A Kontiolahti le staffette miste apriranno domani la stagione 2024/25 di biathlon. Dopo aver parlato la scorsa settimana con Jonne Kähkönen, allenatore della squadra femminile, Fondo Italia ha fatto il punto della situazione sulla squadra maschile con Fabio Cianciana, allenatore di tiro del gruppo azzurro. L’allenatore valdostano è partito però da Dorothea Wierer, che da anni si allena con i maschi e si prepara ad affrontare la prima gara ufficiale dopo quasi dieci mesi.
«Doro è molto serena e tranquilla, solare come sempre – ha esordito Cianciana – ha lavorato molto bene. Ha avuto l’impegno televisivo alle Olimpiadi di Parigi, ma non ha perso delle settimane di lavoro, perché ha anticipato il periodo di hit per poi ripartire con il volume. È tornata però un po’ stanca dalle Olimpiadi, visto l’impegno avuto, così abbiamo modulato il suo programma di volume nei primi dieci giorni, per poi tornare a pieno regime e non avere più alcun problema. Per quanto riguarda il tiro, è anche inutile parlarne: Doro potrebbe posteggiare la carabina per due anni e una volta ripresa in mano sparare come sempre, con il solito talento. Ha una tecnica sopraffina e un’ottima velocità.
Sono molto fiducioso, perché è serena dopo aver toccato con mano che sugli sci sta bene. Lei non deve dimostrare nulla a nessuno, solo a sé stessa. Lei è Doro Wierer, può avere un anno difficile, ma poi si rialza. Sono convinto che sarà al suo livello fino al 2026».
Tra i più attesi vi è Tommaso Giacomel, che ha fatto una bella impressione nelle gare di Sjusjøen.
«Tommaso è maturato tantissimo, salendo di livello nella gestione del tiro in piedi, mentre a terra lo faceva bene già lo scorso anno. In piedi è sempre stato molto istintivo, ma ha lavorato tanto su questo aspetto e ha iniziato a padroneggiarlo. Oggi è meno istintivo, come si è visto anche a Sjusjøen, oltre che in allenamento. Ha dimostrato di aver capito quando fare una serie veloce dove rischiare e quando invece gestirla, che significa cambiare di un secondo o secondo e mezzo, incidendo poco nell’economia della gara. Con la consapevolezza di sé che ha maturato, siamo convinti che curando bene questo aspetto possa fare un bel passo avanti. Ovviamente dovrà farlo anche in gara. Sugli sci sappiamo che ha un grande motore. Comunque non ho dubbi, se non oggi o domani, prima o poi arriva».
In un’intervista che ha rilasciato di recente a Fondo Italia, Didier Bionaz ha raccontato di aver lavorato tanto per migliorare il suo tiro in piedi.
«Abbiamo cambiato nuovamente la posizione in piedi, facendolo più volte. In realtà il problema non era tanto questo, ma l’atteggiamento. Lui tende a pensare tanto, si pone tanti obiettivi anche quotidiani, ma ciò lo porta a volte a perdere il controllo della parte tecnica del tiro. Nell’ultimo periodo ci siamo accorti di un aspetto particolare, su cui abbiamo lavorato. Se dovesse eseguirlo in gara, a quel punto risolverebbe il problema del tiro in piedi. Il suo tallone d’Achille è fin qui stato che quando arriva al poligono, anziché concentrarsi su un singolo aspetto, ne pensa dieci diversi, complicandosi la vita. Deve quindi concentrarsi sull’aspetto su cui abbiamo lavorato perché ci sta dando risultati e, se dovesse farlo in gara, vedremmo dei riscontri importanti. Lui sugli sci è tornato quello che abbiamo sempre conosciuto e ciò gli ha dato fiducia. Se, come lui ha fatto in allenamento, dovesse ridurre i tempi di tiro da 30” a 24” o 25” anche in gara, con lo zero al tiro e il passo attuale sugli sci, si toglierebbe belle soddisfazioni».
Molto atteso è anche Lukas Hofer, che ha deciso di proseguire la sua carriera. Come sta?
«Luki ha avuto un problemino alla gamba a Sjusjøen, ma niente di preoccupante. Con il fisioterapista ci sta lavorando da tre settimane. È sereno, il tiro è ottimo come sempre e anche il suo passo sugli sci. A Sjusjøen magari non ha dimostrato il suo valore, ma avevamo caricato tanto prima di quelle gare, visto che l’obiettivo è tenere un alto livello per quattro mesi piuttosto che concentrarsi su gare pre stagionali che a noi servono solo come preparazione. Conosciamo il motore di Luki e sappiamo come possa esprimersi. Sono convinto che farà meglio dello scorso anno, quando arrivava da una stagione difficile e tanti infortuni. Ora si allena con costanza da un anno e mezzo e ha fatto volumi di un certo quantitativo».
Molto affidabili si sono dimostrati Zeni e Braunhofer. Che preparazione hanno avuto? Si aspetta che salgano ancora di livello?
«Brauni ha fatto un bel salto avanti. Ha avuto un problema al ginocchio da maggio a luglio, che lo ha costretto ad utilizzare esclusivamente gli skiroll, non potendo fare corsa, camminata, bici e anche determinati allenamenti di forza in palestra. Il problema è stato risolto in estate e lui ha dimostrato una grande tenacia, ha tenuto duro e si è allenato bene. Ha fatto un bel passo avanti nella gestione della gara. Il tiro, invece, è sempre il suo punto di forza. Mi aspetto sia con costanza a punti per tutta la stagione, con apice nelle gare più adatte a lui, come le individuali. Lo ha dimostrato con il diciannovesimo posto ottenuto a Östersund nel 2023, ma poi lo scorso anno non ha sparato bene proprio in quel format.
Elia Zeni ha fatto dei passi avanti nella velocità d’esecuzione al tiro, che era un po’ il suo punto debole. Ha fatto bene, è migliorato nella velocità di rilascio colpi, mentre la precisione già c’era. Mi aspetto possa avere un tiro costante. Sugli sci è migliorato nella gestione della performance. Si è visto già a Sjusjøen, dove ha gestito molto bene la gara, andando in crescendo. È ciò su cui ha lavorato ed è stato bravo ad esprimerlo subito. Anch’egli mi aspetto di vederlo costantemente a punti con punte attorno alla ventesima piazza».
Nelle ultime settimane si è unito a voi anche Daniele Cappellari. Come lo ha trovato?
«Cappellari ha cambiato materiali, passando ad un’altra azienda (Madshus, ndr). A Sjusjøen ha provato con costanza i nuovi sci per la prima volta, prendendo confidenza. Al tiro è chiaramente un grande tiratore da sempre. Su questo non c’è nulla da scoprire.
Nella mass start a Sjusjøen ritengo abbia avuto anche una buona gestione di gara. Quando è in condizione e sta bene, Cappe sugli sci può essere molto utile in staffetta e nella single mixed. Sono fiducioso perché lo vedo maturato, sa di avere una bella opportunità e vuole sfruttarla».