Sci di fondo | 28 ottobre 2024, 18:30

Sci di fondo - Markus Cramer: "Felice del raduno di Ramsau. Siamo sulla strada giusta, ma nelle gare di Muonio capiremo davvero a che punto siamo"

Sci di fondo - Markus Cramer: "Felice del raduno di Ramsau. Siamo sulla strada giusta, ma nelle gare di Muonio capiremo davvero a che punto siamo"

Sul ghiacciaio di Ramsau am Dachstein, in Austria, il gruppo di Coppa del Mondo della nazionale italiana di sci di fondo ha concluso sabato il suo ultimo raduno sul suolo alpino. La squadra guidata da Markus Cramer si è allenata sul ghiacciaio austriaco quasi al completo, con la sola assenza di Martina Di Centa. Erano presenti: Federico Pellegrino, Francesco De Fabiani, Paolo Ventura, Michael Hellweger, Simone Daprà, Simone Mocellini, Davide Graz, Elia Barp, Caterina Ganz, Anna Comarella, Francesca Franchi e Nicole Monsorno. 
A Fondo Italia, Markus Cramer ha lasciato le sue impressioni al termine dell’ultimo raduno centro europeo prima della partenza per il nord, con il gruppo azzurro che si recherà a Muonio, in Finlandia, a partire dal 3 novembre. 

Buon pomeriggio Cramer. Quali sono le sue considerazioni al termine del raduno a Ramsau?

«Molto positive. Se lo confrontiamo all’anno scorso, quando siamo stati a Ramsau nello stesso periodo, ma il ghiacciaio era chiuso e non potevamo sciare, quest’anno siamo stati fortunati. La situazione della neve era quasi perfetta, perché c’era più di un metro e mezzo di neve fresca e avevamo tracciati da 5 e 10 km per sciare. Ad ottobre è molto importante svolgere un po’ di allenamento di base sulla neve, cosa che ci era stato impossibile fare scorso anno. Sono felice di aver avuto questa opportunità, prima di fare il prossimo step e partire per la Finlandia, a Muonio, ultimo passo prima delle competizioni.
È stato un raduno perfetto, perché anche nel pomeriggio siamo stati messi nelle migliori condizioni per allenarci, che fosse correre o fare palestra. Davvero ottimo».


Qual è la condizione generale del gruppo?


«Per quanto riguarda gli uomini, stiamo continuando nella giusta direzione. A settembre abbiamo avuto qualche problema con De Fabiani, che ha avuto un piccolo infortunio alla gamba. Allora non sapevamo cosa fosse, ma fortunatamente dopo una visita più approfondita sono stati scongiurati infortuni gravi. Alla fine Defa ha perso più di una settimana di allenamento. Ora però sta bene, a Ramsau ha fatto tutto l’allenamento, che è stata per me la cosa più importante da vedere. 
Sono poi davvero positivamente sorpreso da cosa sia riuscito già a fare Mocellini. A settembre era tornato sugli sci per la prima volta dopo mese, ma già a Ramsau ha potuto fare quasi tutto, sciando ogni giorno. Inoltre sta migliorando costantemente, è tornato anche a correre un po’, che è un primo passo importante. Pure la forma mi sembra buona. Spero che il prossimo step sia ricevere il semaforo verde dai dottori per pensare di fare delle piccole gare a dicembre, ovviamente non subito in Coppa del Mondo, ma gare nazionali o altro per fare un ulteriore
passo avanti.
Per le donne, Monsorno si è unita al nostro gruppo a settembre, perché lo scorso anno ha ottenuto forse i migliori risultati tra le donne italiane, entrando anche in top ten a Drammen. Ora deve essere pronta per Ruka, quindi non deve passare attraverso qualificazioni nazionali ma prepararsi subito alla prima tappa. Sono contento di cosa ha mostrato in allenamento. Anche le altre ragazze stanno facendo sempre meglio, un passo alla volta il gruppo sta crescendo. Ovviamente, solo le gare di Muonio a metà novembre ci diranno a che punto siamo. Per uomini e donne della nostra squadra vale lo stesso discorso: siamo nella giusta direzione, ma solo a metà novembre capiremo a che punto siamo».
 

Ha citato Monsorno. Immagino quindi che lei e Hellweger, che vi hanno raggiunto nella fase autunnale della preparazione, siano a buon punto. 


«Entrambi sono due sprinter molto bravi, ma a mio parere i migliori sprinter devono anche avere un importante lavoro di base alle spalle. Le competizioni distance aiutano gli sprinter a ottenere risultati migliori anche nel proprio format. Con loro stiamo lavorando su questo aspetto. Sono ottimista per entrambi. Vedremo cosa potranno mostrare all’inizio della stagione, ma l’obiettivo principale è il Mondiale, a febbraio. Stiamo lavorando duramente, spero un passo alla volta arrivino al massimo della forma per quel periodo». 

Come sta Pellegrino?

«Avrete visto i buonissimi risultati che ha ottenuto nelle piccole competizioni che abbiamo svolto ad Oberhof a settembre. Tecnicamente e tatticamente è stato perfetto come sempre, battendo dei buoni atleti tedeschi. Sono molto ottimista che possa fare bene come due anni fa, magari già con una bella partenza di stagione, continuando a essere competitivo sia nelle sprint che nelle distance. Nell’ultimo mese ci sono state solo delle piccole cose che non ha potuto fare, ma se considero la preparazione nella sua interezza, ha fatto praticamente tutto ciò che era in programma. È sulla strada giusta».  

Concludo tornando ai 3000 metri di cosa a Feltre, un evento che ha fatto introdurre nel programma di preparazione di tutto il movimento italiano. Tantissimi atleti hanno migliorato il proprio personale, con ottimi risultati da parte di tutti, nazionali e atleti dei corpi sportivi. Felice di quello che ha visto? 

«Per me è stato qualcosa di molto bello da vedere. Non solo il mio gruppo, ma tutti gli atleti e i rispettivi allenatori hanno capito che correre è un allenamento veramente importante per uno sciatore di fondo. 
Quando ho visto i risultati delle donne sono rimasto piacevolmente colpito. Veronica Silvestri ha fatto un tempo di altissimo livello. Anche tra gli uomini, i due fratelli Romano (Alessio e Lorenzo, ndr) hanno mostrato qualcosa di bello da vedere. Tutti hanno capito che dovevamo cambiare e dirigerci nella direzione di introdurre tanta corsa nell’allenamento. Sono convinto che questo aiuti a fare poi dei passi avanti anche in inverno. Sono veramente contento dei risultati di tutti gli atleti. Al mio terzo anno vedo tutti sempre più convinti sulla linea da seguire, gli atleti ma anche gli allenatori, che hanno iniziato a sposarla».

Giorgio Capodaglio