Nel 2023 venne dismesso dal Centro Sportivo Esercito, costretto a chiudere la sua carriera ad appena ventisette anni, nonostante avesse appena vinto la Coppa Italia Rode di sci di fondo. A distanza di un anno e mezzo da quell'addio forzato, nonostante stia vivendo una bella esperienza nello staff tecnico della nazionale di sci di fondo paralimpico, Daniele Serra prova ancora tanta rabbia per quella chiusura così precoce della sua carriera.
In occasione del raduno azzurro a Livigno, il piemontese della Valle Maira è tornato su questo argomento al microfono di Katja Colturi per Fondo Italia, sfogandosi e parlando apertamente come avrebbe voluto fare già da molto tempo, anche quando era ancora in attività e vedeva cose che secondo lui non andavano bene. Non vuole più trattenersi Serra, vuole lanciare un messaggio importante, esprimere il suo pensiero, che è quello di molti ex atleti, ma anche di tanti fondisti oggi ancora in attività, che vorrebbero un cambiamento all'interno del movimento.
Un discorso chiaro quello di Serra, che va oltre la sua vicenda personale, ma si concentra su uno sci di fondo che dovrebbe valorizzare di più le competizioni nazionali, alle quali non viene dato il giusto peso, né economicamente né per eventuali convocazioni in Coppa del Mondo. La sua storia ne è proprio la dimostrazione, in quanto dovette smettere da vincitore della Coppa Italia. Uno sfogo educato, sentito e lucido quello del piemontese, che sicuramente va ascoltato anche ai vertici, perché certamente ci sono appunti da prendere.