Biathlon - 18 luglio 2024, 18:40

Biathlon - Dietro le quinte del raduno dell'Italia a Livigno: tanto lavoro al poligono e bici tra i passi alpini

credits - IBU

Prosegue il viaggio dell'IBU tra i training camp estivi delle nazioni di Coppa del Mondo. Nelle scorse settimane vi avevamo già riportato il lavoro della squadra tedesca a Obertilliach e oggi Biathlonworld, il sito dell'International Biathlon Union, dedica questo spazio alla squadra italiana di Coppa del Mondo, più precisamente al gruppo femminile, composto da Lisa Vittozzi, Samuela Comola, Michela Carrara, Beatrice Trabucchi e Hanna Auchentaller - in compagnia di Lukas Hofer, che la scorsa settimana ha portato a termine un lungo raduno in quota a Livigno assieme ai tecnici Alex Inderst, Mirco Romanin e Jonne Kähkönen, per poi spostarsi questa settimana in Alto Adige, più precisamente in Val Martello.

Da qualche anno a questa parte, complice anche l'imminenza dei Giochi Olimpici invernali che si svolgeranno nel Bel Paese, le Alpi - e in particolare le località in alta quota, sono prese d'assalto ogni estate dagli atleti delle discipline invernali per l'allenamento in altitudine: Livigno, con i suoi 1808 metri slm e, più in alto, la Livigno Biathlon Arena a 1920 metri, è in cima alla lista dei siti per lavorare sull'adattamento alla quota, cruciale per affrontare alcune delle tappe di Coppa del Mondo, su tutte quella nostrana di Anterselva.

Benché la giornata si sia svolta nel modo più classico in cui si può aspettare un giorno "tipo" di un raduno di biathlon - allenarsi, mangiare, riposare e ... ripetere - questo lavoro abitudinario è il fondamento di ciò che rende i biatleti pronti all'azione in inverno. Il lavoro si svolge prevalentemente al poligono e sebbene gli allenamenti preparatori tendano a essere abbastanza simili tra le varie squadre, ogni gruppo cerca di aggiungere qualche elemento di personalizzazione. Nel caso della squadra azzurra, dopo il consueto azzeramento in un poligono ventoso, i drills (esercizi ripetuti in serie) vengono effettuati con il caricatore completo, anziché con un colpo solo: percorsi 80-100 metri sugli skiroll, si sparano cinque colpi e questo esercizio viene ripetuto fino a quando tutti i caricatori sono vuoti. L'obiettivo è quello di concentrandosi sul processo e, naturalmente, di colpire i bersagli. 

Si passa poi al lavoro principale: due gruppi da tre persone hanno completato sessioni diverse, scambiandosi poi l'esercizio. Entrambi lavorano con gli skiroll ai piedi: il primo gruppo effettua un lungo giro senza bastoncini, per poi afferrarli in un secondo momento e ripetere lo stesso giro prima di entrare al poligono, e sparare da terra, compiere il giro del poligono, tornare al poligono per sparare in piedi e ripetere tre volte queste operazioni; il secondo gruppo invece scia sugli skiroll per tre minuti per poi imbracciare la carabine e sparato sia a terra che in piedi con un giro del poligono.

Al termine di questa fase arriva "il divertimento": quattro minuti di Ercolina "double-pulling", un esercizio che è facile solo all'apparenza, in quanto prevede un ritmo molto elevato nel suo uso. Dopodiché si va al poligono, per una serie terra/piedi e dopo un brevissimo stop per bere, si indossano gli skiroll. Questo blocco viene ripetuto altre due volte.

In totale, nel corso di tre ore, gli atleti ha completato sei blocchi. Al terzo "giro" sull'Ercolina, i tecnici hanno potuto constatare un calo del ritmo di spinta e bersagli colpiti con meno precisione rispetto alle serie precedenti. Il coach finlandese delle ragazze, ha avuto anche l'arduo compito di tranquillizzare una delle sue atlete dopo una serie in piedi con tre errori: “È un processo, non tutti i turni sono perfetti. Tutti hanno lottato contro la fatica a un certo punto e il vento è stato una sfida. Bisogna cercare di rimanere concentrati”. 

La mattinata, iniziata alle 8.30, si è conclusa con un lauto pasto all'italiana per atlete che, dopo un meritato riposo, alle 4 del pomeriggio hanno aggiunto alla giornata di allenamento un'uscita in bici pomeridiana di 2 ore e 50 tra i Passi alpini oltre i 2000 metri. Al termine di una spedizione definita "facile" da Lisa Vittozzi, il gruppo è stato di ritorno alla base per la cena e un meritato riposo notturno in vista di una nuova giornata di intenso lavoro.

 

Federica Trozzi