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Nel fine settimana riparte il Criterium Interappenninico: il punto di Arturo Como (Commissione FISI) sullo sci di fondo nel Centro Sud Italia

Solo due settimane fa il Centro Sud Italia è stato protagonista nella Coppa Italia di skiroll con la bellissima due giorni di Capracotta e questo fine settimana le competizioni scenderanno ancora più a sud con la prima tappa del Criterium Interappenninico che riparte per la sua 22esima edizione dalla Val Sarmento, in Basilicata, dove l’ASD Sci Club Terranova di Pollino ha organizzato l’evento con la collaborazione della Federazione e del Comitato Calabro Lucano.
La tappa inaugurale della manifestazione aperta a tutti gli atleti dei Comitati Regionali Appenninici, dalla categoria Under 8 fino a Senior e Master, si svolgerà ancora sugli skiroll e sarà articolata in due giornate: si parte sabato 26 ottobre con 4° Trofeo Skiroll Pollino, in cui gli atleti saranno impegnati in una gara in Tecnica Classica con partenza individuale su di un percorso di 4 km aperta a tutte le categorie; nella giornata di domenica 27 ottobre, invece, i partecipanti si confronteranno nella 1° Skirollcup Val Sarmento, una Mass Start in Tecnica Libera sulla lunghezza di 7 km per le categorie Giovani, Senior e Children, mentre per i Pulcini, sul percorso di 2km, la prova sarà in Tecnica Classica.
Il Criterium rivestirà poi i suoi panni invernali nel primo fine settimana di febbraio, quando la seconda tappa si svolgerà sui Monti della Sila, a San Giovanni in Fiore (CS), organizzata dallo ASD Sci Club Montenero, per poi concludersi con le sue fasi finali nel terzo weekend dello stesso mese ad Alfedena (AQ).
Per l’occasione abbiamo raggiunto proprio il presidente dell’ASD Sci Club di Alfedena, Arturo Como, anche membro della Commissione Giovani Sci di Fondo della FISI, che è attivo sia a livello locale che nazionale e ha profondamente a cuore le sorti della disciplina nel Centro Sud e ricorda l’importanza di una manifestazione come il Criterium, pur con tutte le difficoltà che si incontrano nella sua organizzazione.
Cosa significa riuscire ad organizzare oggi questa manifestazione e quanto è importante mantenere i riflettori accesi sulle realtà dello sci nordico dell’Appennino?
“Innanzitutto è importante sottolineare che il Criterium Interappenninico è nato 22 anni fa, ideato da Pino Mirarchi e Nunziato Di Santo, partito come una piccola gara e invece anno per anno si rafforza sempre di più, a testimonianza del fatto che nel Centro Sud, pur di mantenere viva questa specialità, facciamo di tutto con grandi sacrifici, però riusciamo ad onorarla sempre. È di vitale importanza mantenere accesi i riflettori sulla nostra realtà, anche per far capire alla politica che senza impianti di innevamento questo sport è destinato a scomparire. A questo proposito vorrei rimarcare come, per il mio ruolo in Federazione nella Commissione, ho fatto fare un protocollo di intesa a otto comuni abruzzesi per cercare di ottenere dei finanziamenti per almeno tre o quattro poli per il fondo innevati. Tutti i Comitati però si stanno adoperando a loro modo, la Basilica e la Calabria hanno fatto richiesta, Capracotta è già in esecuzione. Lottiamo tutti i giorni anche con la politica pur con tante difficoltà per far sì che questo sport non muoia mai.”
Lo scorso anno le fasi finali furono purtroppo annullate proprio per mancanza di neve? Avete considerato un piano B?
“L’anno scorso abbiamo cercato di far svolgere le gare anche sugli impianti di discesa, ma non siamo purtroppo riusciti a trovare una pista perché quella disponibile a Roccaraso era ad una quota troppo alta, mentre quest’anno sembra che ci sia la possibilità di poter svolgere eventualmente questa gara anche in quota. Il piano B è questo però comunque non si tratta di piste omologate. Ecco perché io spingo tanto a livello politico per poter risolvere questo problema al più presto”
Con tutte le difficoltà che affronta lo sci di fondo al Centro Sud che tipo di partecipazione c’è da aspettarsi?
“I numeri sono sempre alti, sia per la tappa estiva che per quella invernale. Siamo arrivati addirittura a 180 atleti per le gare invernali e non è poco per il Centro Sud. Il che significa che questo tipo di manifestazione è apprezzata”
Un lavoro, quello dei Comitati Appenninici, che non è solo rivolto alle competizioni ma che si impegna profondamente nella promozione delle discipline nordiche affinché i giovani talenti possano rafforzarsi ed emergere anche in contesti più piccoli e svantaggiati; per questo motivo questa estate è stato portato avanti un Raduno Tecnico per i suoi atleti diviso in tre tappe: la prima a Lorica, in Calabria, la seconda a Pineto, in Abruzzo e, prima dell’inizio della stagione invernale, compatibilmente con le condizioni della neve, il terzo appuntamento si terrà invece a Livigno. 
Quanto è importante questo tipo di attività? qual è stato il riscontro da parte dei ragazzi ma anche dei tecnici?
“Il coordinatore tecnico Tommaso Tamburro fa un grandissimo lavoro, si impegna per far sì che tutto si possa realizzare al meglio e noi diamo il nostro contributo e il nostro sostegno, cercando di dare il massimo per il Centro Sud. Personalmente ho sempre puntato sulle Macro-aree, sviluppando un lavoro di sinergia con gli altri Comitati perché i numeri purtroppo sono scesi e se fino a qualche anno fa i confronti si potevano fare in casa, oggi il confronto bisogna andare a cercarlo fuori anche per visionare il livello dei ragazzi. Secondo me è un qualcosa che funziona molto bene, i ragazzi sono soddisfatti e appassionati a questo tipo di attività allargata a tutto il centro sud e io la vedo in maniera molto positiva”
Si può dire quindi che è un’iniziativa promossa che si può ripetere e può far sperare per un incremento dell’interesse nella disciplina.
“Assolutamente sì! Questo dipende tutto dalla presenza di strutture ricettive e infrastrutture, inclusi gli impianti di innevamento, perché altrimenti non si può fare nulla. Io conto di poterlo fare perché è giusto dare questa possibilità ai nostri ragazzi. Inoltre, oltre all’aspetto agonistico in sé, c’è sicuramente l’aspetto fondamentale del turismo: riuscire a chiudere questo cerchio consentirebbe di ottenere risultati sia a livello agonistico che per il turismo. Quella dei raduni quindi è un’esperienza che non può non continuare, anzi, deve continuare, e noi faremo sì che non si fermi”
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