L’estate 2024 ha riservato belle sorprese a Chloé Chevalier, atleta della squadra B della nazionale francese di biathlon. Reduce da una stagione molto complicata in ragione dei pesanti problemi fisici che l’hanno condizionata, la transalpina ha saputo rialzarsi trovando anche un’ottima vittoria nella sprint dei Campionati Francesi Estivi ad Arçon, mettendo alle sue spalle tutte le big della nazionale. Alle sue spalle molti periodi difficili, ma davanti a sé la voglia di dare ancora il meglio di sé: Chloé Chevalier si racconta in una approfondita intervista a Nordic Magazine.
In apertura, Chevalier ripercorre le difficoltà incontrate durante la scorsa stagione: “Alla fine di ottobre, in occasione del Summer Tour ad Arçon, non mi sentivo bene. Non me la sentivo di essere lì. È stato un po' complicato, ma mi sono detta che ero stanca e che la stagione era molto stressante. Pensavo che sarei stata bene. Poi c'è stato lo stadio di Bessans, sentivo di non essere in forma, ma non avevo spiegazioni troppo precise. Siamo partiti per la Coppa del Mondo e mi sono ammalata il primo giorno a Östersund. Non stavo proprio bene, ma sono andata lo stesso all'inizio delle gare. Ho iniziato a migliorare, ma poi mi sono ammalata di nuovo, tossendo molto. Ho scoperto che si trattava di Covid-19! Il treno della Coppa del Mondo è proseguito e sono andata a Hochfilzen, ancora malata. Stavamo cercando di fare delle pause per stare meglio, ma non riuscivo a riprendermi. Moralmente è stato molto complicato, perché la preparazione è andata molto bene e io sto vivendo un calvario da un mese... Psicologicamente è stata molto dura”.
Un inizio di stagione partito male e proseguito peggio per la francese: “I miei risultati erano pessimi e, sotto, c'erano degli ottimi risultati delle altre, così mi è stato detto che sarei andata in IBU Cup. All'epoca era logico, non c'erano problemi, conoscevo le regole. Tuttavia, dentro di me pensavo: voglio continuare a gareggiare?”. E così Chevalier prosegue con la preparazione, ma il suo corpo non dà le risposte sperate, al punto da arrivare a gennaio 2024 ad annunciare sui social la scelta di prendersi una pausa: “E’ arrivato il Natale, mi sono allenata di nuovo, sciando, vedendo gente e mi sono detta che non c'era motivo di preoccuparsi, che non ero più malata e che sarei stata bene. Poi sono andata in IBU Cup e le cose non sono andate affatto bene. Con gli allenatori ho deciso di tornare a casa e ho detto a tutti che avevo bisogno di un po' di tempo per me stessa perché non riuscivo a rimettermi in sesto fisicamente e psicologicamente. Avevo bisogno di allontanarmi dal biathlon. A quel punto ho fatto il mio piccolo annuncio sui social network”.
A fare chiarezza sulle sue condizioni, la diagnosi di una malattia simile alla mononucleosi: “Se in quel momento sapevo di cosa si trattasse? No, non lo sapevo. È stato quando ho interrotto la mia stagione che abbiamo deciso, contemporaneamente, di fare alcuni esami medici per vedere se non ci fosse qualcosa che non andava. È emerso che avevo un'infezione. L'ho definita ‘mononucleosi’, ma non si trattava esattamente di questo. Era qualcosa di simile”.
La stagione prosegue dunque per lei lontana dalle competizioni, con qualche sporadico allenamento e le difficoltà dovute a una forma che stenta ad arrivare. Tornata in IBU Cup per le ultime gare a Obertilliach, dove centra anche un podio nella short individual, Chevalier non riesce però a ritrovare le sensazioni e sprofonda in un periodo di pesante incertezza. Un’incertezza che Chevalier racconta attraverso dichiarazioni forti: “Mi chiedevo cosa fare... Era chiaramente un inverno marcio quello che stava per finire. Non è la prima volta che mi pongo domande sui prossimi passi della mia carriera e mi sono chiesta se non fosse arrivato il momento di farla finita. È seguito un lungo periodo di dubbi, in cui sono successe molte cose nella mia vita personale che hanno reso tutto molto complicato. A maggio e giugno sono giunta alla conclusione che non potevo praticare il biathlon. Non me la sentivo, non me la sentivo più”.
Tante insicurezze e un sentimento di scoraggiamento con i quali Chevalier affronta il raduno della nazionale a giugno, fino ad arrivare a luglio, quando – sempre durante una settimana di lavoro con la squadra – sembra finalmente ritrovare le giuste sensazioni: “Ci sono andata un po' a malincuore, ma alla fine mi sono resa conto che non era un incubo, che stava andando bene! Mi sono detta che dovevo andare avanti e credere un po' di più nel mio progetto dandomi la possibilità di continuare. Se tra quindici giorni, due mesi o tre mesi sarò stufa, mi fermerò, pensavo. Ma almeno ci avrò provato. Sono partita con questo obiettivo e sono ancora qui!”. Passando anche da alcuni buoni risultati nelle gare del Summer Tour a Prémanon, Chevalier ritrova a poco a poco il sorriso e impara a focalizzarsi sulle cose giuste: “Mi sono resa conto che spesso ero ossessionata dal risultato e che avevo dimenticato di godermi questa meravigliosa avventura. Mi ero divisa troppo tra Chloé nella vita e Chloé nel biathlon. Credo che mi fossi un po' persa”.
Ora, per la gioia di tutti, le ambizioni di Chloé Chevalier sono decisamente ridimensionate e gli obiettivi sono tornati ad essere quelli più nobili: “Voglio tornare sul carro della Coppa del Mondo. Abbiamo un'altissima densità di ragazze. C'è molto da fare, ma questo è l'obiettivo principale. Se andrò in Coppa del Mondo, sarà anche per stare davanti. Al di là di questo, un inverno di successo sarebbe quello di poter tagliare il traguardo e la linea di partenza con il sorriso sul volto a ogni gara. So che posso ottenere buoni risultati quando sono felice di essere lì. Se alla fine dell'inverno sarà così, sarà un grande successo. La vittoria ad Arçon? Non voglio mentire, è stata una sorpresa! Non sapevo davvero a che punto fossi. So di aver fatto un buon lavoro, ma so anche da dove vengo. Sapere di poter vincere di nuovo è stato bello! Sì, è pur sempre un Tour estivo, è un Tour con gli skiroll, è ottobre, ma è stata la ciliegina sulla torta dopo una buona gara”. Interrogata infine sulla possibilità di guardare a Milano-Cortina 2026 come un obiettivo, la francese aggiunge: “È difficile rispondere... Certo, è una cosa che ho in mente. Per il 2030, invece, è decisamente un no. So di essere negli ultimi anni della mia carriera, quindi non c'è alcun problema. Lo guarderò con grande interesse, ma dal mio divano!”