Sci di fondo | 27 agosto 2024, 09:00

Sci di fondo - Calle Halfvarsson: niente asilo per i figli per restare in salute. E su Johaug dice: "Il successo è come una droga"

credits - Calle Halfvarsson Instagram

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Ormai a tutti gli effetti veterano della squadra svedese di sci di fondo ma anche dell'interno circuito di Coppa del Mondo, Calle Halfvarsson si sta allenando per partecipare alla sua ormai 17esima stagione nel massimo circuito dello sci di fondo mondiale. Un bel traguardo per un percorso iniziato a Falun nel 2009 e che, almeno nei piani attuali, potrebbe concludersi (ma non è ancora certo) proprio in occasione dei Campionati Mondiali che si terranno nella località svedese nel 2027.

"È andata molto bene" racconta a SportBladet ai media durante il ritiro della nazionale a Trondheim parlando della sua estate "Ho potuto fare tutto quello che volevo"

Ma dove trova, dopo tutti questi anni, il mordente e la motivazione per continuare a far fatica, anche e soprattutto quando i risultati non arrivano, come nella scorsa stagione? Il segreto, secondo Halfvarsson, è nella continua "fame" di successo, anche quando una generazione più giovane spinge dal basso per salire sul podio e bisogna costantemente guardarsi le spalle.

"Per quanto mi riguarda, mi sembra che quando si è ancora in lotta e si sta al passo con i migliori, ci si senta in qualche modo giovani. Ti aggrappi alla tua giovinezza. Il giorno in cui si appendono gli sci al chiodo, probabilmente ci si sente un po' più vecchi"

E non si può dire che il 35enne abbia una vita vuota e solitaria lontana dalle piste di sci: con la compagna Isabell hanno dato il benvenuto alla piccola Stella mesi fa, dopo la nascita del primogenito Casper-Lo avvenuta nel 2022. Per poter coniugare la vita da sportivo con quella da genitore, il fondista è stato chiamato a fare delle scelte.

"Non abbiamo iscritto i nostri figli all'asilo, ma abbiamo preferito aspettare. Stella è così piccola, ha solo pochi mesi, quindi non è ancora un'opzione. Ma Casper sta raggiungendo l'età in cui entrerà presto. Vedremo quanto potremo aspettare, ma al momento sono più in salute a casa” spiega Halfvarsson, che lo scorso inverno ha avuto a che fare con diversi malanni e preferirebbe, in concomitanza dei grandi eventi sportivi dei prossimi anni, a partire da Mondiali di Trondheim, non ripetere l'esperienza. Soprattutto, vorrebbe evitare di essere costretto ad isolarsi dalla famiglia prima dei Mondiali, come è capitato a tanti atleti, tra cui la leggenda dello sci svedese Johan Olsson "Tutti mi dicono: 'Aspetta a portarlo all'asilo. Te ne pentirai, sarà malato una settimana sì e una no'. Ed è chiaro che non funzionerebbe. Se torna a casa con un virus, tanto vale che mi ritiri. È il mio tallone d'Achille: mantenermi in salute. Quindi portare a casa un bambino malato sarebbe devastante"

Una scelta che potrebbe essere definita un po' "egoista", Halfvarsson non lo nega, ma per ora il piccolo Casper-Lo non sembra risentirne e ci sono altri vantaggi "A casa si diverte, può stare all'aperto e passiamo molto tempo con lui. E può vedere altre persone e altri bambini, andare all'avventura con la nonna, il nonno e Isabell. E quando sono a casa, esco spesso con lui, in modo da non stare sempre a casa e fargli vedere anche qualcos'altro. Ha poco più di due anni, non riesce ancora a parlare bene. Quindi non credo che ci sia ancora alcun pericolo."

Una sfida del genere, è la stessa che attende nei prossimi mesi anche Therese Johaug, che ha annunciato poche settimane fa il suo ritorno alle competizioni per i Campionati del Mondo in casa. Come Halfvarsson, anche Johaug ha una figlioletta piccola, Kristin, di solo un anno, e sta giostrando la sua vita familiare con i raduni e, più avanti nella stagione, con le gare: ma la 36enne di Dalsbygda, al contrario dello svedese, farà affidamento sull'asilo. Un percorso sicuramente fatto di sacrifici e qualche pensiero in più, che Halfvarsson non trova affatto strano e commenta così: "Si può pensare che 'ha vinto così tanto, come e perché dovrebbe farlo di nuovo?' Ma allo stesso tempo, c'è qualcosa nella vittoria e nel successo che è come una droga. Una volta che l'hai fatto, vuoi farlo di nuovo. Si vuole cercare di resistere il più a lungo possibile”.

 

Federica Trozzi