Oggi è una delle atlete più attenzionate in ottica presente ma soprattutto futura dello sci di fondo mondiale, avendo trovato la sua prima vittoria di Coppa del Mondo nella scorsa stagione, nella Final Climb del Tour de Ski in Val di Fiemme, sull’Alpe del Cermis, ma Sophia Laukli non ha seguito un percorso canonico per salire sul tetto dello sport mondiale.
Cresciuta negli Stati Uniti assieme ai suoi fratelli maggiori, da madre americana e padre norvegese, ha approcciato gli sci stretti solo in tarda adolescenza tra i 17 e i 18 anni; da lì non ha fatto altro che bruciare le tappe. "Quando ti rendi conto di avere talento, è più facile impegnarsi in qualcosa, e me ne sono reso conto in quel periodo. Adesso vedo che la mia infanzia è stata molto diversa da quella delle persone con cui gareggio"
Cresciuta negli Stati Uniti assieme ai suoi fratelli maggiori, da madre americana e padre norvegese, ha approcciato gli sci stretti solo in tarda adolescenza tra i 17 e i 18 anni; da lì non ha fatto altro che bruciare le tappe. "Quando ti rendi conto di avere talento, è più facile impegnarsi in qualcosa, e me ne sono reso conto in quel periodo. Adesso vedo che la mia infanzia è stata molto diversa da quella delle persone con cui gareggio"
Lo sci, fino a quel momento, era solo un passatempo familiare: erano tennis, calcio e lacrosse gli sport che praticava. Quattro anni prima della sua prima Olimpiade da atleta, nel 2018, non aveva la minima idea che quello sarebbe stato il suo futuro. Il segreto per questo successo immediato, racconta all’emittente norvegese TV2, sta nel giusto equilibrio che è riuscita a trovare nella vita di tutti i giorni con lo sport, non lasciando che nessuno le imponesse una strada che non fosse quella da lei scelta.
"Ho provato a fare quello che facevano tutti gli altri. Pensavo di dover essere un’atleta al 100%, tutti i giorni dell’anno. Mi sentivo come se non avrei mai potuto fare altre cose. Se saltavo un allenamento, mi sentivo come se la mia vita fosse finita, e non pensavo che lo sci di fondo fosse così divertente" racconta Laukli, che non si vedeva praticare sport a lungo se quelle fossero state le condizioni.
Quando poi si è resa conto che non era necessario dire sempre di no agli amici al di fuori dello sport e che non c’era bisogno di pensare all’allenamento successivo mentre ci si allena, le cose sono cambiate e la gioia nel fare sport è tornata. "A poco a poco, sono diventata più sicura e fiduciosa nel fare le cose come volevo." Chiarisce che metterà "sempre l’allenamento e la prestazione al primo posto" ma per la 24enne è fondamentale trovare un equilibrio naturale.
Oggi, che da un anno vive nella patria dello sci di fondo (che è anche il Paese natale del Padre), i risultati di questa decisione sono sotto gli occhi di tutti: oltre ai successi nella disciplina, ha trovato anche l’amore in Norvegia. Non rinuncia però all’altra sua grande passione: il trail running, in cui la scorsa estate si è laureata Campionessa a livello mondiale vincendo la Golden Trail World Series. E a chi le dice di scegliere per poter crescere, ricorda che questo è l’unico modo che ha per poter avere una carriera lunga.
"È incredibile pensare che potrei diventare una sciatrice migliore se smettessi di correre, ma so che avrei vita breve. Cinque anni fa, quando non correvo, ho faticato a motivarmi per un anno intero. Magari sarei migliorata nello sci, ma poi non credo che avrei continuato ancora per tanti anni."
Dunque diventa inevitabile che un’atleta come Laukli, attiva 12 mesi all’anno, abbia la necessità di una vita sociale più intensa sia durante la stagione di gare che durante la preparazione; questo però non è stato capito lo scorso inverno, quando ospite del podcast "Skirious Problems" le sue dichiarazioni hanno fatto il giro del mondo fuori contesto e tutti hanno mal interpretato la sua idea di "festa". "Quando parlo di socialità, è qualcosa di più che la semplice festa. Sì, si tratta di uscire nei fine settimana, ma significa anche cenare in un ristorante nel mezzo della settimana."
Del resto, la statunitense inizia a porsi degli obiettivi a seguito dei suoi recenti risultati in Coppa del Mondo: se per i suoi compagni di allenamento norvegesi i Mondiali in casa sono l’ambizione più grande, per lei il traguardo è nei Cinque Cerchi olimpici.
"Le Olimpiadi di Pechino nel 2022 sono state un’esperienza enorme. Non mi aspettavo di essere convocata e ho solo cercato di godermi l’esperienza. Ma quando sono tornata a casa, ricordo di aver pensato che volevo rivivere questa esperienza, e poi avrei scoperto cosa potevo realmente ottenere"
"Ho provato a fare quello che facevano tutti gli altri. Pensavo di dover essere un’atleta al 100%, tutti i giorni dell’anno. Mi sentivo come se non avrei mai potuto fare altre cose. Se saltavo un allenamento, mi sentivo come se la mia vita fosse finita, e non pensavo che lo sci di fondo fosse così divertente" racconta Laukli, che non si vedeva praticare sport a lungo se quelle fossero state le condizioni.
Quando poi si è resa conto che non era necessario dire sempre di no agli amici al di fuori dello sport e che non c’era bisogno di pensare all’allenamento successivo mentre ci si allena, le cose sono cambiate e la gioia nel fare sport è tornata. "A poco a poco, sono diventata più sicura e fiduciosa nel fare le cose come volevo." Chiarisce che metterà "sempre l’allenamento e la prestazione al primo posto" ma per la 24enne è fondamentale trovare un equilibrio naturale.
Oggi, che da un anno vive nella patria dello sci di fondo (che è anche il Paese natale del Padre), i risultati di questa decisione sono sotto gli occhi di tutti: oltre ai successi nella disciplina, ha trovato anche l’amore in Norvegia. Non rinuncia però all’altra sua grande passione: il trail running, in cui la scorsa estate si è laureata Campionessa a livello mondiale vincendo la Golden Trail World Series. E a chi le dice di scegliere per poter crescere, ricorda che questo è l’unico modo che ha per poter avere una carriera lunga.
"È incredibile pensare che potrei diventare una sciatrice migliore se smettessi di correre, ma so che avrei vita breve. Cinque anni fa, quando non correvo, ho faticato a motivarmi per un anno intero. Magari sarei migliorata nello sci, ma poi non credo che avrei continuato ancora per tanti anni."
Dunque diventa inevitabile che un’atleta come Laukli, attiva 12 mesi all’anno, abbia la necessità di una vita sociale più intensa sia durante la stagione di gare che durante la preparazione; questo però non è stato capito lo scorso inverno, quando ospite del podcast "Skirious Problems" le sue dichiarazioni hanno fatto il giro del mondo fuori contesto e tutti hanno mal interpretato la sua idea di "festa". "Quando parlo di socialità, è qualcosa di più che la semplice festa. Sì, si tratta di uscire nei fine settimana, ma significa anche cenare in un ristorante nel mezzo della settimana."
Del resto, la statunitense inizia a porsi degli obiettivi a seguito dei suoi recenti risultati in Coppa del Mondo: se per i suoi compagni di allenamento norvegesi i Mondiali in casa sono l’ambizione più grande, per lei il traguardo è nei Cinque Cerchi olimpici.
"Le Olimpiadi di Pechino nel 2022 sono state un’esperienza enorme. Non mi aspettavo di essere convocata e ho solo cercato di godermi l’esperienza. Ma quando sono tornata a casa, ricordo di aver pensato che volevo rivivere questa esperienza, e poi avrei scoperto cosa potevo realmente ottenere"