Il prossimo inverno il Tour de Ski avrà una veste inedita: per la prima volta, dopo aver visitato l'arco alpino e non solo per 18 edizioni con il coinvolgimento di almeno due Nazioni, la competizione a tappe interna alla Coppa del Mondo si svolgerà esclusivamente in Italia dal 28 dicembre al 5 gennaio, dividendosi tra la Nordic Arena di Dobbiaco in Alto Adige e la Val di Fiemme, dove per altro le gare che si svolgeranno in terra trentina fungeranno da test preolimpico.
Questa novità potrebbe non essere un episodio estemporaneo, ma proseguire invece anche nelle edizioni a venire, un'idea che risponde ad esigenze di tipo logistico, economico e anche ambientale, limitando il più possibile gli spostamenti della carovana dello sci di fondo. Un'idea che però non tutti condividono.
"C'è la possibilità che si finisca per fare tappa solo in Italia. Dal punto di vista sportivo, finanziario e logistico non è un problema, ma l'idea che il tour si svolga in due o tre Paesi diversi è venuta meno. In quel preciso periodo dell'anno del resto non è facile trovare organizzatori in grado di fornire alloggi al prezzo che chiediamo” ha dichiarato il responsabile della squadra nazionale Ulf Morten Aune all'agenzia di stampa norvegese NTB.
Queste dichiarazioni del DT norvegese arrivano alla vigilia dell'incontro autunnale della Federazione Internazionale Sci e Snowboard (FIS) che si tiene a Zurigo, e al quale partecipano i vertici di tutte le federazioni nazionali; un meeting importante a pochi mesi dall'inizio della stagione, in cui si discuteranno e si definiranno proposte e cambiamenti, sia per la stagione imminente che per il futuro. Tra le altre cose, il calendario di Coppa del Mondo della prossima stagione verrà definito, inclusa la riassegnazione della tappa inizialmente assegnata a Nove Mesto.
Per quanto riguarda il Tour de Ski, il cui calendario negli anni è cambiato frequentemente, Aune è sicuro che "riforma" non rischi di portare alla fine della manifestazione, che rimane comunque molto amata e ambita dagli atleti, in particolar modo nelle stagioni in cui non ci sono grandi eventi come lo scorso anno.
"Non temo assolutamente per il futuro del Tour de Ski. Nel mondo dello sci di fondo c'è un grande accordo interno sul fatto che il Tour de Ski sia estremamente importante. Nessuno vuole rinunciare a farlo."
Per tornare al suo assetto iniziale, però, sarebbe necessario attrarre nuovi organizzatori, il che non è sempre facile: in Germania, ad esempio, contemporaneamente al Tour de Ski si svolge la Tournée dei Quattro Trampolini, che ottiene una risposta maggiore in termini di pubblico - e di conseguenza di sponsor, mentre dal punto di vista logistico le Alpi sono nel pieno dell'alta stagione turistica.
"La Germania ha un problema enorme perché la settimana del salto con gli sci è più grande del Tour de Ski, ed è difficile trovare camere d'albergo in Svizzera. Noi norvegesi torniamo a casa per Natale, ma in Europa centrale si va in montagna e le vacanze durano fino al primo fine settimana dopo Capodanno. Ciò significa che è quasi impossibile trovare camere d'albergo. È molto probabile quindi che il Tour si svolgerà prevalentemente in Italia, con la speranza che il Tour continui a vivere. È ormai consolidato e non avrebbe senso rinunciare all'interesse che genera"