Sci di fondo - 23 settembre 2024, 10:00

Sci di fondo - La Norvegia investe nella prevenzione dei disturbi alimentari nello sport, Johaug: "A 18 anni lottavo con il cibo"

Fonte Foto: profilo Instagram theresejohaug

Il legame tra sport e alimentazione è senza dubbio un tema di grande rilevanza, soprattutto quando si parla di pratica a livello agonistico, dove spesso il confine tra ciò che è funzionale alla performance e ciò che invece rischia di nuocere alla salute molto sottile. Lo sa bene Therese Johaug, che è recentemente tornata a parlare dei disturbi alimentari che l’avevano colpita in giovane età e dai quali era poi riuscita a sottrarsi anche grazie all’aiuto dei suoi cari. Ora, quando il tema dell’alimentazione è ormai un pilastro fondamentale dello sport agonistico, anche il governo norvegese sceglie di intervenire in sostegno di uno sviluppo ulteriore in questo campo.

Molto impegnata nel settore del coaching legato al benessere personale e all’allenamento personalizzato, Therese Johaug prosegue con le sue numerose iniziative, spesso rivolte alle donne, con cui cerca di portare un po’ della sua grande esperienza sportiva a servizio delle persone. Non solo l’app di allenamenti Sunn og Sterk, attraverso la quale consiglia esercizi personalizzati ai suoi utenti, Johaug è impegnata anche in un progetto intitolato PowHer Initiative, attraverso il quale promuove la parità di genere nello sport insieme a Anna Jönsson-Haag e Marthe Kristoffersen. Un progetto di cui fa parte anche il PowHer Podcast.

Proprio all’interno del PowHer Podcast Johaug è tornata recentemente a parlare del suo passato, quando alla domanda “Qual è stata la sfida più dura della tua carriera?”, insieme alla squalifica per doping Johaug ha menzionato anche i problemi di peso avuti in giovane età: “All'età di 18-20 anni ho iniziato a lottare un po' con il cibo”, spiega la norvegese. E non un problema da nulla considerando che secondo la stessa fondista avrebbe potuto compromettere seriamente quella che poi è stata una fiorente carriera: “Avrebbe potuto fermare la mia carriera”.

Fortunatamente alla fine non è stato così e con l’aiuto dei suoi cari e di esperti del settore è riuscita a superare i problemi di peso e a proseguire così nello sci di fondo. Ma il tema dei disturbi alimentari e dei disordini che legano la nutrizione e lo sport agonistico è qualcosa che purtroppo fa spesso parte della carriera di molte atlete. Vedasi l’ultima vincitrice della Coppa del Mondo Jessie Diggins, che non ha mai nascosto di aver dovuto lottare con difficoltà di questo tipo.

In Norvegia, ora, il governo prende iniziativa per salvaguardare i giovani atleti in questo percorso e lo fa con un concreto contributo economico. Nei prossimi 3 anni, infatti, la Norvegia stanzierà 15 milioni di corone (circa 1,3 milioni di euro) per lo sviluppo della consapevolezza alimentare nello sport. Ne parla a Nettavisen la ministra alla Cultura e Uguaglianza Lubna Jaffery: “I disturbi alimentari rappresentano un problema sociale ampio e grave. Sappiamo che gli atleti migliori hanno un rischio maggiore di sviluppare disturbi alimentari rispetto ad altri. Si tratta di un problema e di una sfida sia per lo sport che per la società”.

Ecco perché il governo norvegese vuole contribuire in maniera decisiva al sostegno ai giovani atleti: “I fondi che metteremo a disposizione – prosegue Jaffery – sosterranno nella loro interezza il lavoro e le priorità stabilite dall'organizzazione sportiva stessa e daranno all'NIF (Federazione Sportiva Norvegese, ndr) l'opportunità di dare priorità a più iniziative e sforzi nel settore. L'obiettivo è dare un impulso straordinario all'azione dello sport contro i disturbi alimentari”.

Infine, Jaffery fa riferimento proprio alla situazione di Johaug: Che Therese Johaug e altri modelli di riferimento parlino delle esperienze che loro stessi hanno vissuto e osservato è incredibilmente importante. L’apertura rende molto più facile sollevare e parlare di cose che sono personali e difficili da esprimere a parole. Inoltre, tale apertura renderà i giovani atleti consapevoli che si tratta di una sfida di cui devono essere consapevoli”.

Fausto Vassoney