"Da quella vicenda sono tornata più forte". Therese Johaug è ben chiara quando parla della vicenda doping che la coinvolse, suo malgrado, nell'estate del 2016, precludendole così la possibilità di partecipare alle Olimpiadi del 2018, con una sentenza da molti giudicata eccessivamente pesante una volta riconosciuta la buona fede dell'atleta. La norvegese risultò positiva al Clostebol, contenuto nel Trofodermin, pomata che l'atleta assunse, su consiglio del medico della nazionale norvegese, per curare alcune ferite sulle labbra apparse dopo aver avuto un colpo di sole. Ignara che fosse dopante, Johaug utilizzò il prodotto, risultando positiva con la presenza di 13 ng/ml di clostebol nelle urine, 13 nanogrammi per millilitro. Inizialmente squalificata 13 mesi, su ricorso della FIS, al TAS la pena venne allungata fino a 18, costringendola a saltare le Olimpiadi di Pyeongchang.
Ovviamente, a distanza di anni, a Johaug è stata più volte chiesta un'opinione sul caso Sinner, risultato positivo alla stessa sostanza ma prosciolto, riconoscendone l'innocenza. Una vicenda diversa, perché l'azzurro non ha mai assunto la sostanza di sua spontanea volontà, ma si è trattato di una contaminazione, in quanto il Clostebol è entrato nel suo corpo attraverso le mani del suo fisioterapista, Giacomo Naldi, che aveva assunto il Trofodermin per curare un dito. Non a caso, Sinner è risultato positivo per 86 pg/ml, cioè 86 picogrammi per millilitro che sono pari a 0,086 ng/ml, quindi 0,086 nanogrammi per millilitro.
Per questo motivo, Johaug, anche ai media svedesi di SVT, ha preso le parti del campione azzurro, solidarizzando con lui. Mentre colleghi di Sinner, come Kyrgios, attaccano l'altoatesino e la decisione di non squalificarlo, chi è stata squalificata per la stessa sostanza, si schiera con l'italiano: «Innanzitutto mi dispiace molto per lui, perché so esattamente come sta e mi sono trovata nella stessa situazione. Penso che sia assolutamente giusto che non abbia ricevuto alcuna punizione. Non può certo pagare quello che ha fatto il suo fisioterapista, e le quantità entrate nel suo sangue sono molto, molto piccole, rispetto alle mie. Alla fine quella sostanza è entrata sul suo corpo perché aveva una ferita aperta ed è entrata direttamente nel sangue, mentre il fisioterapista lo massaggiava, era completamente innocente. Quindi penso che sia assolutamente giusto che non abbia ricevuto alcuna punizione».
Benaugurante per Sinner è quanto Johaug ha aggiunto a fine intervista, ammettendo di essere diventata un'atleta più forte dopo aver vissuto l'incubo del doping e di tutto ciò che ne consegue: «Penso di essere diventata una persona più forte, soprattutto mentalmente. Ciò mi è stato molto utile durante gli ultimi anni della mia carriera». E sarà ancora utile alla norvegese, che ha deciso di ritornare a competere e tutti non vedono l'ora di rivederla in gara a battagliare con le sue più giovani rivali.
Sicuramente anche Sinner, per il momento, non sembra aver avuto alcun contraccolpo da quanto successo. L'azzurro ha infatti vinto gli US Open subito dopo che la notizia della vicenda doping, che lo ha suo malgrado coinvolto, era diventata pubblica, con tutte le pressioni mediatiche che ne conseguono. Certo, se l'azzurro dovesse riuscire a diventare ancora più forte mentalmente, come accaduto a Johaug, allora potrà togliersi davvero tantissime soddisfazioni. Con buona pace dei vari Kyrgios del caso.