Sci di fondo - 06 settembre 2024, 13:00

Grandi progetti a Soldier Hollow verso le Olimpiadi, ma Diggins avverte: "Servono più sostegno e visibilità per gli atleti"

Gli Stati Uniti guardano al futuro e pianificano il proprio avvenire sportivo, fortemente improntato sullo sviluppo di biathlon e sci di fondo. Il recente annuncio, arrivato durante le Olimpiadi di Parigi, dell’assegnazione dei Giochi del 2034 alla città di Salt Lake City restituisce alla nazione a stelle e strisce un rinnovato entusiasmo, che nei 10 anni che ci separano dal grande evento porteranno a investire ulteriormente nella crescita degli sport invernali. Al centro dei piani d’azione, un ruolo da protagonista è riservato al Nordic Center di Soldier Hollow, dove nel 2034 andranno in scena le competizioni di biathlon e sci di fondo e sul quale nei prossimi anni si concentrerà l’attenzione del movimento americano.

Situata a quasi 1800 metri di altitudine, la costruzione della struttura di Soldier Hollow risale al 2002, anno in cui lo Utah ospitò per la prima volta le Olimpiadi Invernali. Scelta anche da Johannes Høsflot Klæbo per il lavoro estivo in quota, sono molte le grandi manifestazioni già accolte in questa cornice, ultime delle quali i Mondiali Junior di biathlon nel 2022 e una tappa di Coppa del Mondo sempre di biathlon nella scorsa stagione. Ma i piani per i prossimi anni sono di espandere ulteriormente le proprie capacità, portando a Soldier Hollow nuovi eventi. Come riportato da FasterSkier, nel decennio che ci accompagna alle Olimpiadi si prevede di ospitare da 6 a 10 grandi eventi che includeranno la Coppa del Mondo di biathlon tra il 2026 e il 2028 e la Coppa del Mondo di sci di fondo a partire dal 2030.

Una crescita inaugurata dai recenti lavori di ampliamento dello stadio, che hanno portato anche all’espansione della struttura principale, allargata per ospitare conferenze ed eventi. Cruciale nello sviluppo di Soldier Hollow, poi, è senza dubbio l’impianto d’innevamento, indispensabile per la predisposizione della pista, considerando il clima non eccezionalmente nevoso della zona. Al già efficiente allestimento per la produzione di neve artificiale, verrà aggiunta a partire dall’estate 2025 una nuova vasca per l’accumulo dell’acqua necessaria, mentre entro il 2026 si prevede la costruzione di un deposito per la raccolta della neve con la tecnica dello snowfarming. Tutto per arrivare, nel 2034, ad offrire una pista che si snodi su una distanza tra i 15 e i 22 km, in modo da poter permettere in contemporanea la disputa delle gare di sci di fondo e gli allenamenti degli atleti del biathlon e viceversa.

 

 

Tanti progetti e altrettante ambizioni, per una nazione che negli ultimi anni ha visto crescere esponenzialmente l’attenzione verso questi sport, con riferimento particolare allo sci di fondo, per il quale si è registrato un rinnovato entusiasmo in occasione trionfale tappa di Minneapolis della scorsa stagione. Ma la realtà odierna parla anche di un movimento che, soprattutto per quanto riguarda il sostegno economico agli atleti, ha ancora molta strada da fare. Per dare allo sci di fondo negli Stati Uniti la spinta necessaria, serviranno ancora molti sforzi.

 

È di questo parere Jessie Diggins, vincitrice della Coppa del Mondo 2023/24, che interrogata da FasterSkier traccia il proprio punto di vista non esattamente ottimistico: “Le strade verso il successo si prosciugano molto rapidamente a causa della siccità finanziaria in un paese che non ha finanziamenti governativi per lo sci. Senza soldi, non possiamo avere più Coppe del Mondo negli Stati Uniti, non possiamo finanziare i nostri atleti ed è praticamente impossibile per le persone intraprendere una carriera in uno sport che si svolge in gran parte in Europa."

Ma quello economico non è l’unico aspetto che Diggins ci tiene a sottolineare: “L’altra cosa di cui abbiamo veramente bisogno è l’accesso alle gare e al collegamento con gli atleti. Abbiamo bisogno che sia facile per le persone trovare le nostre gare per seguirle in streaming on-demand ovunque si trovino. E dev’essere qualcosa di semplice e immediato”. Un lavoro sulla diffusione mediatica e sulla copertura televisiva, a cui si deve affiancare una campagna affidata anche ai singoli atleti: "Gli atleti devono essere disposti a condividere se stessi e a postare sui social media, in modo che i bambini e i fan possano connettersi con loro quando non ci sono e sono in viaggio, perché quando conosci qualcuno, allora vuoi sentire la sua opinione e rimani in contatto anche quando quello sport si svolge all’estero”.

Jessie Diggins a Dobbiaco, credits Newspower

 

Non si esime dal dire la sua Gus Schumacher, 24enne americano recentemente capace di strappare la sua prima vittoria in Coppa del Mondo proprio sulle nevi di Minneapolis, il quale mette l’accento sula necessità di offrire sostegno ai settori giovanili: “Penso che dobbiamo mantenere le gare di sci divertenti per i bambini. Dobbiamo anche continuare a spingere per rendere questo sport il più accessibile possibile, riducendo i costi degli eventi quando possiamo e supportando i nostri club locali e le organizzazioni più grandi. Finché avremo ancora sciatori che aspirano a dare il meglio di sé a tutti i livelli, saremo in grado di mantenere l’entusiasmo. A volte il livello diminuisce, ma più riusciamo a spingerci a vicenda, più saremo costantemente competitivi". Poi fa una promessa: "Ho nei miei piani di essere in giro nel 2034!”

Schumacher dopo la vittoria a Minneapolis a febbraio 2024

 

Infine, a esprimersi sul movimento dello sci di fondo americano è Sophia Laukli, altro elemento di punta del pool statunitense: “Dobbiamo andare avanti mano nella mano. È facile motivarsi e fissare obiettivi più alti quando continuiamo a migliorare ogni stagione come team. Questo rende la nostra squadra e il nostro sport più conosciuti e più seguiti nel Paese”. Anche per lei, considerando che attualmente ha 24 anni, il 2034 è un obiettivo possibile: “All’inizio l’idea di correre fino al 2034 era un po’ scoraggiante. Ma poiché continuo a migliorarmi e, di conseguenza, voglio fissare obiettivi sempre più alti, l’idea di correre alle Olimpiadi è piuttosto motivante. È molto lontano, ma non molte persone hanno l’opportunità di ospitare le Olimpiadi nel proprio paese”.

Sophia Laukli trionfa sul Cermis a gennaio 2024, credits Newspower

Fausto Vassoney