Impegnata in raduno con la nazionale norvegese a Lenzerheide, sede dei prossimi Mondiali di biathlon, Ingrid Landmark Tandrevold si racconta in una lunga intervista all’emittente TV2, toccando diversi temi. A partire dal recente matrimonio, passando per l’infortunio estivo alla mano, fino ad affrontare l’argomento Mondiali, tra le delusioni di Nove Mesto 2024 e le speranze per Lenzerheide 2025.
Partendo dal grande avvenimento della sua estate, le nozze con il compagno Trygve Bendixen Markset, la norvegese non può che esprimere tanta gioia: “È stato divertente, piacevole e tutto ciò che avevo sognato. La luna di miele? Siamo riusciti a strappare qualche giorno. Siamo stati in Italia, un po’ più sulla costa. Visto che dovevo andare in raduno, è stato bello fare un po’ di mare prima”.
Per la norvegese, tuttavia, l’entusiasmo del matrimonio è stato attenuato nelle settimane appena successive da un brutto infortunio alla mano – patito durante la Lofoten Skyrace –, che l’ha costretta a portare un gesso per diverse settimane: “Sentivo che si stava gonfiando – spiega Tandrevold – così ho cercato di staccare la fede. Erano passate tre settimane dal matrimonio. Ho corso con la fede in mano finché non ho trovato qualcuno che conoscevo a cui darla. Poi ho corso fino al traguardo e sono andata dritta al pronto soccorso”.
Uno stop che chiaramente ha spinto la norvegese a dover necessariamente rivedere il programma di allenamenti: “Se ti rompi qualcosa e il tuo corpo è il tuo strumento di lavoro, devi ovviamente fare degli aggiustamenti. Non sono stata in grado di usare i bastoncini e ho sparato meno di quanto volessi. Sono stata costretta a essere creativa e a fare cose leggermente diverse da quelle a cui ero abituata. Sento di essermi potuta allenare su cose a cui non avrei dedicato tanto tempo se non fossi stata costretta a farlo”.
Si passa poi a parlare dei Mondiali, con riferimento alle difficoltà al poligono riscontrate a Nove Mesto nell’ultima stagione, per le quali ha ricevuto numerose critiche in Norvegia: “Se avrei dovuto isolarmi dalle critiche dei media? Non lo so davvero. Perché sento che parte del lavoro consiste nel presentarsi indipendentemente dal fatto che le cose vadano bene o male. Certo, è molto più divertente e costa meno quando le cose vanno bene, ma una delle cose che rende il biathlon uno sport emozionante è che è fatto di alti e bassi. Penso che sia più importante il fatto che non devo necessariamente lasciare che le mie prestazioni riflettano chi sono”.
Ma ora Tandevold vuole lasciarsi le difficoltà alle spalle e guarda con ottimismo al futuro. Dopo aver ripreso a sciare in seguito all’infortunio, per lei è anche arrivato un bel 3° posto al Martin Fourcade Nordic Festival, un risultato di buon auspicio per l’avvicinamento alla stagione. Per perfezionare gli ultimi dettagli ci sarà tempo, intanto la norvegese lavora presso la Roland Arena di Lenzerheide, sulle salite e al poligono che ospiteranno i Mondiali a febbraio: “È divertente essere qui e testare l’arena. Più sono qui e più mi sento sicura. A un’altitudine intermedia come questa (circa 1500 metri, ndr), può essere un po’ più difficile trovare la giusta velocità. Qui avremo sicuramente modo di verificarlo e potremo capire dov’è il limite prima che diventi troppo pesante”.
Biathlon – Tandrevold al lavoro a Lenzerheide: “E’ bello riuscire a testare l’Arena dei Mondiali. L’infortunio? Ho potuto fare allenamenti diversi”
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