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Sci di fondo

Sci di fondo – Troppa concorrenza: i giovani talenti lasciano la Svezia per gli Stati Uniti

Quello di Erica Lavén è uno dei nomi più interessanti per il panorama futuro dello sci di fondo svedese. Lo scorso inverno, la talentuosa sciatrice di Täby ha raggiunto la finale della sprint dei Mondiali Junior a Planica, traguardo che le ha regalato il debutto in Coppa del Mondo a Falun, ed è diventata campionessa svedese juniores nello stesso format. 
A primavera, con grande sorpresa degli appassionati degli sci stretti svedese, il nome della ventenne non è apparso in nessuno elenco delle squadre nazionali. Oggi, mentre i suoi "colleghi" si preparano alla stagione invernale, lei si trova oltre oceano, pronta per iniziare l’avventura universitaria presso presso l’Università dello Utah, nella città presto "doppiamente" olimpica di Salt Lake City.
Una proposta, quella di studiare negli Stati Uniti e continuare al contempo ad allenarsi nel fondo ottenendo anche un supporto finanziario, che era arrivata alla giovane campionessa durante il liceo da Fredrik Landstedt, responsabile dello sci di fondo per l’ateneo con dei legami con il suo club locale. All’inizio, però, l’idea di lasciare lo sci di fondo svedese la spaventava. "Ero titubante. Si sente dire che se si va negli Stati Uniti non si fa nulla. Si rinuncia e basta”. A farla ricredere, la forte concorrenza interna: "È come un muro tra te e la Nazionale A. La Nazionale è composta da molti fondisti esperti che sono tra i migliori al mondo e la maggior parte di loro è giovane. Ci sono forse dieci persone appena fuori dalla squadra con un livello molto equilibrato. È persino difficile entrare la Team Bauhaus (il livello appena inferiore alla squadra A, ndr)"

Aver conquistato il titolo nazionale, a suo dire, non cambia molto la situazione a suo favore: "Ho il potenziale per essere forte, ma so anche che ci vuole molto per arrivare ai massimi livelli. Passare dalle giovanili a diventare una buona junior è stato un grande step, ma il prossimo passo sarà ancora più grande. Poi bisogna pensare fuori dagli schemi. Cosa non fanno gli altri? Ho visto la possibilità di cambiare ambiente, di allenarmi in modo diverso e di aumentare la motivazione”.
Non è l’unica giovane fondista che ha fatto una scelta che può sembrare radicale e che tutti, nel caso Lavén, sembrano aver capito e supportato. Nella stessa università è iscritto anche Carl Rune, che ha vinto l’argento ai Campionati Nazionali. Nello stesso continente, più a Nord, in Alaska, c’è anche un fondista di casa nostra, Gabriele Rigaudo, che studia e si allena in Alaska.
La giovane svedese sogna come tutti gli atleti in erba le Olimpiadi, magati già quelle del 2026, ma è soprattutto nel post 2027 (quando a Falun si terranno i Campionati del Mondo in casa) che ripone le sue speranze: diverse fondiste svedesi, come Frida Karlsson e Maja Dahlqvist, hanno lasciato infatti intendere che la loro carriera finirà lì e allora per Lavén potrebbero finalmente aprirsi le porte della Nazionale. Per quel momento, però, bisognerà farsi trovare pronti: in questo periodo statunitense, del resto, si concentrerà sul miglioramento fisico e mentale.
"È una situazione completamente diversa. Ora posso stare nel mio box e allenarmi e gareggiare. Mi sento più rilassata. Ed è una sensazione molto positiva”.
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