Sci di fondo | 06 agosto 2024, 12:05

Sci di fondo - Federico Pellegrino dopo il Blinkfestivalen: "Queste gare sono gli allenamenti più proficui dell'estate e i feedback avuti sono positivi"

Sci di fondo - Federico Pellegrino dopo il Blinkfestivalen: "Queste gare sono gli allenamenti più proficui dell'estate e i feedback avuti sono positivi"

Ha raggiunto nuovamente i compagni di squadra a Sandnes, in occasione del Blinkfestivalen, dopo aver lavorato tanto a casa, ospitando anche Hellweger e Ticcò, del gruppo Milano-Cortina 2026. Federico Pellegrino si è riaggregato al gruppo Cramer in occasione dello splendido evento estivo norvegese, per effettuare con loro normalmente tutto il resto della preparazione, dopo una prima parte un po’ diversa dal solito, nella quale ha alternato allenamenti con la squadra ad altri casalinghi.

L’azzurro, che ha già annunciato la sua decisione di ritirarsi dalle competizioni dopo la 50 km delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026, in Val di Fiemme, ha avuto anche delle ottime sensazioni dalle gare norvegesi, sfiorando il podio nella mass start, dove è giunto quarto, e chiudendo sesto la sprint dove ha raggiunto la finale.

Raggiunto telefonicamente in Norvegia, Pellegrino ha fatto il punto della situazione sulla preparazione, elogiando la località di Sandnes, una delle sue preferite in estate: «Qui è sempre bellissimo – ha affermato il poliziotto valdostano a Fondo Italiasia per le competizioni che per l’evento in sé, ma soprattutto per le possibilità di allenamento che vengono offerte da questa località. A detta degli stessi atleti norvegesi, questo è il posto migliore in Norvegia per fare skiroll, per qualità di asfalto, opportunità di giri, piste ciclabili e clima.
Noi ne stiamo approfittando al massimo, cercando di sfruttare al meglio queste strade».

Secondo Pellegrino, un allenamento molto importante è stato però proprio il Blinkfestivalen: «A mio parere le gare di questo evento rappresentano senza alcun dubbio gli allenamenti più proficui dell’estate, perché le situazioni che si creano in queste competizioni difficilmente possono essere ricreate in un normale allenamento. Inoltre queste gare ritornano utili come check di metà estate e in funzione dell’estate. 
Prendete la 50 km di mercoledì scorso. I lunghi tratti di scivolata a spinta che abbiamo fatto in quella competizione, non li ritrovi nelle nostre gare invernali, dove ci sono tante salite e discese. Semmai, per ripeterle dovresti gareggiare nelle granfondo. Lo stesso discorso vale per mass start e sprint qui in città a Sandnes, che sono davvero allenanti, in quanto quando si hanno gli sci ci sono altre dinamiche e maggiori tempi di reazione per capire cosa sta succedendo. Qui, se non fai attenzione, in un attimo ti ritrovi fuori dai quindici e non puoi più giocarti le posizioni che contano. Così come nella sprint, se un attimo sei nel posto sbagliato al momento sbagliato resti fuori dai giochi». 


Il bilancio delle gare è positivo per Pellegrino, che ha avuto delle risposte positive: «Penso di aver corso molto bene queste gare. Nella 50 km, il fisico non era al cento per cento, ho risentito dell’ultimo lavoro fatto a casa. Lo sapevamo già e ho comunque reagito bene.
Nella mass start non sono mai uscito dalle prime cinque o sei posizioni, sono riuscito ad avere occhi sempre davanti, dietro, di lato, non ho rotto bastoni, non ho fatto cadere avversari o non sono caduto io, tutte cose importanti.
Nella sprint ho fatto due bei turni nei quarti di finale e in semifinale, poi in finale la pioggia aumentava sempre di più, avevo un affaticamento muscolare dalla 50 km e non potevo spingere al massimo con le gambe, quindi ho dovuto accontentarmi di giocarmela finché ne ho avuto la possibilità, perché quando si è dovuto spingere di più non ho potuto esprimermi fino in fondo.
Complessivamente sono soddisfatto di questo Blinkfestivalen, perché quest’anno i mesi di giugno e luglio sono stati diversi dal solito, ma la resa è stata più o meno la stessa del passato. Ciò mi dà tanta motivazione per andare avanti negli allenamenti e per continuare su questa strada».

Giorgio Capodaglio