“Cannibale”. Così è stato recentemente definito Tadej Pogacar, assoluto dominatore del Tour de France che ha da poco conquistato per la terza volta in carriera, dopo essersi già imposto sulle strade del Giro d’Italia a maggio. Ad accoglierlo sul traguardo di Nizza, eccezionalmente nei panni di tifoso, c’era un altro cannibale sportivo, che gli avversari li sbrana non sull’asfalto, bensì sulla neve. Si parla, ovviamente, di Johannes Høsflot Klæbo. E così, appena tirato il fiato, Pogacar si è concesso una foto con il fenomeno norvegese, una foto che per chi ama gli sport di fatica è quasi da poster appeso in cameretta. Un po’ come se Erling Haaland si facesse immortalare con Carlos Alcaraz, per fare un paragone improvvisato con altri sport.
Pogacar e Klæbo, così lontani sul piano culturale e geografico, eppure così vicini in molti altri aspetti. Entrambi considerati già leggende nei rispettivi sport, entrambi ancora giovani e con una carriera lunga davanti a sé ed entrambi tanto pacati e puliti nelle interviste quanto invece dirompenti e inarrestabili in gara.
Da una parte Klæbo, che a soli 27 anni è già il fondista più vincente della storia della Coppa del Mondo di sci di fondo. In bacheca conta trofei a non finire: 4 sfere di cristallo (in questo senso il più titolato rimane Bjørn Dæhlie con 6), 7 medaglie olimpiche (5 ori), 12 medaglie mondiali (9 ori) e il record per il maggior numero di vittorie in una sola stagione (21). E poi ancora, 6 Coppe del Mondo sprint, 3 Tour de Ski e chi più ne ha più ne metta.
Dall’altra parte Pogacar, che di anni ne ha 2 in meno di Klaebo e per questo ha ancora tanto tempo per provare a mettere in bacheca un ammontare di conquiste numericamente vicino a quelle del norvegese. Nella sua breve ma già leggendaria carriera il talento sloveno del ciclismo ha già conquistato 1 Giro d’Italia e 3 Tour de France, mettendosi in tasca 6 vittorie di tappa sulle strade italiane e ben 17 sui tornanti della Grande Boucle. Con la conquista del Giro e del Tour nello stesso anno ha appena compiuto un’impresa che nessuno faceva dai tempi di Marco Pantani (1998) e gli addetti ai lavori lo paragonano a Eddie Merckx, che ha appena battuto come numero di vittorie in uno stesso anno tra Giro e Tour (12) e da cui ha ereditato la nomea di "cannibale". Anche per lui la lista di successi è lunga con vittorie alla Vuelta, alla Liegi-Bastogne-Liegi, al Giro delle Fiandre, alla Tirreno-Adriatico, alla Strade Bianche e si potrebbe andare ancora avanti.
Due mangiatori di uomini, due icone dello sport mondiale. Nella foto scattata ieri c’è molto più di due semplici sorrisi.
Sci di fondo – Klæbo e Pogacar, un’istantanea che cattura due “cannibali” dello sport
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