Brasile e sci, due mondi sulla carta diametralmente opposti ma ora un po’ più vicini. Per chi ama gli sport invernali, l’apertura della stagione di sci alpino avvenuta nel weekend a Sölden ha regalato emozioni inedite, grazie al singolare ritorno di Lucas Pinheiro Braathen, tornato a gareggiare per difendere i colori del Brasile (la mamma è brasiliana). E così tra la folla compaiono bandiere verdeoro che – superata un’iniziale reazione di stupore – non possono che essere accolte con grande entusiasmo da chiunque sia appassionato di storie sportive. Con riferimento al mondo dello sci nordico, il binomio Brasile-sci porta a domandarsi: Qual è la situazione dello sci di fondo in Brasile?
La risposta è quella più ovvia, lo sci di fondo in Brasile trova poco spazio se rapportato ad altri sport ben più diffusi e facilmente praticabili. Questo non significa però che una tradizione legata a questo sport non esista e la storia del progetto “Ski Na Rua” ne è la prova.
A raccontarla è Victor Santos, in un commovente video-reportage pubblicato dal portale Olympics in occasione della sua partecipazione ai Giochi di Pyeongchang 2018. Nato e residente a São Remo, comune nella periferia di San Paolo, e membro di una famiglia composta da 8 fratelli, Victor Santos è l’esempio più lampante di cosa significhi inseguire i propri sogni a qualsiasi costo. In un paese in cui il calcio è religione e i bambini crescono con il pallone tra i piedi, Santos ha scelto lo sci di fondo. Una via per trovare soddisfazione e realizzazione e allo stesso tempo sfuggire a criminalità e droga, che – purtroppo – nelle fatiscenti periferie della metropoli brasiliana spesso rappresentano la strada più scelta da molti giovani: “I bambini a Sao Remo non hanno le stesse possibilità di altri bambini in altre zone di San Paolo – racconta Victor Santos nel video –. Vengono coinvolti nello smercio di droga, nei furti. Molti ragazzi si perdono, seguono strade sbagliate”.
Ecco perché, come manna dal cielo, giunge in aiuto il progetto Ski Na Rua (letteralmente “sci sulla strada” in portoghese), capace di fornire una via per dedicarsi a qualcosa di veramente prezioso e indispensabile per crescere con obiettivi e aspirazioni, riunendo molti ragazzi grazie alla pratica dello skiroll. “Si tratta di un progetto che punta ad aiutare la gioventù più povera a Sao Remo”, spiega Victor Santos. A capo del progetto, Leandro Ribela, ex fondista brasiliano che in carriera ha avuto la possibilità di prendere parte a due Olimpiadi Invernali, presenziando nella 15 km a skating di Vancouver 2010 (vinta da Dario Cologna sull’azzurro Pietro Piller Cottrer) e nella sprint a skating di Sochi 2014 (l’oro andò a Ola Vigen Hattestad). “Per i ragazzi è davvero importante avere accesso allo sport per creare il proprio carattere – approfondisce Leandro Ribela –. Ma vogliamo fare qualcosa di più di permettere semplicemente di fare sport”. Ribela, aiutato dai ragazzi più grandi, insegna a sciare ai più piccoli e li indirizza attraverso lo skiroll verso lo sci di fondo.
Un progetto nato dal nulla nel 2012 e che in soli 6 anni è arrivato a coinvolgere la bellezza di 95 bambini e ragazzi – tra cui anche Victor Santos – portandoli ad allenarsi con gli skiroll tra le strade della periferia di San Paolo. Non solo attività fisica, ma veri e proprio obiettivi da puntare, come quello di seguire le orme di Ribela prendendo parte alle Olimpiadi Invernali. Un sogno che per Victor Santos è diventato realtà nel 2018 a Pyeongchang, quando è riuscito a partecipare alla 15 km in tecnica libera vinta, guarda caso, proprio da Dario Cologna come in occasione dell’esordio olimpico del suo allenatore Ribela.
Quando sono passati ormai 6 anni da quella Olimpiade (e dalla pubblicazione di quel video che riportiamo in allegato in fondo all'articolo), la domanda sorge spontanea: che fine avranno fatto Ribela, Santos e il Progetto Ski na Rua?
Beh, la risposta la si evince dando uno sguardo al profilo Instagram di Ski na Rua, dove si affollano foto, video e testimonianze di un movimento in grande crescita. In particolare, dopo 12 anni dall’inizio del progetto, sono circa 100 i ragazzi iscritti e regolarmente impegnati tra allenamenti e gare in Brasile. Sì, gare. Perché in Brasile oggi c’è un vero e proprio circuito di gare di skiroll che durante l’anno chiama a raccolta presso il parco eco-sportivo Damha a Sao Carlos - altro comune non lontano da San Paolo dove si svolgono tutte le gare brasiliane - numerosi atleti del paese, ma anche partecipanti da altre parti del Sudamerica come Argentina e Cile.
Ribela rimane il padre del progetto, ma ricopre anche il ruolo di coordinatore della squadra nazionale di sci di fondo del Brasile seguendo da vicino anche il team paralimpico, a testimonianza di come il suo progetto si sia allargato a macchia d’olio. Le redini sono passate a diversi giovani appassionati, tra cui spicca l'ex biatleta Lucas Martins, che in carriera ha messo in fila presenze in IBU Junior Cup, IBU Cup e ai Mondiali Junior. Intanto, Santos continua ad allenarsi (ha partecipato nel 2021 anche ai Mondiali di Oberstdorf) e a lui si sono aggiunti diversi nuovi volti decisi a portare avanti la disciplina in Brasile. Va sicuramente menzionata Jaqueline Mourao, capace di vincere ai Mondiali di Planica la gara di qualificazione dedicata alle nazioni "minori" per poi chiudere – in coppia con la compagna Eduarda Ribera – al 23° posto la team sprint iridata, battendo anche la nazionale lituana. Al maschile fa parlare di sé Manex Silva, atleta del 2002 arrivato 2° alla gara di qualificazione a Planica 2023 (ha poi partecipato a 15 km e sprint) e già presente anche ai Mondiali di Oberstdorf.
Insomma, la passione per skiroll e sci di fondo in Brasile non manca (se si sa dove cercarla) e viene coltivata con dedizione, impegno e passione da sempre più bambini e ragazzi. Se lo storico 4° posto del norvegese-brasiliano Lucas Pinheiro Braathen nella Coppa del Mondo di sci alpino di ieri a Sölden è già qualcosa di storico, la speranza è che prima o poi anche nello sci di fondo possa succedere di vedere qualche bandiera del Brasile sventolare in sostegno di qualche atleta. Magari, chissà, proprio qualcuno avvicinatosi a questo sport grazie al progetto Ski Na Rua.