Tra gli atleti più contrari all’introduzione del nuovo regolamento per le partenze delle individuali e delle sprint varato dall’IBU, c’è sicuramente il biatleta svedese Sebastian Samuelsson. Presidente della Commissione Atleti dell’IBU e quindi promotore degli interessi di tutti i suoi compagni e avversari, Samuelsson si era espresso nelle scorse settimane, rivelando che era in corso un dialogo con l’IBU per giungere a una soluzione che potesse soddisfare entrambe le parti. Dialogo che però non ha portato a nessun cambiamento di rotta da parte dell’organo internazionale, che ieri ha ufficializzato l’introduzione del nuovo regolamento.
Un regolamento che non permetterà più agli atleti più forti di scegliere il gruppo di partenza nelle gare in questione, con i migliori 15 che saranno relegati tra la 46ª e la 75ª posizione, per favorire l’incertezza sul risultato finale fino alle fasi conclusive della gara. Dopo la raccolta firme promossa da Samuelsson, che aveva portato a presentare all’IBU un documento contrario all’approvazione della nuova regola firmato da oltre 100 atleti provenienti da 16 nazioni, ora Samuelsson torna a schierarsi e lo fa apertamente ai microfoni di Expressen.
“Siamo molto critici nei confronti di questa proposta e abbiamo votato contro tramite il nostro rappresentante nel consiglio – sentenzia Samuelsson – So che la grande maggioranza di tutti i biatleti è contraria a questo. Quindi è chiaro che è un po' frustrante”.
Il timore di Samuelsson è quello di rischiare di avere atleti di livello molto simile collocati in zone opposte dell’ordine di partenza, con la conseguenza di non garantire una competizione equa tra gli atleti più performanti: “Pensiamo che il sistema precedente fosse ottimo. Tutti ne sono davvero contenti. Ma abbiamo capito che vogliono un cambiamento soprattutto per la televisione e per offrire gare più avvincenti. Ciò che critichiamo ora è che esiste il rischio di concorrenza sleale. Perché alcuni corridori, i migliori, ora sono sparpagliati. A qualcuno che si classifica 16° nella Coppa del Mondo potrebbe essere assegnato il numero di partenza 16 nella competizione, mentre al numero 15 potrebbe essere assegnato il numero di partenza 75. Ciò potrebbe portare a competizioni sleali”. In particolare, Samuelsson fa leva sul fatto che partendo potenzialmente a diverso tempo di distanza da altri big, se le condizioni della neve dovessero essere difficili e peggiorare con il passare dei minuti, chi parte dopo potrebbe essere considerevolmente penalizzato: “Penso che sia importante avere un po' di fortuna. Se le condizioni sono buone con belle giornate invernali non si noterà molta differenza. Ma se il tempo è brutto, il sistema non funzionerà bene”.
Proseguendo, lo svedese ammette di condividere le esigenze televisive e di promozione della disciplina, sottolineando tuttavia che non appare – a suo dire – questo il modo migliore per mettere in ordina la situazione: “Condividiamo il problema, ma pensiamo che l’IBU si stia spingendo troppo oltre”.
Infine, Samuelsson conclude la sua invettiva contro l’IBU spiegando di non aver percepito l’attenzione dell’IBU riguardo ai problemi espressi dagli atleti. In sostanza, lo svedese ritiene che le preoccupazioni degli atleti non siano state prese in considerazione per la decisione finale: “La nostra opinione è sempre stata chiara. Abbiamo elaborato quelli che riteniamo siano una serie di suggerimenti per migliorare. Sicuramente si sono presi il tempo per ascoltare. Ma se si considera la proposta originaria e quella decisa oggi, non ci sono stati cambiamenti. Quindi non hanno preso così sul serio le nostre opinioni da voler apportare modifiche”.