Sci di fondo | 02 ottobre 2024, 18:02

Sci di fondo - Paolo Ventura: "Tecnicamente ho fatto grandi passi avanti a skating, ora devo farlo in alternato. Le Olimpiadi in Val di Fiemme? Inevitabile pensarci!

Foto credit: Newspower

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È in viaggio da Oberhof verso Feltre, dove vi sarà la conclusione del primo lungo periodo di lavoro autunnale, con la partecipazione alla gara da tremila metri su pista d’atletica (sabato) e la salita del GP Sportful sugli skiroll (domenica).
Paolo Ventura è molto sereno dopo il primo raduno autunnale che si è svolto all’interno del tunnel tedesco. «La preparazione procede bene – ha affermato a Fondo Italiasiamo bel gruppo, come lo eravamo già lo scorso anno. La preparazione è sulla falsariga delle passate stagioni, anche se abbiamo fatto qualche lavoro in più. La cosa più importante in questa fase è allenarsi bene e non avere problemi. Fortunatamente fin qui tutto è filato liscio». 

Questo raduno si chiude con la gara in salita in programma domenica a Croce d’Aune. In estate ti sei già comportato bene in una gara simile, alla Lysebotn Opp in Norvegia.

«Si, ma le gare in salita mi piacciono, quindi sono davvero contento di affrontare il GP Sportful domenica. Sono competizioni che faccio sempre volentieri».

Anche in inverno, considerata la bella prestazione sul Cermis al Tour de Ski nella passata stagione. 

«È un tipo di format adatto alle mie caratteristiche. Mi piacciono le gare dure, quando devi tenere il tuo ritmo, salire regolare, senza fare strappi particolari. 
Nella passata stagione chiusi sedicesimo, un risultato significativo che mi ha dato morale. Certo, si tratta pur sempre di una gara molto particolare non una vera e propria competizione di sci di fondo. Ciò non toglie che sono contento di quella prestazione». 


Nel corso della preparazione stai lavorando su qualcosa in particolare?

«In generale stiamo lavorando sulla tecnica, soprattutto quando ci troviamo ad allenarci all’interno del tunnel, sia a Torsby che Oberhof. Per quanto mi riguarda, ci stiamo concentrando in particolare sulla tecnica classica, nella quale devo migliorare parecchio, mentre negli ultimi anni ho fatto bei passi avanti nello skating». 

Effettivamente, nelle ultime due stagioni, sei diventato più competitivo nel pattinaggio che in alternato, al contrario di quanto avveniva in passato.

«Vero, da quando è arrivato Markus (Cramer, ndr) ogni anno miglioro sempre qualcosa in tecnica libera. Anche lui mi ha detto che sono cresciuto molto tecnicamente in questa tecnica. Ora speriamo di fare un ulteriore step. Noto anche che rispetto al passato mi sento proprio meglio mentre scio. Ora però bisogna farlo anche in classico». 

Cosa ti ha lasciato il finale della passata stagione?

«Sicuramente tanta positività, in quanto dopo il Tour de Ski sono riuscito a entrare praticamente quasi sempre nella top trenta. Ho trovato una continuità che mi mancava. Poi c’è quel bel diciottesimo posto nella 50 km di Holmenkollen che fa particolare piacere. Ecco, una prestazione del genere ti dà maggiori motivazioni anche per quella successiva». 

Quali sono gli appuntamenti che più degli altri hai segnato sul calendario della prossima stagione?

«Come per tutti, senza dubbio il grande obiettivo sono i Mondiali di Trondheim. Non nascondo, però, che dopo la bella prestazione di Holmenkollen, anche nella 50 km di Lahti mi piacerebbe fare un bel risultato. Comunque non mi fisso obiettivi particolari, penso ad andare avanti un passo alla volta, settimana per settimana, cercando di fare sempre il massimo». 


Per te è la terza stagione con Cramer, immagino che ormai hai immagazzinato bene il suo metodo di lavoro.


«Certo, per questo è stato importante avere continuità. Ricordo il primo anno in cui iniziai a lavorare con Markus, facevo molta più fatica, non stavo così bene come sto invece oggi. Ho aumentato le ore. Ora faccio tutto l’allenamento senza alcun problema. Il metodo l’ho assimilato».  

Cosa ti serve per fare l’ulteriore step?


«Per salire altre posizioni di classifica, in particolare nelle gare a cronometro, devo iniziare ad avere una migliore gestione della gara. Tendo a partire molto forte, per poi andare più regolare, ma mi manca il finale, che è fondamentale. Dovrei fare invece il contrario, magari partire più controllato, ma poi chiudere forte». 

Vero che pensi una gara alla volta e manca ancora un anno e mezzo, ma da fiemmesse, ammettilo, quanto pensi ai Giochi Olimpici del 2026?

«Certo che ci penso, credo sia così un po’ per tutti, figuriamoci per me che sono nato e vivo in Val di Fiemme. Anche quando sono a casa, esco a fare skiroll, vedo i lavori che procedono ed ovviamente il pensiero va lì, c’è sempre».

Giorgio Capodaglio