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Biathlon – L’allenatore azzurro Alex Inderst a Fondo Italia: “Mi colpisce come Vittozzi continui a migliorarsi. Alle altre chiedo maggiore costanza, hanno già mostrato cosa possono fare”

La nazionale femminile di biathlon ha raggiunto Vuokatti, in Finlandia, dove inizia la preparazione su neve, anticipando quindi il consueto appuntamento con gli sci che solitamente coincideva con il viaggio in Norvegia a inizio novembre. “Abbiamo diverse novità nella preparazione” ci ha tenuto non a caso a sottolineare Alex Inderst a Fondo Italia, quando lo abbiamo incontrato all’interno del Dolomiti Apart & Rooms a Passo di Lavazè, in occasione dell’ultima giornata di raduno della squadra femminile.

In Val di Fiemme si è chiuso il vostro primo raduno autunnale, che è stato diviso in due parti. Prima siete stati all’Alpe di Siusi in un inedito periodo di quota senza carabina, poi, dopo una settimana a casa, vi siete recati a Passo di Lavazè.

«Si, il raduno all’Alpe di Siusi ha fatto parte dei cambiamenti che abbiamo proposto quest’anno nella nostra preparazione. Abbiamo deciso di recarci su a lavorare soltanto sulla parte atletica. È cambiata la routine delle nostre atlete, che non hanno dovuto pensare al tiro, ma hanno fatto le fondiste, con tanti allenamenti sugli skiroll, poi mountain bike, camminate, corsa, palestra, skiroll in salita e tanti lenti. È stato un periodo molto positivo. Dopo una settimana a casa, hanno poi raggiunto Lavazè, dove abbiamo invece lavorato sul biathlon vero e proprio, con tanto combinato, sfruttando la pista tecnica e difficile in quota e un poligono molto complicato, sito sul punto più alto della pista che si raggiunge dopo una lunga salita. Quando fai un po’ di intensità, sommandoci il fattore quota, si arriva al tiro belle tirate e sparare è più difficile. È proprio quello che vogliamo in questo periodo, creare sempre stimoli per migliorare ulteriormente».

Avete fatto molta quota.

«Ci crediamo tanto, perché alla fine sappiamo che Anterselva ha una certa quota e ci stiamo allenando con l’obiettivo delle Olimpiadi, passando per il Mondiale di Lenzerheide, dove si va sempre in quota. Nel corso della stagione, abbiamo il vantaggio che tante delle nostre atlete vivono già in quota e si riescono così ad adattersi abbastanza presto, a differenza delle atlete di altre nazionalità che vivendo più in basso, fanno più fatica quella settimana lì. Alle Olimpiadi, però, sarà un discorso diverso, in quanto tutti si preparano bene per questo evento, quindi noi non dobbiamo perdere il treno e sfruttare la quota. Come vedete anche i norvegesi stanno spendendo tanto tempo qui, si alleneranno spesso ai 1800 metri per arrivare pronti ad Anterselva. È il terzo anno che lo facciamo e nelle passate stagioni abbiamo visto dei buoni benefici».

Al di là di Lisa Vittozzi, atleta che ha già un bagaglio di esperienza importante, ha notato che le altre hanno iniziato ad adattarsi meglio agli allenamenti estivi in quota?

«Si, ho visto che fanno meno fatica. Nelle stagioni precedenti avevano bisogno di più tempo per adattarsi, mentre quest’anno le vedo meglio, più preparate, recuperano più velocemente. Questo è il nostro obiettivo. Abbiamo iniziato abbastanza presto con questo progetto, che fin qui ha dato bei frutti».

La passata stagione si è chiusa con la forte emozione di Canmore dove Lisa Vittozzi ha vinto la Coppa del Mondo. Ricordo ancora la sua gioia e l’abbraccio a Lisa già quando vinse il Mondiale Estivo a Ruhpolding nel 2022. Quello canadese è stato l’apice di un bel percorso.

«Ricordo bene quel giorno a Ruhpolding. Quei Mondiali lì rappresentarono il primo momento davvero positivo per Lisa dopo tutti i problemi avuti. In Germania tutto era filato liscio. Poi da lì si è pian piano creato un rapporto di fiducia con tutto lo staff, lei è stata sempre più tranquilla ed è riuscita a migliorare costantemente. Anche sugli sci è cresciuta ulteriormente e questo mi ha quasi meravigliato, pensando che è riuscita ancora a incrementare il suo già altissimo livello. Non è una cosa scontata, significa che si allena bene ed è tranquilla, che è la cosa più importante»

A Lavazè, ho trovato una Vittozzi iper motivata come sempre ma davvero tanto serena.  
«Lei è sempre motivata, punta a migliorarsi di continuo. La cosa più importante è che il suo obiettivo quest’anno non è il risultato ma evolversi ulteriormente come atleta, perché sappiamo che se dovesse fare un altro step i risultati arriverebbero di conseguenza. Non bisogna iniziare la preparazione pensando di vincere, ma lavorare al meglio e con tranquillità durante l’estate, che è la fase più importante. Se lei riesce ancora a migliorare, cosa che ritengo abbia fatto anche quest’anno, è poi ovvio che i risultati arriveranno».

Parliamo del resto del gruppo. Forse da alcune ci si aspettava qualcosa in più l’anno passato, ma proprio ciò probabilmente ha condizionato la loro stagione. Come si stanno comportando in estate?

«Diciamo che l’anno scorso, tutte loro hanno avuto una o due settimane nelle quali hanno disputato delle belle gare. Ciò che è mancato loro è stata la continuità, farlo con la giusta costanza. Passler è stata protagonista di un buonissimo inizio, Auchentaller è andata molto bene ad Oslo, Beatrice Trabucchi ha chiuso benissimo la stagione, Comola ha ottenuto ottimi piazzamenti a Oberhof e Carrara si è ben comportata nella fase centrale della stagione. Ognuna ha mostrato qualcosa, ma senza costanza. Lo scopo deve essere di trovarla. Io le vedo cresciute tutte, in particolare le giovani. Spero che riescano dimostrarlo in gara»

In Val di Fiemme avete lavorato anche assieme al gruppo B della squadra femminile. Che impressioni ha avuto?

«Alcune di loro sono appena entrate in squadra e devono quindi crescere tanto perché molto giovani. Per loro è molto importante essere in nazionale e soprattutto avere la possibilità di svolgere questi raduni congiunti con le atlete della squadra A, che sono più avanti di loro e rappresentano uno stimolo a crescere. È importante avere l’opportunità di vedere all’opera Lisa Vittozzi in allenamento. Come programma di allenamento abbiamo una linea comune, anche se hanno qualcosa in meno a livello di carichi, che vanno inseriti pian piano vista la giovane età. Il loro obiettivo è fare una bella IBU Cup per puntare poi al salto in Coppa del Mondo»
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