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Jarl Magnus Riiber potrebbe dire addio alla combinata nordica dopo le Olimpiadi: “Dipende quasi esclusivamente dal mio corpo e dalla mia salute”

Jarl Magnus Riiber è l’atleta più vincente che la combinata nordica ricordi: oltre all’incredibile impresa di Planica, dove ha conquistato la medaglia d’oro in tutte le gare a cui ha preso parte, e le cinque Sfere di Cristallo, il 27enne norvegese negli ultimi anni è stato raramente visto fuori dal podio anche in Coppa del Mondo. 
Con un Campionato del Mondo in casa alle porte, il suo palmares è quasi certamente destinato a crescere e l’unica medaglia che manca alla collezione è l’oro olimpico, per il quale dovrà aspettare pochi mesi, con le gare di Milano-Cortina 2026 che saranno importanti tanto per la sua carriera, quanto per l’intero destino della disciplina (unica nel panorama olimpico a non avere le gare femminili).
Se dovesse centrare l’obiettivo per il nativo di Oslo potrebbe arrivare l’addio alla sua carriera agonistica. Lo conferma il combinatista stesso in un’intervista rilasciata a Dagbladet: "Non mi restano molti anni come atleta"
Questa decisione non è solo dettata, come si potrebbe pensare, da una mancanza di motivazione dopo una carriera tanto vincente: le vittorie, presentano, ad ogni stagione che passa, un conto salato da pagare, in primis a livello fisico. La scorsa stagione è stato caratterizzata da una serie di infortuni il combinatista, che non nasconde di aver preso in considerazione la possibilità di terminare la sua carriera già in passato. Guardando alla stagione invernale, questa estate Riiber ha messo da parte gli skiroll per evitare conseguenze gravi.
"Ho combattuto con una spalla dolorosa per molto tempo. Lo skiroll e altri imprevisti avrebbero potuto facilmente slogarmi la spalla. Per questo abbiamo deciso che le gare estive erano un rischio troppo grande da correre. Soprattutto quest’anno, con i Campionati del Mondo in casa."

Ma non c’è solo la spalla: durante il weekend di Coppa del Mondo ad Holmenkollen nel marzo scorso, il ginocchio ha messo Riiber fuori gioco mandandolo in sala operatoria e ritardando la preparazione estiva, già in bilico in ragione degli altri problemi esistenti.
C’è però un altro grande prezzo da pagare per il combinatista: il suo grande rigore per lo sport, la ricerca del limite e il suo superamento, gli impongono spesso sacrifici a livello personale che molti potrebbero trovare estremi. E forse, se la decisione di lasciare lo sport a livello agonistico prima dei trent’anni verrà rispettata, sono privazioni che iniziano a essere difficili anche per il diretto interessato, ora che è papà di due bambini.
Negli ultimi tempi, del resto, Riiber ha vissuto tra Trondheim e la casa dei genitori a Røa, ovest di Oslo e più precisamente nel seminterrato della casa paterna, questo per perseguire il suo tradizionale piano di isolarsi completamente prima dei Campionati del Mondo che si svolgeranno in patria a febbraio: l’unica eccezione a questa rigida routine saranno le festività natalizie, quando trascorrerà qualche giorno a casa sua, a Lillehammer.
"La lontananza dalla famiglia è assolutamente un motivo per andare in pensione nel prossimo futuro. Il desiderio è quello di stare con loro, soprattutto in questi anni in cui stanno succedendo tante cose."
Stare lontano da casa così tanto tempo è dura, ma la scelta per il norvegese è l’unica possibile.
"Mia figlia frequenta la scuola materna e se dovessi stare di più a casa, dovremmo toglierla dalla scuola per un periodo più lungo per essere sicuri di non ammalarci. Quindi penso che sia più importante che lei vada all’asilo piuttosto che io stia a casa. Anche la mia compagna la pensa così" spiega "Ecco perché abbiamo fatto questa scelta. Soprattutto quest’anno, con i Campionati del Mondo in casa, sarà ancora più difficile stabilire delle priorità per avere successo. Per molti versi, solo la salute che può mettere fine a un buon campionato."
Ad ogni modo la data fissata per il ritiro non è così definitiva: la salute e la motivazione giocheranno nei mesi a venire un ruolo chiave.
"Ho obiettivi almeno fino alle Olimpiadi di Cortina. Se c’è la motivazione, sono aperto a fare altri quattro anni o due anni, o qualunque cosa sia. Dipende quasi esclusivamente dal mio corpo e dalla mia salute. Ho fatto molte esperienze e ho vinto molto. In un certo senso, bisogna avere degli obiettivi ambiziosi e che ti motivano. Se non ci sono, allora posso dire di essere contento di quello che ho raggiunto e magari passare a un altro ruolo o un’altra sfida."
Per lo stesso motivo, non vuole Riiber non vuole dire dove si vedrebbe tra qualche anno, quando abbandonerà definitivamente la vita da atleta; restare nel mondo della combinata nordica, da allenatore o da manager, è una decisione che può attendere: "Si procede un paio di anni alla volta"
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