Biathlon - 29 novembre 2024, 22:00

Biathlon - Al via la stagione 2024/25: cosa aspettarsi dall'Italia maschile?

Photo Credits: Dmytro Yevenko

Quando il prossimo 30 novembre partirà la Coppa del Mondo di biathlon 2024/25, mancheranno poco più di 14 mesi alle Olimpiadi di Milano Cortina 2026. Ciò rende la stagione 2024/25 davvero molto importante per la nazionale italiana.

Cosa aspettarsi dalla squadra maschile? 

Sicuramente un ulteriore passo avanti, dopo gli evidenti miglioramenti avuti già nella passata stagione, segno che lo staff tecnico azzurro sta lavorando nel modo giusto. Nonostante la giovanissima età Tommaso Giacomel è già una realtà del biathlon internazionale, avendo chiuso la classifica generale all’ottavo posto e vinto anche il titolo di miglior Under 25 del circuito. Vero, mancava un fenomeno come Botn, ma certamente avere la meglio su un bel talento come Perrot è tutt’altro che banale. Il trentino delle Fiamme Gialle sta crescendo costantemente, continua a maturare e anche fisicamente sta ovviamente mettendo sul suo corpo anni di esperienza di allenamenti. I suoi obiettivi sono sempre importanti e l’azzurro vuole ora la top five della generale, oltre alla prima vittoria in Coppa del Mondo. Molto passerà per una maggiore continuità al tiro, senza gli alti e bassi che ne hanno caratterizzato alcuni momenti della passata stagione. Certamente il trentino vuole essere protagonista sia in Coppa del Mondo che ai Mondiali, dove nella passata stagione ha disputato la sua gara migliore quando più contava, nella single mixed relay in coppia con Vittozzi. Ora però vuole conquistare la medaglia individuale, ovviamente alla portata di un atleta con il suo potenziale. L’importante sarà scendere in pista pensando a fare il miglior lavoro possibile anziché al risultato. Il livello maschile in Coppa del Mondo è altissimo, ma Giacomel è già parte di quell’élite. Gli serve solo continuità. 

Ma l’Italia maschile non è solo Giacomel, come si è visto lo scorso anno con ben tre podi in staffetta. La squadra azzurra è in crescita costante. Il ritorno di Lukas Hofer, soprattutto per le gare a squadre, è di grande aiuto con l’esperienza che l’altoatesino è capace di mettere in campo. Il carabiniere trentacinquenne è però motivato a cogliere risultati importanti anche individualmente, ora che si è ritrovato dal punto di vista fisico. L’exploit è sempre dietro l’angolo, come si è capito lo scorso anno, quando in diverse occasioni l’azzurro ha sparato per un risultato importante. Al secondo anno consecutivo libero da problemi fisici, “Luki” può davvero togliersi soddisfazioni anche individualmente. 

Chi lo scorso anno ha fatto un bellissimo step è stato Didier Bionaz, capace di trovare quella costanza che gli era fin qui mancata. Consapevole di avere un buon passo sugli sci, ora l’obiettivo del valdostano è chiudere quel bersaglio finale e migliorare nella velocità d’esecuzione. Senza porsi alcuna inutile pressione, “Dido” ha in canna la possibilità di entrare in top ten e da lì chissà. Sicuramente sarà interessante seguirlo.

A completare il gruppo A vi sono Elia Zeni e Patrick Braunhofer. Entrambi hanno migliorato le prestazioni, soprattutto sugli sci, dimostrandosi ovviamente poi affidabili anche al poligono. Nella passata stagione, vissuta interamente in Coppa del Mondo, si sono tolti anche la soddisfazione di salire sul podio in staffetta, ma puntano ora a scalare le posizioni anche individualmente. I margini di miglioramento ci sono e la volontà non manca. Entrambi sono dei grandi lavoratori in crescita costante, affidabili per le gare a squadre, come si è visto.

I sei pettorali di Coppa del Mondo danno una grande opportunità alla squadra azzurra di stimolare ulteriormente tutto l’ambiente. Alle spalle dei cinque citati, infatti, c’è un gruppo agguerrito che reclama spazio. A Kontiolahti lo avrà Daniele Cappellari, che vuole dimostrare a sé stesso in primis di aver migliorato il proprio livello. Come tiratore non è in discussione, ora si aspetta solo di vedere se anche sugli sci avrà migliorato il suo passo nel fondo. Con il friulano si è allenato in estate un gruppo di atleti davvero molto interessanti. I tre poliziotti del 2003, Christoph Pircher, Nicolò Betemps e Marco Barale hanno già ottenuto tanti risultati a livello giovanile e sperano ora di fare lo step necessario per arrivare in Coppa del Mondo. Il trentino è reduce da un’ottima stagione in IBU Cup e spera ora di proseguire la sua crescita, grazie anche a un’estate libera da infortuni. Barale ha già mostrato due anni fa di poter cogliere buonissimi risultati in IBU Cup, tanto da non essere arrivato distante dalla convocazione per il Mondiale di Oberhof 2023. Lo scorso anno è stato limitato da diversi problemi e non ha performato al suo livello, ma certamente vuole tornare a dimostrare il proprio valore quest’anno, nonostante un autunno problematico. Discorso simile per Betemps. Questi tre giovani potranno davvero crescere in un’IBU Cup dal livello alto, nella quale si può formare la consapevolezza del proprio valore se si dovesse finire ai vertici e guadagnarsi la convocazione in Coppa del Mondo. Con loro non va sottovalutato poi David Zingerle, che ha fatto davvero una bella impressione in Val Martello. Sugli sci il 2000 di Anterselva ha un ottimo passo, se dovesse trovare continuità anche al tiro potrebbe ritagliarsi spazio al piano di sopra.

Al di là dei giovani, vi è anche chi a quasi trent’anni continua a lottare e sognare l’esordio in Coppa del Mondo, pur non facendo più parte della squadra di sede. Nicola Romanin continua a lavorare duramente, anche ora che non fa più parte del Centro Sportivo Esercito. In Val Martello ha dimostrato di aver lavorato molto bene per tutta la preparazione, guadagnandosi l’IBU Cup. Chissà, dopo la medaglia di squadra agli Europei, Romanin sogna di guadagnarsi la convocazione in Coppa del Mondo. Sarebbe una storia bellissima.

 Ovviamente per tutti gli azzurri non sarà semplice ottenere ottimi risultati in questa IBU Cup competitiva, ma dall’altro canto potranno certamente giovare di questa sfida complicata. Sicuramente i 2003 hanno ancora tempo davanti, un futuro che va oltre Milano Cortina 2026. Eppure, quei cinque cerchi in casa rappresentano un grande stimolo.

Giorgio Capodaglio