Biathlon | 16 novembre 2024, 14:05

Biathlon - Wierer soddisfatta dopo la sprint di Sjusjøen: "Non sono ancora al top, ma sono contenta delle sensazioni avute. Nella serie a terra sono stata sfortunata"

Foto credit: Pentaphoto

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Può essere soddisfatta Dorothea Wierer al termine della sprint di Sjusjøen, che ha segnato il suo ritorno in gara a nove mesi di distanza dalla mass start del Mondiale di Nove Mesto. La trentaquattrenne delle Fiamme Gialle ha concluso al 15° posto a 1'08"5 dalla vincitrice, Ingrid Landmark Tandrevold, commettendo tre errori al tiro, due in piedi e uno a terra. Errori anche sfortunati, come ha spiegato l'azzurra, che nella serie a terra è stata penalizzata da un cambio repentino della direzione del vento che ha fatto uscire gli ultimi due colpi. 

Dall'altra parte, però, il riscontro più importante era per Wierer quello sugli sci. Da questo punto di vista l'azzurra può essere più che soddisfatta, avendo chiuso con il 10° tempo sugli sci. «Sono contenta - ha ammesso Wierer a Fondo Italia - anche se oggi non mi sentivo bene come nei giorni passati. Ma avendo rimesso il pettorale per la prima volta da febbraio e dopo tutti gli alti e bassi avuti, posso solo essere contenta delle sensazioni avute. Ho bisogno ancora di un po' di intensità e ritmo gara».

L'atleta di Anterselva ha poi analizzato la sua gara: «Peccato per quel poligono a terra. Sugli ultimi due colpi, il vento ha girato e io non me ne sono accorta perché non era stata una vera e propria folata. In piedi, invece, avevo un po' di fretta nel chiudere la serie, proprio perché qui non sai mai che possa arrivare una folata da un momento all'altro. Così ho avuto troppa fretta. Sugli sci non è andata troppo male., non sono ancora al top, ma finalmente riesco a fare fatica, a differenza dello scorso anno quando avevo un vero e proprio blocco, che non mi permetteva di spingere al massimo. Pensavo peggio».

Sorridendo, Wierer ha chiuso con una battuta: «Con tutti questi comeback, tra Kuzmina e le altre, bisognerebbe fare un comeback di nuovo (ride, ndr)».

Giorgio Capodaglio