Il Kosovo sperava di poter trovare una strada negli sport invernali attraverso il salto con gli sci grazie a Sophie Sorschag, la saltatrice l'austriaca campionessa mondiale a squadre di Oberstdorf 2021 che, a seguito di un conflitto con la sua federazione d'origine, è stata naturalizzata nel 2023. Il sogno era di costruire da zero un intero movimento con tanto di trampolino proprio per poter allenarsi. I sogni però spesso vanno ad abbattersi sul muro della realtà e a raccontarci dell'amaro risveglio è proprio Sorschag che nei giorni scorsi, ha parlato per la prima volta dalla fine della sua carriera con il sito kosovaro Koha.net, una decisione che non aveva mai commentato prima d'ora pubblicamente.
Dopo essere riuscita ad accelerare la burocrazia e i tempi tecnici per il "cambio di bandiera", con la FIS che le ha dato il via libera per gareggiare con il nuovo Paese fin dall'inizio della stagione 2023/24, le cose non sono andate bene in Coppa del Mondo. Solo tre volte Sorschag ha superato le qualificazioni e il suo piazzamento più alto è stato il 33° posto a Lillehammer. A gennaio, nel bel mezzo della trasferta di Coppa del Mondo in Giappone, la 25enne ha fatto le valigie ed è tornata a casa.
"Il motivo principale per cui non gareggio più nel salto con gli sci è la mancanza di sostegno finanziario” ha spiegato Sorschag "Il nostro progetto comune è iniziato il 25 gennaio 2023, quando è stato firmato un contratto tra me e la Federazione sciistica del Kosovo. Ci siamo stretti la mano in segno di fiducia con i membri della Federazione e del Comitato olimpico del Kosovo sul nostro progetto di salto con gli sci e sul nostro sogno olimpico”.
Nonostante le rassicurazioni continue delle istituzioni sportive del Kosovo in merito ai rimborsi delle spese sostenute, l'ormai ex atleta sostiene di non aver ricevuto alcun finanziamento dalle istituzioni sportive del Kosovo e di aver dovuto sostenere da sola tutti i costi, costretta anche a gareggiare con attrezzature di qualità molto inferiore rispetto a quelle degli avversari per contenere i costi. Secondo l'austriaca, tutte le sue richieste di spiegazioni sulla questione, tra lettere e telefonate, sono rimaste inascoltate e senza risposta.
"Non ho avuto alcun sostegno, ho dovuto pagare tutto da sola. Le mie spese comprendevano, tra l'altro, l'attrezzatura, lo stipendio mensile dell'allenatore, i costi di affitto del trampolino, l'assicurazione, i viaggi per le gare per me e per l'allenatore. Ho dovuto prendere in prestito molti soldi. Oltre agli studi, ora devo anche lavorare sodo per far quadrare i conti e ripagare i prestiti”
Un'amara fine di carriera per atleta ancora giovane, lasciata ai margini della sua nazionale dopo la rottura del legamento crociato anche se la sua versione non è esattamente quella fornita da Ski Austria. Oggi, di tutta questa storia rimane una storia triste e tanta disillusione.