Non capita spesso di sentirlo parlare o di leggere sue dichiarazioni, ma quando parla lo fa come si deve. Harald Østberg Amundsen, zitto zitto, si prepara ad una nuova stagione a cui si approccia da detentore della Coppa del Mondo, fatta sua ai danni di Klæbo con una stagione dalla costanza impressionante e con un piccolo aiutino dal nuovo sistema di punteggi. Sulla carta, sarà lui l’uomo da battere a partire dal 29 novembre, data in cui la stagione prenderà il via sulle nevi finlandesi di Ruka. “Sento la pressione, e non credo che si possa evitare nello sport di alto livello – confessa Amundsen in una lunga intervista rilasciata a TV2 durante un raduno a Holmenkollen –, ma probabilmente la pressione maggiore me la metto da solo. Quelli intorno a me sicuramente si aspettano lo stesso, ma non per questo la pressione è minore”.
Nuove ampliate responsabilità, che necessariamente derivano dal ruolo che Amundsen si è ritagliato negli ultimi anni. In effetti, per lui molte cose sono cambiate da quando nel 2018 esordiva in Coppa del Mondo a Beitostølen, in una 30 km a skating, aprendo le porte a un percorso di crescita che l’ha portato nella stagione 2021/22 a entrare finalmente tra le file della nazionale élite. “Il primo anno in Nazionale ero molto nervoso prima dell'inizio della stagione – prosegue Amundsen – Sentivo che dovevo dimostrare di essere abbastanza bravo per far parte della squadra nazionale. Ci ho pensato molto. In retrospettiva, vedo che non avrei dovuto concentrarmi così tanto”. Oggi, dopo diversi anni al top della disciplina, la fiducia in se stesso di certo non manca : “Allora ero più tranquillo e modesto. Ora ho iniziato a guadagnare un po' più di esperienza nella squadra, quindi ora non ho paura di dire la mia opinione. È cambiato molto rispetto a quando ero un esordiente, ma penso che sia giusto così”.
Una crescita che non è di certo passata inosservata agli occhi dei compagni di squadra, con Even Northug che – presente anche lui durante il ritiro a Holmenkollen – sottolinea: “Sta facendo qualcosa di veramente giusto, lo vedo. È un ragazzo intelligente. Abbiamo sempre saputo che Harald è un ottimo sciatore. Lo è stato per molti anni, ma ora è diventato molto completo. Un vero sfidante anche nelle sprint. Penso che abbia acquisito molta più fiducia in se stesso”. Un parere a cui si accodano con piacere anche tutti gli altri membri del gruppo maschile: “Harald è bravo in tutto. In termini di capacità, è piuttosto unico nel contesto norvegese dello sci di fondo”, ammette Pål Golberg, “È lo stesso ragazzo, ma a livello sportivo è migliore di prima in tutto e ha una buona fiducia in se stesso” aggiunge Erik Valnes. Va nella stessa direzione anche il parere di Johannes Klæbo: “Oltre ad essere un diffusore di buon umore, Harald è molto forte. È sicuramente un uomo da battere in futuro. Abbiamo visto cosa è riuscito a fare l'anno scorso e sarà emozionante vedere cosa realizzerà quest'inverno”.
Tanti attestati di stima e riconoscenza, che non fanno che certificare il nuovo status da leader di Amundsen all’interno del gruppo norvegese. Un ruolo fatto di responsabilità e incombenze, che si rispecchiano nel modo di approcciarsi agli atleti più giovani, a cui Amundsen cerca sempre di dare manforte: “Abbiamo due atleti nuovi in squadra quest'anno (Evensen e Andersen, ndr) e vedo che hanno un po' il ruolo che avevo io quando ero nuovo. Cerco di dare loro sicurezza e dico loro che se vieni selezionato per la Nazionale allora sei più che bravo, allora alza le testa e sii te stesso” .
Ben concentrato sugli obiettivi per la prossima stagione, Amundsen spera di potersi riconfermare non solo in Coppa del Mondo, ma anche ai Mondiali, dove è già detentore di una medaglia di bronzo e una d’argento vinte nella 15 km a skating di Oberstdorf 2021 e nella stessa gara di Planica 2023. Quest’anno però, con i Mondiali in casa a Trondheim, le gare iridate assumono un valore ancora superiore per il detentore della Coppa del Mondo. Anzi, stando alle parole del norvegese, sono proprio una missione da non fallire assolutamente: “Nella mia testa li vedo come tutto o niente. [...] Sì, per me è come la vita o la morte. Voglio davvero andare forte durante i Mondiali a casa. La gente ricorda i Mondiali, quindi è chiaramente la cosa più importante per me”.