Sci di fondo - 23 settembre 2024, 19:44

Sci di fondo - Simone Daprà a Fondo Italia: "Crederci è fondamentale, non è impossibile ottenere risultati di rilievo. E con quei 15-20 secondi in meno ..."

Sci di fondo - Simone Daprà a Fondo Italia: "Crederci è fondamentale, non è impossibile ottenere risultati di rilievo. E con quei 15-20 secondi in meno ..."

Lo troviamo subito dopo pranzo, prima di concedersi un po’ di riposo tra la sciata mattutina all’interno del tunnel innevato di Oberhof e l'allenamento pomeridiano, che solitamente prevede skiroll, corsa o palestra. 
È molto sereno Simone Daprà nel corso del raduno azzurro in Germania. Al secondo anno sotto la guida di Markus Cramer, il trentino delle Fiamme Oro nota di riuscire a lavorare meglio rispetto all’estate scorsa, che il suo corpo risponde in un’altra maniera agli allenamenti. 
Reduce da una stagione che nella seconda parte è stata positiva, nella quale spicca il clamoroso sesto posto nella sprint di Minneapolis, ma anche la bella prova nella mass start di Canmore, nella quale forse, con maggiore esperienza, avrebbe anche potuto chiudere più avanti, Daprà ha con sé i tanti appunti raccolti nel corso della prima stagione vissuta interamente in Coppa del Mondo. 

Ciao Simone. Partiamo dal presente. Come sta procedendo la preparazione?

«Mi sento abbastanza bene, la preparazione procede nel modo giusto, ci alleniamo generalmente bene, con raduni di 20 giorni, poi una settimana a casa a scaricare. Alla fine, dal punto di vista organizzativo è simile allo scorso anno, quindi ora sono abituato a far carico in raduni fuori dall’Italia e scaricare poi a casa».  

Per te è il secondo anno con Markus Cramer. A che punto ti vedi rispetto allo stesso periodo di preparazione nella passata stagione? 

«Noto che il mio fisico si è abituato al metodo Cramer. Nella passata estate facevo più fatica. Con lui si fa doppio allenamento, con più di due ore la mattina e altrettante il pomeriggio. Ora noto che recupero più in fretta e nelle sessioni pomeridiane fatico meno rispetto a quanto avveniva lo scorso anno. Il fisico si è abituato ad effettuare due allenamenti di durata simile sia la mattina che il pomeriggio».  

In una recente intervista, Cramer ha elogiato molto il vostro gruppo. Effettivamente, anche dall’esterno destate una bella impressione, sembrate molto uniti.

«Si, ci troviamo molto bene tra noi. Innanzitutto in allenamento, perché è un gruppo variegato, dove vi sono tanti atleti in grado di rendere bene su più format, ma comunque qualcuno è più specializzato nelle distance e qualcun altro nelle sprint. Inoltre si va da atleti di esperienza come Pelle (Pellegrino, ndr) e Defa (De Fabiani, ndr), alla giovane esuberanza di Elia (Barp, ndr) e Davide (Graz, ndr). Tutti portano il proprio contributo. Quando è così, è inevitabile che il livello dell’allenamento tenda ad alzarsi. Inoltre siamo molto affiatati anche fuori la pista, nei momenti di tranquillità. Ciò è fondamentale». 

Torniamo indietro alla passata stagione. Cosa porti con te a distanza di mesi?


«Nella prima parte non ero particolarmente in forma e ho fatto parecchia fatica fino al Tour de Ski. Le cose sono poi andate sempre meglio, ho disputato anche delle buone gare e altre nelle quali avrei potuto cogliere di più. Sono abbastanza contento di come sono andate le cose da gennaio in poi».


È arrivato anche un sesto posto nella sprint di Minneapolis. Quella gara ti insegna che forse non è così impossibile ottenere dei piazzamenti importanti anche in Coppa del Mondo?


«Al di là di quella occasione, nella quale si sono sommati una serie di eventi positivi, tra condizione fisica, materiali fanstatici e dinamica di gara particolare, ho capito però che non è impensabile ottenere risultati importanti. Se stai bene e hai buoni sci, soprattutto nelle gare sull’uomo si possono ottenere piazzamenti di livello. Nelle mass start bisogna tenere nel momento di fatica e tirare fuori tutto quello che hai nel finale per passare più gente possibile».

A volte serve forse anche crederci di più?

«Certo, quello sarà fondamentale. Nelle mass start c’è una fase di gara in cui il gruppo si spezza e vanno via venticinque o trenta atleti. È lì che bisogna tenere duro, resistere e restare con il gruppone di testa. Dopo diventa più semplice, ma poi bisogna essere lì e farsi trovare nella posizione giusta, con coraggio, per giocarsi tutto nel finale». 

Nella passata stagione hai avuto l’opportunità di gareggiare con continuità in Coppa del Mondo. Cosa hai imparato? Quali aspetti ritieni di poter migliorare per finire più avanti in classifica?


«So di dover migliorare tecnicamente su diversi aspetti. Ci stiamo lavorando con Markus (Cramer, ndr), in particolare nell’alternato dove faccio il doppio della fatica rispetto al pattinaggio».

Infine, anche se è presto, ti sei già posto un obiettivo per la prossima stagione?


«In termini di risultati ancora no. Vorrei fare un piccolo salto di qualità nelle distance, dove potrei ottenere dei buoni risultati. La top ten nelle mass start non è così lontana, anche perché senza i russi le gare sono più tattiche.
Inoltre anche nelle competizioni a cronometro, i distacchi si sono ridotti. Basta davvero migliorare di quindici o venti secondi per guadagnare dieci posizioni. Per farlo serve concentrarsi sui particolari, piccoli accorgimenti in allenamento, aspetti tecnici e altro, che sommati fanno la differenza in classifica tra un ventesimo e un trentacinquesimo posto».

Giorgio Capodaglio

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