Combinata | 19 agosto 2024, 12:00

Combinata Nordica - Alessandro Pittin a Fondo Italia sul ritorno sul trampolino: "Il primo salto è stata una sorta di liberazione"

Combinata Nordica - Alessandro Pittin a Fondo Italia sul ritorno sul trampolino: "Il primo salto è stata una sorta di liberazione"

Questo weekend la Combinata Nordica riaprirà i battenti per il top degli atleti a livello internazionale con il Summer Grand Prix, che in versione estiva vedrà gli atleti darsi battaglia sui trampolini e le piste di Tschagguns, nel Vorarlberg (Austria).

Al via mancherà però Alessandro Pittin, che lo scorso autunno fu protagonista di una caduta in fase di frenata durante il salto di gara della prima tappa proprio del Grand Prix di combinata nordica a Oberwiesenthal: un incidente paradossalmente tanto banale quanto sfortunato che è costato carissimo all'atleta delle Fiamme Gialle, costretto a chiudere la stagione prima ancora di iniziarla per via della rottura del legamento crociato del ginocchio destro. 

Dopo una lunga riabilitazione, il friulano ormai fiemmese d'adozione, a tutti gli effetti veterano della squadra azzurra, è tornato a saltare dal trampolino, come ha confermato anche il direttore tecnico Ivo Pertile alla FISI il mese scorso, e Fondo Italia lo ha raggiunto in queste settimane di preparazione per fare il punto della situazione sul suo stato di forma e sulla tabella di marcia per il ritorno alle competizioni dopo oltre un anno di stop, ma anche sul percorso emotivo che questo periodo lontano dalla combinata ha significato per lui.

 

Dopo un lungo periodo di stop partiamo dalla domanda più scontata, come sta?

"Il percorso di riabilitazione è andato bene, avverto ancora un po’ di dolore negli ultimi gradi sia in estensione che flessione ma con il tempo sta migliorando anche questo aspetto. Ho ripreso a fare tutta l’attività e lo stato di forma nel fondo è già piuttosto buono."

Come ha trascorso questo anno lontano da piste e trampolini?  Quanto è stato difficile guardare i suoi compagni da casa?

"Sicuramente avevo bisogno di una pausa per “staccare” un po’ e ritrovare le energie per le ultime stagioni ma non era esattamente quello che mi ero immaginato… 

Un’infortunio è sempre difficile da superare ed essere rimasto senza gare per un’intera stagione si farà sicuramente sentire. Purtroppo in una situazione simile non c’è molto da fare se non avere pazienza e lavorare. Nel male ho avuto la fortuna di godermi la famiglia per parecchi mesi lontano da gare e trasferte, e passare così tanto tempo a casa è stato più facile. Non sono riuscito a seguire tutte le gare in tv ma ho fatto il tifo per i miei compagni ad ogni occasione e a bordo pista quando hanno fatto tappa vicino a casa mia."

Ora che ha ripreso a saltare, quali sono le prime sensazioni?

"Il primo salto è stata una sorta di liberazione, non sapevo bene come avrei reagito sia io che il ginocchio. Alla fine non c’è stato nessun problema e piano piano sto riprendendo confidenza con il trampolino. Ci vorrà ancora qualche settimana per riacquistare sicurezza, come dicevo il ginocchio non è ancora al 100% e questo mi condiziona, ma sono fiducioso per l’autunno."

Come proseguirà nell'immediato la sua preparazione?  

"Ora ho da poco ripreso a saltare e la lunga pausa invernale ha modificato leggermente i programmi rispetto al resto del gruppo. Questo mese sarà ancora individualizzato poi da settembre mi allineerò ai miei compagni di squadra."

Qual è il piano per il rientro riguardo alle gare? 

"Avendo ricominciato a saltare da poco non ha senso cercare di rientrare in gara a fine agosto e dover anche modificare la preparazione per l’inverno. Contiamo di essere pronti già dalle prime tappe di Coppa del Mondo anche se probabilmente ci vorrà del tempo anche per rientrare pienamente nel ritmo delle gare."

Per la prossima importante stagione, che vede in programma i Mondiali a Trondheim, quali sono gli obiettivi che si pone?

"Non ho nessun obiettivo in particolare se non cercare di tornare dove avevo lasciato. Mi piacerebbe poter essere ancora una volta al via ai Campionati del Mondo quindi quello sarà l’obiettivo principale."

Il norvegese Jarl Magnus Riiber ha dominato in lungo e in largo la scorsa Coppa del Mondo, cosa crede abbia avuto in più degli altri? Come colmare questo gap?

"Riiber è un talento. Negli anni è stato capace di migliorarsi sempre più sul salto, sfruttando anche le grandi risorse e la competizione interna della Norvegia derivanti da una lunga tradizione nello sci nordico. In più ha anche delle ottime doti da fondista, va forte, sa gestirsi quando è da solo in testa ed è tra i più veloci in volata. A mio avviso Riiber è il più forte combinatista di sempre e sarà molto difficile da battere, per colmare il gap bisogna trovare un altro talento alla sua portata capace di sapersi migliorare sempre."

Da unico medagliato olimpico dell’Italia nella combinata nordica, cosa vede se guarda ai Giochi del 2026?

"Se parliamo del lato gare nella combinata nordica il livello generale ora è molto alto, Norvegia, Austria e Germania hanno quasi il monopolio sulle prime 15 posizioni e sarà molto difficile da qui alle prossime Olimpiadi cambiare le cose. Per Milano-Cortina però avremo solo 2 quote per nazione a disposizione nelle gare individuali quindi potrebbe essere un vantaggio in termini di piazzamento nella top10 per le nazioni più piccole. In questo momento non abbiamo nessuna punta in squadra in grado di gareggiare con costanza con i migliori al mondo ma c’è un gruppo compatto che sta lavorando bene e ha tutto quello che serve per migliorare. Se invece ci soffermiamo sulle Olimpiadi in generale qui in Val di Fiemme stanno prendendo forma le strutture che ospiteranno le gare a Predazzo e Lago di Tesero, sono arrivati i primi cerchi in Valle e si comincia davvero a percepire l’avvicinarsi dell’evento. Quello che contraddistinguerà l’edizione di Milano-Cortina rispetto a quelle a cui ho partecipato finora sarà il lascito che rimarrà ai giovani e alle squadre che arriveranno dopo sia in termini di strutture che, spero, anche nell’entusiasmo collettivo verso lo sport."

Fausto Vassoney, Federica Trozzi