Nonostante la tragedia di Valencia a cui abbiamo assistito tutti e ad un anticipo di inverno arrivato alle nostre latitudini con largo anticipo tra settembre e le prime giornate di ottobre, ora che le cose si fanno serie per gli atleti delle discipline invernali la stagione fredda non sembra ancora voler affacciarsi sulle alpi come nel resto d'Europa, lasciando molte piste, aperte grazie allo stoccaggio della neve dell'inverno precedente (snowfarming) in un paesaggio ancora fortemente autunnale. Persino nel nord Europa, le squadre hanno ritardato i raduni sulla neve per permettere alle temperature di scendere ancora per non danneggiare troppo il manto nevoso con l'uso intensivo e le temperature ancora troppo miti.
Gli stessi problemi, non senza un pizzico di sorpresa, stanno coinvolgendo in questi giorni anche la Russia, nazione che siamo abituati ad associare al freddo intenso e alle copiose nevicate.
Nel corso del raduno della squadra nazionale di sci di fondo russa guidata da Egor Sorin a Khanty-Mansiysk è scoppiato un contenzioso tra l'allenatore, i responsabili della pista e la presidente della Federazione Russa di Sci, Elena Välbe. Khanty-Mansiysk è l'unica regione russa che coniuga la comodità dell'innevamento anticipato grazie allo snowfarming con la vicinanza logistica alle località di provenienza degli atleti ed è quindi scelta di solito viene dalle squadre nazionali per i propri allenamenti pregare. Sorin si è tuttavia lamentato della preparazione della pista, troppo stretta e inadeguata per lo stile classico, accusando gli addetti ai lavori di lesinare sulla neve usata per preparare la pista.
"Ci sono molte domande per gli organizzatori" ha detto il tecnico ai media della Jugra, la regione in cui si trova l'impianto "Non ci ascoltano neanche un po'. Quest'anno non c'è dialogo. Ci sono alcune difficoltà nell'arrivo. Alcune squadre sciano da otto giorni senza una pista classica, anche se il livello e lo spessore della neve lo consentono. Gli organizzatori locali stanno risparmiando neve."
In questa diatriba si è estesa fino alla dirigenza federale con a capo Välbe che, anziché giocare la carta della diplomazia, come è accaduto molte volte in casi simili a tante altre squadre europee, parla con mezzi termini di depennare la località dal proprio carnet se non rispetta le condizioni soddisfacenti richieste dall'élite del fondo russo. "Sono a conoscenza di questa situazione, dovuta al fatto che il clima è molto caldo. Gli organizzatori temono che al momento del rifacimento della pista non ci sia abbastanza neve, e hanno in programma delle gare di biathlon molto serie” ha spiegato Välbe che non è disposta a essere indulgente "Di norma, in questi casi il risultato è semplicemente quello di non andare più in questi luoghi"
Più conciliante è invece l'altro allenatore della Nazionale, Yuri Borodavko: "Penso che bisogna ringraziare di cuore gli organizzatori, perché preparare un tracciato come quello vale molto. L'anello è più di 8 chilometri. La neve ha iniziato a cadere a metà ottobre ma ora per la prima volta c'è un clima abbastanza caldo e la neve si è sciolta abbastanza rapidamente. Gli organizzatori temono molto che la neve non resista. Con determinati trattamenti, la neve artificiale diventa più sottile e potrebbe semplicemente non essere abbastanza".
Dal canto loro, gli organizzatori hanno attribuito la colpa al caldo anomalo di questo autunno: le temperature elevate del resto non consentono ai gatti delle nevi di preparare una pista di qualità con la sola neve "in riserva", rispettando al meglio le esigenze tanto dei fondisti che si allenano quanto dei biathleti che presto metteranno il pettorale di gare proprio su quelle piste.
"Durante questo periodo, i nostri specialisti sono stati sotto pressione nella preparazione della pista" ha dichiarato Evgeniy Dementyev, presidente della Federazione sciistica di Jugra, come riporta SportExpress.ru "Vorrei che ci si fidasse dei professionisti. Hanno fatto il meglio che potevano."