molto contento del gesto dei due connazionali (Amundsen 1° e Nyenget 3° all’arrivo) e ha esternato il suo disappunto alla testata norvegese VG: “Sul momento non ero proprio felice della cosa, però sono stato spettatore anche io e credo che chi è a bordo pista o davanti alla tv voglia vedere lottare tutti i migliori” – e aggiunge –“Non voglio dare addosso a Nossum (allenatore della nazionale) ci mancherebbe, alla fine siamo in uno sport individuale e ognuno si gioca le sue carte”.
Anche Simen Hegstad Krueger ha parlato delle dinamiche di gara all’interno della squadra norvegese: “In queste stagioni senza la Russia, le cose sono diventate più confuse. C'è più competizione tra di noi e anche se cerchiamo di essere corretti l'uno con l'altro, quando mettiamo il pettorale siamo concorrenti. In generale c'è meno rispetto tra di noi in gara, anche se comunque credo che ognuno dovrebbe avere la possibilità di giocarsi le proprie chance”.
Martin Løwstrøm Nyenget, nel dopo gara, è ritornato sull’inseguimento a Ree: “Non è stato facile prendere la decisione di inseguirlo ma anche noi siamo qui per fare del nostro meglio. Siamo in tanti in squadra e tutti molti forti, quindi credo che questo continuerà ad accadere per forza”.
Il vincitore della gara di ieri e dell’ultima Coppa del Mondo, Harald Østberg Amundsen, sembra sostenere la tesi del compagno Nyenget: “Per me questa storia di non poter rincorrere un altro norvegese è un po’ una sciocchezza. Secondo questo ragionamento dovrei muovermi solo se a partire fosse un atleta straniero, a questo punto allora dovrei fermarmi ogni volta che davanti c’è un mio compagno, per me ripeto, non ha senso”.