Si aggiunge un nuovo capitolo alla disputa, che ormai va avanti da almeno un paio di anni, sui diritti televisivi tra la Federazione Internazionale di Sci e Snowboard (FIS) e le diverse Federazioni nazionali, che si sono riunite in un’alleanza dal nome significativo di "Snowflakes", per rispondere al proposito della FIS di centralizzare, per quanto riguarda le gare dello sci di fondo, la vendita dei diritti TV e marketing attraverso la società di diritti Infront, a differenza del passato, quando erano le Federazioni nazionali a detenere i diritti.
Nonostante le tensioni, arrivate addirittura a vie legali per quanto riguarda Germania e Austria, alcuni Paesi hanno preso una strada diversa, accettando l’accordo con la FIS nonostante le iniziali rimostranze. È il caso della Finlandia ma anche, come rivelato quest’oggi dall’emittente SVT, anche dalla Svezia, uno dei critici più accesi dei piani di centralizzazione, che però ha sempre precisato di non essere contraria alla manovrà in sé, ma piuttosto di non gradire le modalità dei negoziati proposti dalla FIS.
Nonostante le tensioni, arrivate addirittura a vie legali per quanto riguarda Germania e Austria, alcuni Paesi hanno preso una strada diversa, accettando l’accordo con la FIS nonostante le iniziali rimostranze. È il caso della Finlandia ma anche, come rivelato quest’oggi dall’emittente SVT, anche dalla Svezia, uno dei critici più accesi dei piani di centralizzazione, che però ha sempre precisato di non essere contraria alla manovrà in sé, ma piuttosto di non gradire le modalità dei negoziati proposti dalla FIS.
"Per noi si tratta di creare le migliori condizioni per i nostri sciatori. Il nostro attuale accordo scade nel 2026, il che significa che il treno sta partendo ora, in modo da poter vedere quali diritti mediatici ci saranno effettivamente” ha dichiarao a SVT Sport Pernilla Bonde, segretario generale della Federazione Svedese di sci "Per la nostra Federazione significa poter essere sul mercato ma anche che i nostri spettatori avranno una buona esperienza. Alla fine è questo l’obiettivo, far crescere lo sport”.
Karin Mattsson, ex Presidente della Federazione svedese (dimessasi proprio ieri, domenica 20 ottobre ed è stata sostituita da Anders Furbeck) ci tiene a chiarire che questo non significa che un accordo centralizzato sui diritti sia ormai cosa fatta. "Perché la centralizzazione avvenga" spiega "è importante che tutte le Nazioni che organizzano competizioni siano d’accordo con la FIS. Perché è anche vero che Infront deve a sua volta essere in grado di vendere, e c’è una certa discrepanza.”
FIS, lo ricordiamo, ha deciso in primavera che il Consiglio potrà decidere di introdurre la centralizzazione anche senza il consenso degli Stati membri, una decisione che ha fatto insorgere la Federazione tedesca di Sci (DSV), portando la FIS davanti al tribunale regionale di Monaco, che ha stabilito la non legittimità delle condizioni poste dalla Federazione Internazionale, in quanto violerebbero la legge europea sulla concorrenza.