Si accendono i fari su Livigno, dove oggi è andata in scena la 1K Shot, una gara in mezzo al paese che grazie alla tecnica dello snowfarming permette di sciare sulla neve in piena estate. Molti gli azzurri al via della competizione, tra i quali si è registrata anche la presenza di Federico Pellegrino, di ritorno dai giorni di preparazione a Torsby, in Svezia.
La vittoria al maschile è andata a Giacomo Ponti, che ha chiuso davanti a Niccolò Giovanni Bianchi e Teo Galli, mentre al femminile la migliore è stata Lucia Isonni, capace di precedere Caterina Ganz e la ceca Sandra Schuetzova.
Pur non riuscendo ad eccellere, anche in ragione di un piccolo malanno che si porta dietro dopo le lunghe settimane di preparazione, Pellegrino ha voluto dare il suo importante contributo alla manifestazione, intervenendo in un’intervista dal palco di Livigno. Molti i temi toccati: a partire dalla gara, passando per la nuova routine dopo la nascita del piccolo Alexis, fino ad arrivare agli obiettivi olimpici e ai consigli per i più giovani. Queste le sue dichiarazioni:
Per quanto riguarda la preparazione e lo stato di forma, Pellegrino precisa: “Sta andando fino ad ora molto bene, a parte un piccolo malanno di stagione. Sono stato a sciare in Svezia fino a ieri, l’obiettivo è recuperare al meglio nei prossimi giorni. Saremo qui fino quasi alla fine della prossima settimana, quindi continueremo ad allenarci sulle strade di Livigno e poi continueremo la preparazione verso l’inverno”.
Proseguendo, l’azzurro racconta le novità legate alla sua nuova vita da genitore: “Se la mia vita sta cambiando? Sta cambiando e non poco. Diciamo che era una grande incognita. Sono stato un atleta molto metodico per tanti anni, poi, la gente lo sa, i programmi quando hai un bambino in casa non è sempre facile portarli a termine nei tempi stabiliti. Se prima la preparazione per l’allenamento richiedeva un’ora, ora forse ci vuole un’ora e mezza o due. Però è una bellissima avventura e sicuramente mi dà una carica emotiva incredibile per fare al meglio il mio lavoro e tornare a casa avendo dato tutto e passare del tempo con la mia famiglia”.
C’è spazio poi per un riferimento alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, che Pellegrino ha fissato come obiettivo per la fine della sua carriera: “Bisogna qualificarsi per le Olimpiadi e non si sa adesso quali saranno le gare e chi saranno i partecipanti. Personalmente era importante fissarlo come obiettivo, anche perché la prima domanda in tutte le interviste degli ultimi anni era sempre ‘ti vedremo alle Olimpiadi?’. Sì. Cercherò di fare il massimo che posso per poterci essere, anzi ancora di più. Sarebbe bellissimo riuscire a chiudere lì la mia carriera. Sicuramente l’ultima gara di alto livello della mia carriera vorrei che fosse una di quelle delle Olimpiadi”.
In seguito, una considerazione su Livigno e sul suo impegno nello sci di fondo: “Ci sono tantissimi atleti che si allenano qui e ci sono tantissime medaglie che sono partite da qui. La località si presta bene alla preparazione delle attività di alto livello e degli sport di endurance. Non solo per noi atleti di alto livello, ma anche per chi viene in vacanza qui, può farsi una vacanza un po’ diversa. E’ questa la forza di questa località, così come l’organizzazione degli eventi. Ho partecipato per tanti anni al 1K Shot è una cosa unica che si trova soltanto qui. Ricordiamo che se questa neve non fosse qui, sarebbe già sciolta nei prati da diverso tempo. L’idea lungimirante di accumularla e tenerla da parte per l’estate è una delle caratteristiche che vorrei evidenziare. Per avere una tappa di Coppa del Mondo fissa ci vorranno ancora altri step, ma se Livigno è interessata sicuramente ci sarà chi si spenderà per questo”.
Infine, il veterano del fondo italiano si spende in qualche consiglio per i più giovani: "Devo dare un po’ meno consigli ai ragazzi di Livigno, visto com’è andata oggi, le hanno suonate a me e ai miei compagni di squadra (ride, ndr). Il consiglio che mi viene da dare è che il nostro sport presuppone tanto lavoro e quindi di mantenere la determinazione. Molti dicono che i treni passano una volta nella vita: una delle difficoltà più grandi dell’essere un atleta di alto livello è lavorare tutti i giorni, andare tutti i giorni alla stazione e aspettare tutti i giorni un treno che magari non passa. Ma il giorno che passa, se tu sei lì il treno puoi prenderlo. La pazienza e la determinazione sono caratteristiche fondamentali e poi bisogna cercare di investire energie per avere una vita felice, perché secondo me se sei un atleta felice hai molte più possibilità di riuscire nello sport e nella vita di tutti i giorni”.