L'International Biathlon Union (IBU) e la Biathlon Integrity Unit (BIU) sono sempre in prima linea per portare all'attenzione della grande famiglia del biathlon ai grandi temi che occupano e preoccupano la società contemporanea, che si tratti degli addetti ai lavori o semplicemente degli appassionati della disciplina. Per mantenere alta il focus su di essi i due organi si avvalgono dell'aiuto di alcun atleti del circuito, chiamati ad essere ambasciatori, vale a dire modelli di comportamento, per promuovere una cultura di fiducia e sicurezza nello sport attraverso l'utilizzo delle loro piattaforme. Uno dei cinque atleti scelti per essere Sustainability Ambassadors per l'IBU è la Ukaleq Slettemark, che in questa veste ha di recente partecipato ad una conferenza di GSSport24, un'organizzazione di ricerca e pubblicazione digitale focalizzata su sport e sostenibilità; nel corso della roundtable, la biatleta groenlandese ha confermato quanto sia fondamentale il ruolo degli atleti nella promozione della sostenibilità all'interno dello sport.
Durante la discussione, la 22enne ha condiviso il suo impegno personale per l'ambiente , partito dalla sua esperienza diretta con l'impatto che i cambiamenti climatici hanno nella sua Groenlandia: "Vedere con i miei occhi il ritiro dei ghiacciai ha reso l'impatto del cambiamento climatico molto personale per me. Non si tratta solo di sport; si tratta di proteggere il nostro mondo per le generazioni future" ha spiegato, come riporta il sito Biathlonworld. Questo le ha fatto iniziare un percorso verso uno stile di vita più sostenibile che è fatto sì di parola, per spiegare quello che accade nel mondo, ma che si traduce anche e soprattutto in azione, grazie a piccole azioni quotidiane: "Ho iniziato lavorando sul mio impatto, come riparare vestiti e ridurre lo spreco alimentare. Condividere questi piccoli passi sui social media mi ha reso più consapevole delle mie azioni e della loro influenza. Si tratta di dimostrare che anche piccoli cambiamenti possono portare a impatti più grandi"
Perché gli sforzi della sostenibilità possano avere un impatto decisivo, sottolinea Slettemark, è importante che si formi una vera e propria comunità che possa promuovere e sostenere comportamenti positivi. "Avere un senso di comunità rende davvero positivo il percorso. Quando ho trovato amici nella comunità del biathlon che stavano cercando di ridurre il loro consumo di carne, ho capito che il cambiamento è possibile. Queste conversazioni sono potenti e motivanti". Tanto motivanti che diversi colleghi sono stati ispirati dalle sue azioni, scegliendo ad esempio di riparare la loro attrezzatura anziché sostituirla. "Quando mi dicono che hanno pensato a me prima di buttare via qualcosa, dimostra che i miei sforzi stanno piantando semi per scelte migliori"
A fare da cassa di risonanza al suo messaggio, ci pensano i social media: spesso additati per essere forieri di messaggi negativi, in questo caso il loro uso è una parte significativa della strategia di diffusione. "Usando la piattaforma per condividere le mie esperienze, posso raggiungere un pubblico più ampio e incoraggiare più persone a pensare alla sostenibilità".
In definitiva, il lavoro portato avanti da Slettemark è una testimonianza dell'impatto positivo che gli atleti possono avere ben oltre i loro successi sportivi, usando la loro influenza per promuovere una cultura di integrità, uguaglianza e sostenibilità nel biathlon.