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Biathlon – Il dt Klaus Höllrigl, non solo Vittozzi e Wierer: “Vogliamo alzare il livello anche in IBU Cup”

Ha girato per tutta l’estate e l’autunno da un raduno all’altro, dalla squadra A maschile a quella femminile, dai gruppi Milano Cortina 2026 agli juniores e gli AIN. Klaus Höllrigl ha seguito da vicino lo sviluppo della preparazione delle squadre azzurre, oltre agli altri impegni che fanno parte del ruolo di direttore tecnico che ricopre da due stagioni, nelle quali l’Italia si è tolta tante soddisfazioni. 
Lo scorso weekend, nella sua Val Martello si sono svolti i test di selezione per l’IBU Cup, mentre a Sjusjøen la squadra maschile e Wierer gareggiavano nelle competizioni pre stagionali norvegesi. È stato il momento giusto, quindi, per fare con lui il punto della situazione alla vigilia della partenza della stagione. 

Buongiorno Höllrigl. Con le gare della Val Martello, si è conclusa ufficialmente la preparazione. Quali sono le sue impressioni?

«Sono molto contento di quello che ho visto, c’è stato un bel livello. Nel campo femminile abbiamo anche potuto mettere a confronto atlete di IBU Cup e Coppa del Mondo. Ho avuto una grande impressione, si muovono tutte bene. Anche per quanto riguarda i maschi, ho potuto constatare che la forma c’è e possiamo essere fiduciosi per le prime gare.
Ci tengo però a sottolineare un’altra cosa molto positiva. Sabato, in tarda mattinata, abbiamo fatto partire anche gli aspiranti, ma con il chilometraggio dei grandi. Sulla carta, una gara molto tosta per loro. Sono convinto che qualche anno fa, gli aspiranti avrebbero faticato a gestire una gara del genere. Invece, sono partiti tutti in un modo intelligente, riuscendo a mantenere le forze fino alla fine. Vuol dire che tutti si allenano di più rispetto ad alcuni anni fa e gli viene anche insegnato come agire tatticamente. Ci tengo, quindi, a fare i miei complimenti a comitati e gruppi sportivi militari per questo».

Partiamo dall’atleta più attesa, essendo la detentrice della Coppa del Mondo: Lisa Vittozzi. È sembrata non spingere al massimo, quasi a volersi testare dopo i problemi avuti. Qual è la situazione? Siete preoccupati?

«Lisa ha avuto problemi alla schiena. Per un periodo non poteva allenarsi o comunque era molto limitata nel farlo. Ora il problema è passato, ma serve un po’ di allenamento, il tempo per ritrovare il ritmo gara. Non è niente di preoccupante. Lei è un’atleta con una grande base, quindi le servirà poco tempo per recuperare condizione ed avvicinarsi al cento per cento».

Anche perché nella passata stagione, proprio nei momenti di difficoltà ha ottenuto quei punti che hanno fatto la differenza in Coppa del Mondo. 

«Infatti la situazione non mi preoccupa minimamente, perché so che lei si avvicinerà presto al suo cento per cento, che rappresenta un biathlon di altissimo livello. Un po’ di tempo le servirà, ma anche all’ottanta per cento lei ha dimostrato di poter fare risultato. L’importante è che quel problema sia passato ed ora bisogna solo avere pazienza».

Dorothea Wierer è tornata in gara dopo nove mesi. Che impressioni ha avuto?

«Direi più che positive. Arrivare terza in queste gare di Sjusjøen non è banale. Lei lo ha fatto dopo un periodo che non ha gareggiato. Meglio di così non poteva andare. Ora abbiamo dieci giorni per preparare al meglio Kontiolahti. Anche da lei sono arrivati segnali più che positivi e possiamo essere fiduciosi»

In questi giorni mi ha impressionato Beatrice Trabucchi, che rimasta fuori dalle convocate per la Coppa del Mondo, non si è abbattuta e in Val Martello ha fatto delle belle gare.

«È un bel segnale ed è a questo che vogliamo portare gli atleti. C’erano delle motivazioni, per preferirle altre atlete in questa prima tappa. Lei non deve mollare, ma andare avanti con concentrazione, fare le sue gare e allenarsi per rientrare in Coppa del mondo, come sta facendo. Dobbiamo toglierci dalla testa che sia una catastrofe partire dall’IBU Cup anziché dalla Coppa del Mondo. Sono tutti atleti giovani e la cosa più importante è la loro crescita. Ci sono dei momenti in cui si trova un sasso a metà strada, allora ci si ferma, gli si gira attorno e si riprende il proprio cammino. Bea, come tanti altri, lo ha capito e lo sta facendo. Solo così si può arrivare a un certo livello». 

Anche dalla squadra B sono arrivate due prestazioni molto positive di Martina Trabucchi. 

«Ho sempre detto che uno degli obiettivi principali è quello di alzare il livello delle prestazioni in IBU Cup. Sembra che ci stiamo riuscendo, perché sia lei che Linda Zingerle, nel secondo caso sugli sci, hanno fatto delle prestazioni molto vicine alle altre. Quello che mi fa piacere è constatare che le nostre squadre b hanno lavorato bene, perché abbiamo investito tanto su questo, creando gruppi di lavoro più piccoli, per allenarci con maggiore qualità. Sembra che ciò stia dando i suoi frutti. Ovviamente dobbiamo aspettare il primo mese per fare poi davvero il punto della situazione». 

C’è grande curiosità nei confronti della squadra b maschile, molto ringiovanita in questa stagione.

«Ho sempre comunicato che quest’anno vogliamo alzare il livello e competere con maggiore qualità in IBU Cup. In questi due giorni ho visto che abbiamo i ragazzi per poterlo fare. Mi aspetto tanto da loro. Abbiamo dei giovani forti, ma ci servono ancora un paio d’anni. L’obiettivo a medio lungo termine è avere una squadra di IBU cup al livello di francesi e tedeschi». 

Anche perché il gruppo si chiama Milano-Cortina 2026, ma si può anche leggere Francia 2030, considerando l’età degli atleti.

«Si, non dobbiamo mai dimenticare che il biathlon esisterà anche dopo le Olimpiadi del 2026. Ci dobbiamo quindi preparare anche al post. Se riusciremo ad alzare il nostro livello in IBU Cup, sarà tutto più facile, anche in Coppa del Mondo».  

In Val Martello era assente la Squadra A maschile, che era in raduno a Sjusjøen. Cosa si aspetta da loro?

«Li ho visti su a Sjusjøen a fare allenamento e mi sono piaciuti come nel corso di tutta la preparazione. Lavorano davvero tanto, ma hanno sempre una certa freschezza e si muovono bene. Anche nelle gare di questi giorni non mi sono dispiaciuti. Giacomel è stato molto bravo, perché entrare nei dieci in quel contesto di gara non è facile, in quanto il livello era altissimo. Anche Hofer e Bionaz hanno fatto bene, mostrando che ci sono, così come gli altri, che hanno alzato il proprio livello. Sono fiducioso».  

Mi sembra molto più fiducioso rispetto all’anno passato
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«Vedo un ambiente biathlon che sta lavorando bene. Cerchiamo di organizzare il tutto nel modo più professionale possibile. Stiamo strutturando le squadre in modo da lavorare sempre meglio. Siamo sulal buona strada. Non nascondo che mi aspetto tanto, perché siamo in un momento dove i giovani hanno la giusta esperienza per competere bene in Coppa del mondo e IBU Cup, ma anche margini di miglioramento. Mi aspetto che facciamo dei passi avanti con tutte le squadre». 

Sicuramente per i giovani sarà importante gareggiare in questa IBU Cup che è sempre più competitiva.

«Si, in IBU Cup oggi ci sono atleti molto forti. Se entri con continuità nei primi posti, vuol dire che allora puoi fare bella figura anche in Coppa del Mondo. Abbiamo già visto anche qui che le ragazze della squadra B erano più vicine a quelle della A. I distacchi si sono ridotti rispetto a qualche anno fa, la lotta è sempre più serrata».

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