Sci di fondo - 20 ottobre 2024, 14:03

Sci di fondo - La squadra del CS Esercito verso la stagione 2024/25. Simone Paredi: "Questi i nostri obiettivi"

Photo Credits: Stefano Jeantet

Quattro uomini ed altrettante donne, una squadra numerosa quella di sci di fondo del Centro Sportivo Esercito, agli ordini di Simone Paredi. L’ex allenatore della nazionale femminile di sci di fondo, al terzo anno alla guida della squadra di sede di Courmayeur, ha guidato il suo gruppo nell’ultimo raduno in quota, con sede al Dolomiti Apart & Rooms, a Passo di Lavazè, in Val di Fiemme. L’ex campione del mondo di skiroll, diventato papà in estate del piccolo Tommaso, si sta dividendo tra la sua nuova vita da papà e ovviamente quella da allenatore, sua grande passione, con l’obiettivo di portare alcuni dei suoi atleti a vestire d’azzurro nel corso della stagione.

È stata un’estate molto particolare per lei.

«Si. Prima ho avuto un evento imprevisto, un brutto infortunio che mi ha scombussolato i piani. Poi, il 7 luglio, è arrivato il lieto evento previsto, la nascita di Tommaso. È stata una bellissima emozione assistere al parto. È iniziato un nuovo capitolo della mia vita. Il bambino ci sta tenendo molto occupati, ma è una gioia quotidiana. Certo, è sempre più difficile partire e perdermi momenti della sua crescita, ma questo è il mio lavoro, che ho scelto per passione. Devo ringraziare con tutto il cuore Roberta, mia moglie, perché senza il suo grande impegno, non potrei mai continuare a fare questa attività, è lei che si occupa a tempo pieno di Tommaso».


Passiamo al suo lavoro. Ci descriva il gruppo che sta allenando quest’anno.

«Ho con me otto atleti, quattro uomini ed altrettante donne. Tra i maschi abbiamo tre atleti esperti, come Gabrielli, Abram e Coradazzi, più il giovane Zorzi. Tra le donne c’è l’esperta Martina Bellini, poi Laura Colombo, Lucia Isonni e Denise Dedei. Inoltre si aggrega a noi, quando non è con il gruppo AIN, anche il piemontese Edoardo Forneris. Quest’anno si è deciso, infatti, di creare nuovamente un settore giovanile del CS Esercito, che comprende il piemontese e Niccolò Giovanni Bianchi, un gran bel talento della nazionale juniores. Anche Forneris ha un bel potenziale, ha lavorato tanto nello Sci Club Entracque Alpi Marittine, quindi la base c’è. Deve migliorare nella gestione delle varie intensità e dell’approccio alla gara». 

Iniziamo a parlare del suo gruppo. A Forni Avoltri si sono viste cose interessanti da parte di Giacomo Gabrielli.


«Nell’ultima stagione Jack ha fatto un salto ulteriore, ma a volte gli manca la qualifica. A Forni Avoltri ha vinto qualificazione e gara, ma lo aveva fatto anche lo scorso anno, quando si era pure ripetuto nel test di Livigno. Poi purtroppo si è perso, ma a fine stagione ha vinto il titolo italiano davanti a Pellegrino. Se hai la meglio su Chicco significa che qualcosa c’è. Speriamo che riesca a fare bene nelle prime gare tra Santa Caterina e Slingia, per riuscire poi a qualificarsi per Davos, che è la prima possibilità, e da lì al Tour de Ski. Anche nei test al CeRism abbiamo visto che dal punto di vista fisico ha fatto un ulteriore step. In certi momenti deve tirare fuori quella cattiveria giusta per fare un bel tempo nella qualificazione, che gli consentirebbe di venire convocato in Coppa del Mondo, dove si considera proprio la qualificazione. Se supera quello scoglio, nei turni di batteria può dire la sua, perché è bravo a correre sull’uomo e legge bene la tattica di gara». 

Passiamo invece a Coradazzi ed Abram, due ex nazionali azzurri.

«Martin (Coradazzi, ndr) è un uomo distance. Nella prima parte della passata stagione ha fatto bene, poi le sue prestazioni sono calate nella seconda parte si stagione. Forse avrebbe dovuto fermarsi un weekend prima per tirare il fiato e prepararsi al finale di stagione. Questo è stato l’errore che probabilmente abbiamo commesso nella passata stagione. Egli è sempre motivato e professionale. A Forni Avoltri ha già fatto bene, ma a Sovere ha fatto un passo in più giocandosela con Giando (Salvadori, ndr), migliorando il tempo fatto sullo stesso percorso l’anno precedente.
Per quanto riguarda Abram, torna nella squadra di sede dopo due anni nel gruppo Milano-Cortina. Da lui ci aspettiamo tanto, ha ventotto anni ed è maturo, sa cosa serve per andare forte. A volte deve collegare la testa al fisico, perché se riesce a farlo nel modo giusto, secondo me può togliersi soddisfazioni. In certe occasioni deve essere più concentrato».


Chiudiamo il quartetto maschile con il giovane Zorzi.

«Zorzi è arrivato lo scorso anno. Alla sua prima stagione senior, si è qualificato ai Mondiali under 23. Il suo obiettivo è di riconfermarsi. Egli è l’unico osservato delle squadre nazionali e ha lavorato molto bene, sotto l’ala protettiva di Gabrielli, che è il suo faro. Anche Andrea è focalizzato bene su allenamento, recupero, alimentazione e massaggi. Ha tre persone con cui si allena che sotto quell’aspetto possono aiutarlo. Confido faccia un bell’inizio di stagione per qualificarsi alla FESA Cup e guadagnarsi la convocazione per il Mondiale Under 23 di Schilpario». 

Cosa serve a Martina Bellini per riuscire a far parte della squadra azzurra di Coppa del Mondo con continuità?

«Deve alzare l’asticella, fare uno step in più per competere bene in Coppa del mondo. Se in Fesa Cup può togliersi la soddisfazione di vincere delle gare, in Coppa del mondo deve salire un gradino in più per poter ben figurare. Noi abbiamo lavorato sulla parte tecnica e mi sembra migliorata. Lei sta curando tanti aspetti, da quello mentale alla nutrizione e il recupero fisico, per riuscire a fare questo step.
Secondo me è sul pezzo su tutto, deve solo avere quella consapevolezza di essere al livello delle altre. Agli italiani è salita sul podio nella 10 km a skating, vuol dire che qualcosa c’è. Io penso che non abbiamo visto il suo massimo. Sono convinto ci sia qualcosa in più da dare, quei secondi che da 45ª la portano nei trenta. Se dovesse superare quella barriera, scatterebbe qualcosa mentalmente. Lei è sempre concentrata, deve crederci»


Parliamo delle altre tre donne.

«Anche loro sanno di non aver fatto una bella stagione, hanno avuto tanti problemi. Abbiamo deciso di credere ancora a Laura Colombo, perché siamo convinti possa darci molto, scia bene tecnicamente e quando il fisico è a posto qualcosa si è visto. Per arrivare in Coppa del mondo servono altri step, ma cercare intanto di qualificarsi in FESA Cup deve essere un primo obiettivo. A Laura ricordo sempre che due anni fa Federica Cassol si allenava con lei e a volte negli allenamenti le era dietro. Eppure oggi Federica è in nazionale, ha esordito in Coppa del Mondo e ha sfiorato le trenta. Quindi questo deve far capire a Laura, che può e deve essere competitiva almeno in FESA Cup.
Per quanto riguarda le altre due ragazze, hanno sottoperformato nella passata stagione. Nel corso del primo raduno, abbiamo chiarito ciò che è successo. Siamo partiti con il piede giusto, ma Denise (Dedei, nde) ha poi avuto un problema fisico ed è stata ferma più di due mesi. Ha fatto tanta fisioterapia e ne approfitto per ringraziare Davide Perucchini che l’ha seguita insieme all’allenatore del Gruppo Milano Cortina, Renato Pasini. Adesso si sta riprendendo. Il suo obiettivo è chiaramente il Mondiale Under 23, è bergamasca e partecipare a Schilpario sarebbe un’emozione unica. Ciò vale ancora di più per Isonni, che è proprio di Schilpario e credo che la possibilità di gareggiare in casa la spinga a dare il 110%. Se pensate ai risultati giovanili, lei era lì con Nadine (Laurent, ndr) ed Iris (De Martin Pinter, ndr), quindi deve capire che
nel passaggio da junior e senior cambia tutto il modo di allenarsi, quindi se prima bastava il cento per cento, ora serve anche qualcosina in più. All’inizio della preparazione, la sua condizione era precaria, ma adesso sembra buona». 

Ci parli dello staff tecnico, composto da diversi atleti che hanno lasciato da poco. 

«Io sono il responsabile allenatore. Elisa Brocard è la mia aiuto allenatrice e Maicol Rastelli è skiman. Quando avremo bisogno di altri skiman, potremo chiedere a Fabio Pasini, se non impegnato in FESA cup. Da quest’anno c’è anche Giuseppe Montello che si alternerà con Thierry Chenal, se ce ne sarà bisogno. Loro due si divideranno tra biathlon e sci di fondo. Ai Campionati Italiani si aggregano anche i tecnici che sono in Coppa del Mondo, come Ronc Cella e Consagra. Inoltre la squadra di sede ha un preparatore atletico, che è Denis Bellotti, che ha già una bella esperienza, in più due fisioterapisti, Mattia Flori e Alessia Debole». 


Quanto tenete come Centro Sportivo Esercito a portare atleti alla tappa di Cogne, visto il legame che avete con la Valle d’Aosta?

«Tantissimo. Il Centro Sportivo è a Courmayeur, il nostro comandante, Patrick Farcoz, è un fondista e legato a Cogne. Tra gli organizzatori ci sono anche il nostro ex comandante Mosso e lo stesso Ruben Mortagnoli. Per noi sarà ancora più importante portare più atleti possibili a correre questa tappa di Coppa del mondo. Penso poi anche ad Abram, che abita fuori dalla pista, oppure la stessa Federica (Cassol, ndr) o De Fabiani, che ha anche il bel ricordo del 2019. Certamente, avere una tappa di Coppa del mondo in più nel nostro paese, per noi è importante in quanto rappresenta un’altra opportunità di far gareggiare i nostri atleti. A ciò sommiamoci anche le due tappe di FESA Cup a Slingia e Falcade, dove potremo presentarci come corpo sportivo. Direi che come calendario non possiamo certo lamentarci».

Giorgio Capodaglio